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Francis Ford Coppola
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Francis Ford Coppola

Francis Ford Coppola compie 80 anni e negli ultimi giorni si è fatto sentire annunciando il "Final Cut" di "Apocalypse Now" e, soprattutto, il ritorno all'ambizioso Progetto di "Megalopolis", che pareva accantonato definitivamente nel 2001. Come con altri Autori, anche a lui ho deciso di dedicare una sorta di "retrospettiva", sempre aiutandomi con una Maratona di revisioni (ma approfittando dell'occasione anche per colmare diverse lacune) e con la lettura di una monografia (a cura di Stéphane Delorme per la collana Maestri del cinema dei Cahiers du Cinema) dedicata all'Autore, proponendo qualche riflessione personale per ogni lungometraggio (ho escluso i film ad episodi, i corti ed altri lavori non propriamente "cinematografici", come alcune riedizioni cormaniane di film non hollywoodiani o il recente "Distant Vision"). Personalmente, non sono sicuro di essere soddisfatto pienamente da tutte le "analisi", specialmente per quelle relative ad Opere viste per intero soltanto una volta, ma il mio intento è più che altro quello di omaggiare il Cinema di Coppola, magari stimolando anche qualche discussione relativa all'evoluzione della sua Poetica e del suo Stile.
Tra i vari Temi che emergono più volte nell'osservazione dei singoli Film, quello del Tempo è, personalmente, il più costante e interessante: Personaggi e Interpreti che dimostrano un'età maggiore o minore rispetto a quella effettiva, Memorie che ritornano a farsi sentire tramite dialoghi, flashback o addirittura narrando in parallelo "passato" e "presente", Individui (soprattutto Donne) che tornano indietro nel Tempo o che si reincarnano dopo essere morte, Colonne Sonore ticchettanti che scandiscono il passare dei Secondi e così via. Il Tempo sembra essere la più grande Ossessione del Regista, assieme all'Ambizione, soprattutto negli anni '70, di costruire un Cinema grandioso e monumentale. Non bisogna però dimenticare l'osservazione attenta, a volte affettuosa e a volte critica, della Famiglia: un altro Tema fondamentale nella Ricerca Coppoliana e tradotta nella pratica tramite la presenza costante di numerosi parenti nelle sue Crew e nei suoi Cast, dal padre Carmine come compositore alla sorella Talia Shire e al nipota Nicolas Cage come attrice e attori, ma soprattutto ai vari figli e alle varie figlie, come Sofia, Roman e Gian-Carlo, presenti in ruoli piccoli o grandi, affiancati nel reparto tecnico, Sofia e accompagnati nei propri autonomi percorsi. Da sottolineare inoltre come il trauma della morte di Gian-Carlo abbia investito, velatamente ed esplicitamente, il Cinema di Francis Ford Coppola dalla seconda metà degli anni '80 ad oggi.
Chiudo qui questa introduzione, sperando di non essere sprofondato troppo nella banalità: passo quindi ai commenti dedicati alle singole Opere, sperando di non essere caduto in un'eccessiva ripetitività o altri difetti espositivi.

Playlist film

Tonight for Sure

  • Commedia
  • USA
  • durata 69'

Titolo originale Tonight for Sure

Regia di Francis Ford Coppola

Con Don Kenney, Karl Schanzer, Marli Renfro, Virginia Gordon, Barbara Martin

Tonight for Sure

TONIGHT FOR SURE
Esordio più o meno "ufficiale" di Coppola alla regia di un lungometraggio, "Tonight for Sure" è una piccola commedia "di costume", le cui intenzioni evidenti sono quelle di prendere in giro certi moralismi mettendone a nudo l'ipocrisia. Due uomini, uno dall'aspetto di cowboy (con tanto di cavallo) e l'altro vestito elegante (con fare guardingo da "spia"), si incontrano in un locale di burlesque per sabotare lo spettacolo in nome della "decenza". Mentre aspettano l'ora "x" si raccontano i motivi per cui han deciso di impegnarsi in questa "crociata morale": più il tempo passa, più l'alcool aumenta, più i due uomini fanno fatica a mettere a freno la loro cupidigia sessuale, avvicinandosi sempre di più al palco, e i racconti stessi trasudano una mania erotica esagerata. Il finale completa il denudamento etico dei due protagonisti, portando ad un colpo di scena all'insegna del contrappasso.
La qualità video della versione da me recuperata non è il massimo e diventa, quindi, assai difficile analizzare per bene il "valore" tecnico della pellicola: sicuramente, però, si vede come la mano di Coppola sia ancora estremamente acerba, quasi amatoriale, non ancora "solidificata" nello stile e nelle tematiche. Si vede comunque una critica alla società e alle sue ipocrisie, nonché un sostanziale rifiuto per i facili manicheismi: l'ironia non è particolarmente brillante né tanto meno originale ma, nella sua modestia, funziona e il cast svolge con diligenza il proprio lavoro. Interessante, anche se causata sostanzialmente dall'unione di due progetti distinti, la commistione con altri generi, come il Western (per i racconti del "cowboy" sulle visioni nudiste di un suo amico) o la parodia dell'indagine con tocchi slapstick (nel racconto dell'uomo elegante, impegnato in una ricerca da guardone).
Non un film imperdibile, ma se si vuole approfondire la Poetica di Coppola una visione la merita.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Dementia 13 - Terrore alla tredicesima ora

  • Horror
  • USA
  • durata 81'

Titolo originale Dementia 13

Regia di Francis Ford Coppola

Con William Campbell, Luana Anders, Bart Patton, Mary Mitchell

Dementia 13 - Terrore alla tredicesima ora

In streaming su Cultpix

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DEMENTIA 13
Successivamente a "Tonight for Sure", Coppola viene "reclutato" da Roger Corman nella sua factory e, dopo alcuni lavori con mansioni varie, arriva, sempre grazie a Corman, a dirigere il suo secondo Lungometraggio (che però porterà ad una rottura con il regista-produttore, anche se poi questi apparirà in un cameo in "The Godfather: Part II").
"Dementia 13" è un gotico "contemporaneizzato" a tema spettrale-psicologico, argomento comune con Opere come "The Haunting", anch'esso del '63: non saprei indicare di preciso chi sia uscito prima tra il film di Coppola e quello di Wise (a sua volta tratto da un Romanzo), ma ho avvertito delle affinità, soprattutto nella fase iniziale, con tanto di voce fuori campo usata per esplicitare i pensieri della apparente protagonista. A proposito di questo personaggio, nel suo "flirtare" con il "crimine" (copre la morte del marito per non compromettere la sua eredità e manipola la suocera per ottenere ripensamenti sul testamento) ma soprattutto per via della sua eliminazione a metà pellicola, non può non tornare alla mente un altro Classico del Periodo, ovvero lo "Psycho" di Hitchcock: tra l'altro, anche qui c'è di mezzo un misterioso serial killer che agisce "riportando in vita" una defunta (la sorellina Kathleen), e ritroviamo pure come mezza spiegazione (implicita) della follia omicida un profondo senso di colpa circoscritto ad un ambiente "famigliare".
Il film di per sé non regge il confronto né con i Classici citati in queste mie riflessioni né coi Capolavori e Cult che Coppola stesso dirigerà successivamente nella sua lunga carriera: l'attenzione dell'individuo spettatore è spesso sfuggevole, la messa in scena è poco incisiva e, nel complesso, il tutto scorre senza particolari guizzi. Comunque, l'Autore dimostra di conoscere piuttosto bene il suo mestiere, ogni tanto propone delle Immagini interessanti, come la radio gettata nell'acqua o il cadavere fluttuante, e già possiamo individuare alcuni dei Temi principali della sua Poetica, come la Famiglia.
Non un film imperdibile e, probabilmente, tra i lavori minori del Cineasta, ma a suo modo ha un perché: devono aver pensato ciò anche Richard LeMay, Dan DeFilippo e Justin Smith, visto che nel 2017 è uscito un remake diretto dal primo e scritto e prodotto dagli altri due.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Buttati Bernardo!

  • Commedia
  • USA
  • durata 96'

Titolo originale You're a Big Boy Now

Regia di Francis Ford Coppola

Con Elizabeth Hartman, Geraldine Page, Peter Kastner, Rip Torn, Karen Black, Michael Dunn

Buttati Bernardo!

YOU'RE A BIG BOY NOW
Finalmente, Coppola ha la possibilità di entrare ufficialmente ad Hollywood, e lo fa avviando in autonomia la produzione di un film (tratto da un romanzo di David Benedictus) per poi proporre il progetto alla Seven Arts (Warner Bros), che accetta: nasce così "You're a Big Boy Now", una sorta di commedia sexy-sentimentale dai toni decisamente neo-hollywoodiani, anticipatrice per certi versi di "The Graduate".
Coppola sperimenta molto con le Immagini e con i Suoni: interessante il modo in cui, nella sequenza del primo incontro notturno tra Amy e Bernard, si inseriscono i loro dialoghi fuori campo con un montage di situazioni varie. Di grandissimo impatto è anche l'inizio, con il Silenzio della Biblioteca squarciato da un brano rock, presentando assai bene l'esplosione emotiva suscitata da Barbara nel Protagonista. Magnifica pure la scena in discoteca dove, oltre a proiezioni di clip varie (tra cui alcune prese da "Dementia 13") sulle pareti del locale, si esplicita la distrazione esercitata da Barbara su Bernard durante la discussione con Amy tramite brillanti scelte di montaggio, tra cui la proposizione insistita di immagini in negativo della "Femme Fatale". Altro elemento interessante è il gusto "documentaristico-improvvisato" con il quale sono costruite sequenze come l'inseguimento nel supermercato o la passeggiata finale per le strade della città. Queste e ulteriori scelte stilistiche potrebbero essere viste come anticipazioni dell'Atmosfera che permea "The Rain People", Opera che chiuderà la fase sperimentale delle Origini di Coppola per aprirgli le porte al Successo di "The Godfather".
È possibile trovare anche spunti di riflessione sulla Crescita dell'Individuo e il modo in cui essa incide, tramite varie scelte, sui rapporti con Società (in particolare con la Famiglia), portando a galla Sentimenti come Insicurezza e Solitudine, Temi, questi, che in un modo o nell'altro caratterizzeranno tutta la Poetica del Regista.
Non manca qualche acerbità di fondo e, nel complesso, il risultato è sicuramente inferiore ai Capolavori successivi dell'Autore, ma comunque, per i motivi sopra espressi, "You're a Big Boy" è un'Opera di buon interesse artistico, superiore alle mie aspettative e meritevole di essere riscoperto.

Rilevanza: 1. Per te? No

Sulle ali dell'arcobaleno

  • Musicale
  • USA
  • durata 117'

Titolo originale Finian's Rainbow

Regia di Francis Ford Coppola

Con Fred Astaire, Petula Clark, Don Franks, Barbara Hancock, Tommy Steele

Sulle ali dell'arcobaleno

In streaming su Amazon Video

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FINIAN'S RAINBOW
Dopo il buon successo di "You're a Big Boy Now", a Coppola viene proposto un musical con Fred Astaire e Petula Clark, da un libretto di E.Y. Harburg e Fred Saidy (autori anche della sceneggiatura). Il Regista, a quanto pare non estraneo all'opera di partenza, accetta e così realizza questo "Finian's Rainbow".
Coppola si impegna nel mettere in scena con garbo questa commedia musicale con spruzzate di fantasy (il Leprechaun e la pentola dei desideri) e pieno di risvolti sociali, soprattutto riguardanti tematiche come diritti civili, razzismo e divario ricchi-poveri, il tutto strizzando l'occhio agli stilemi classici del genere. Tecnicamente il lavoro è svolto con grande competenza, le coreografie sono di ottimo livello, le musiche gradevoli, il cast è in forma e non mancano momenti simpatici.
Però è evidente che non ci troviamo di fronte ad una delle Opere più personali del Cineasta, il quale abbandona lo sperimentalismo degli esordi ma senza approdare ancora alla sicurezza espressiva dei "Godfather" o di "Apocalypse Now", limitandosi semplicemente a seguire i codici tradizionali del genere musicale, dilungandosi inoltre troppo nelle sequenze danzanti. I contenuti politici, per quanto in buona parte condivisibili, non riescono ad evitare le trappole del didascalismo e in ogni caso la matrice è quella riformista-democratica e non "rivoluzionaria" (il capitalismo, ad esempio, non viene per nulla contestato). Infine, per quanto il risultato si sia rivelato più godibile rispetto alle mie aspettative, non ho potuto non storcere un po' il naso di fronte a varie cadute nella melassa.
Concludendo, "Finian's Rainbow" è uno dei film minori di Coppola, ma comunque resta un lavoro gradevole e non privo di qualche elemento interessante.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Non torno a casa stasera

  • Drammatico
  • USA
  • durata 97'

Titolo originale The Rain People

Regia di Francis Ford Coppola

Con Shirley Knight, James Caan, Robert Duvall, Tom Arledge

Non torno a casa stasera

THE RAIN PEOPLE
"The Rain People" è un'Opera piuttosto ardua da commentare: da un lato l'acerbità delle origini non sembra essersi risolta completamente, soprattutto nella resa visiva della pellicola e nella costruzione narrativa, ma dall'altra troviamo delle Sperimentazioni stilistiche alquanto interessanti. Le inquadrature sono spesso tenute lunghe, sfociando non di rado in piani sequenza, la mdp tende a stringere il suo sguardo sulla Protagonista (magnifica Shirley Knight), imprigionandola quasi nell'Immagine ricreando così splendidamente l'oppressione psicologica che lei avverte e che la sprona a lasciare, di punto in bianco, il marito per partire in un viaggio senza meta: degna di nota la scena in cui invita in camera un estremamente obbediente James Caan, mostrando la scena (praticamente priva di stacchi) attraverso il riflesso nello specchio. Altre volte, però, il ritmo viene "ribaltato", adottando un montaggio più serrato e inserendo, all'interno di alcuni dialoghi, dei brevissimi flashback: questo avviene quando Caan parla del suo passato da giocatore di football, o quando Robert Duvall, nei panni di uno sbirro che si invaghisce della Protagonista, ricorda la morte della moglie.
Interessante anche la natura particolare del Film, un road movie (debitore in alcuni momenti a "Easy Rider", ad esempio quando lo sbirro "scorta" la Donna facendo un po' lo scemo in moto) dove assistiamo alle piccole grandi disgrazie della gente comune: il Personaggio di Caan, che si fa chiamare Killer, è l'unico personaggio davvero "buono" della Pellicola, ma questo a causa di un incidente che gli ha provocato danni cerebrali rendendolo un po' ritardato, mentre la Protagonista, Natalie, è l'unica che sembra porsi profonde Domande su sé stessa, mettendo in dubbio le proprie certezze morali per scoprirsi egoista. Tra lei e Killer si crea un legame strano, ricercato e respinto dalla Protagonista: da un lato la donna carica in auto lo sconosciuto per sperimentare qualcosa di insolito (e consolidare la propria fuga) ma dall'altro poi cerca di abbandonarlo una volta scoperta la necessità del giovane di essere seguito seriamente (cosa che cozza con quella che lei crede forse essere una fuga dalle responsabilità), salvo poi più volte tornare a caricarsi addosso l'uomo perché, in realtà, non riesce a lasciarlo in balia della crudeltà del fato e, soprattutto, delle altre persone. Il Finale, come ci si può aspettare, non può non essere drammatico e la chiusura arriva brutalmente, di netto.
Un'Opera interessante che spero di riguardare al più presto, per meglio cogliere il suo contributo nell'Evoluzione stilistica di Coppola.

Rilevanza: 1. Per te? No

Il padrino

  • Drammatico
  • USA
  • durata 178'

Titolo originale The Godfather

Regia di Francis Ford Coppola

Con Marlon Brando, Robert Duvall, Al Pacino, James Caan, Sterling Hayden, Richard Castellano

Il padrino

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

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THE GODFATHER
Molto probabilmente, se non quasi certamente, l'Opera più celebre e celebrata di Coppola, nonché uno dei più grandi successi della New Hollywood, "The Godfather" ha origine dalla tradizionale volontà di una major (la Paramount) di sfruttare la popolarità del Romanzo di Mario Puzo, co-autore della Sceneggiatura insieme al Regista. Pur partendo dalla major, il Film viene interiorizzato dal giovane Coppola il quale lotterà, anche duramente, con la produzione (rischiando quasi il licenziamento) per ottenere la Libertà creativa necessaria e, a causa delle varie pressioni tempistiche ed economiche, alcune scene furono quasi improvvisate. Alla fine però il Regista riesce a realizzare una Pellicola monumentale, un'Opera che ridefinisce massicciamente i Codici del Genere Gangsteristico, interessandosi più al Macro-Dramma familiare e al travagliato Percorso umano del Protagonista che non agli aspetti più tipici (oserei dire folkloristici) del Filone.
"The Godfather" è una Tragedia cupa: un Figlio (Michael), in principio ostile, in contrasto con lo status criminale del proprio nucleo famigliare, riscopre l'affetto per il Padre (Vito), detentore del Potere, nel momento in cui questi è più fragile, ferito nel fisico e circondato da nemici (esterni e interni). Il Figlio si lascia man mano trascinare dalle logiche, in passato ripudiate, del mondo in cui è cresciuto fino ad approdare al Delitto, ma questo è solo il primo atto del suo Percorso: fuggito in Sicilia (Culla del suo "Casato"), trova l'Amore ma lo perde subito brutalmente, e al suo Ritorno in America inizia a maturare le proprie "competenze criminali". L'Ascesa al Potere, in cui si inserisce la Morte del Padre (colpito da infarto mentre gioca col nipotino), prevede la progressiva Distruzione dei propri valori personali fino a raggiungere nel Finale una Spietatezza glaciale, lontana anche dall'"Etica criminale" del Padre.
Michael Corleone è una Figura solitaria, isolata, un Outsider che sale sulla Poltrona del Potere: non può essere un cittadino comune, ma si ritrova distante anche dai codici della criminalità organizzata tradizionale. Non è uno statunitense "puro", ma non è nemmeno un italiano "fresco d'immigrazione": la pronuncia yankee di Pacino nelle frasi in italiano, nella versione originale, offre un ottimo specchio di questa sua condizione "sine patria". Parte come aspirante cittadino americano perbene (è pure decorato di guerra), cerca di ritornare ai valori della sua famiglia, ma alla fine diventa un freddo affarista della mafia, molto più simile ai nemici dei Corleone che non a don Vito.
Chiudo qua le riflessioni, sperando di aver evitato la banalizzazione di questo Capolavoro e consapevole di aver omesso molti altri discorsi meritevoli di essere affrontati: non ho neanche proposto accenni alla tecnica, ma qui volevo evitare di scadere nel mero elenco.

Rilevanza: 1. Per te? No

La conversazione

  • Thriller
  • USA
  • durata 115'

Titolo originale The Conversation

Regia di Francis Ford Coppola

Con Gene Hackman, Frederic Forrest, John Cazale, Allen Garfield, Cindy Williams

La conversazione

In streaming su Paramount Plus

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THE CONVERSATION
Nell'intervallo tra i primi due "Godfather" Coppola mette in scena un progetto completamente suo, dichiaratamente influenzato da "Blowup" di Antonioni: vede così la luce "The Conversation".
L'Opera inizia con una graduale carrellata ottica in avanti (moto opposto all'incipit di "The Godfather"): da un campo lungo di una piazza, inquadrata dall'alto, gremita di persone la mdp stringe lo sguardo sul Protagonista, Harry Caul, intento a seguire una coppia e a sua volta tallonato da un mimo. La sequenza prosegue mostrandoci le fasi di registrazione della Conversazione del Titolo: la scena è costruita con un gusto per certi versi documentaristico, come se il pubblico stesse spiando egli stesso in prima persona, tra l'uomo e la donna. Il Protagonista si presenta subito come un autentico professionista, disinteressato ai contenuti spiati e alle eventuali implicazioni etiche del suo lavoro, e le scene immediatamente successive confermano il suo carattere emotivamente chiuso, in perenne paranoia riguardo alla propria privacy e incapace di gestire delle relazioni umane. L'ascolto continuato dei nastri registrati e la scoperta di una porzione di dialogo dove si parla di uccisione, però, lo portano a maturare profondi dubbi morali sulle sue azioni, riportando alla memoria una sua colpa passata. La Conversazione irrompe sempre più spesso nella vita del Protagonista, con flasbhack sonori e visivi, commentando quasi la sua stessa vita e portandolo anche ad avvisare in sogno la ragazza della minaccia. Una volta che i nastri vengono consegnati, a sua insaputa, al cliente, Caul decide di fare tutto il possibile per impedire il delitto: si apposta vicino al cesso di una stanza contigua a quella indicata nei nastri per origliare la lite che dovrebbe consumarsi oltre il muro, ma giunto il momento fatidico Harry non riesce ad agire. L'omicidio è avvenuto, ma nel Finale l'uomo si accorge di aver sbagliato l'interpretazione delle dinamiche, invertendo i ruoli dei carnefici e della vittima. Convinto di essere sorvegliato, ribalterà il suo stesso appartamento, senza però trovare nulla; il Film si chiude così con un suo assolo di sax nell'abitazione devastata. La Musica (curata da Shire) è un altro aspetto fondamentale nel Film: essa è strettamente legata al Tema del Suono e il modo in cui il Personaggio lavora sui nastri ricorda l'attitudine di un direttore d'orchestra, senza però Orchestra. Perché Harry Caul, in quanto Protagonista Coppoliano, è auto-condannato alla Solitudine, all'Isolamento, incapace di fidarsi di qualsiasi altro essere umano, collega, amico o amante che sia.
Un grandissimo Cast (Hackman straordinario nel delineare la Paranoia di Caul), una stupenda Fotografia di Butler e una messa in scena personalissima e sperimentale di Coppola contribuiscono a fare di "The Conversation" un autentico Gioliellino, se non addirittura un Capolavoro: per me, in ogni caso, si tratta di una delle migliori Opere dell'Autore.

Rilevanza: 2. Per te? No

Il padrino - parte II

  • Drammatico
  • USA
  • durata 185'

Titolo originale The Godfather Part II

Regia di Francis Ford Coppola

Con Robert De Niro, Diane Keaton, Al Pacino, Gastone Moschin, Robert Duvall, John Cazale

Il padrino - parte II

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

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THE GODFATHER: PART II
Subito dopo aver terminato "The Conversation", Coppola torna sui Personaggi, le Atmosfere e i Temi trattati in "The Godfather".
Particolare attenzione viene posta al Divario tra Padre e Figlio, reso evidente grazie ad un sapiente uso del Montaggio Parallelo, contrapponendo la continua "degradazione" etica di Michael alle Origini di Vito, qua interpretato da Robert De Niro. Essendo i Personaggi e i rispettivi Interpreti vicini qua per età, il Confronto risulta ancora più facile da operare: se l'ascesa del primo Godfather ha quasi il tono di un moderno Mito (smitizzato) di Fondazione, di un Dramma sull'Immigrazione, con il senso d'onore come Costante, il proseguimento della carriera criminale di Michael ha il gusto amarissimo della Paranoia, della Decadenza morale, del Tradimento nascosto ad ogni angolo, della Disillusione totale e dell'Abbandono.
Soprattutto nei rapporti con la Famiglia si assiste alla massima distanza caratteriale: mentre nella biografia di Vito è la Famiglia, dall'infanzia all'età adulta, a costituire il Faro, la Fonte dei Valori e il Motivo delle azioni del Godfather, con Michael invece la Famiglia inizia subito a sfaldarsi e, man mano, approda alle derive più disastrose.
La linea temporale di Michael è caratterizzata dal costante richiamo, tramite Personaggi (vecchi e nuovi) e Dialoghi, al Passato, ma questo, invece di creare un Collante con la narrazione di Vito, costituisce un ulteriore motivo di Divario. Innanzitutto, molti dei richiami al Passato coprono momenti e situazioni non mostrate nelle scene con Protagonista il Padre, ma la Divergenza è più evidente nel fatto che, mentre il racconto di Michael Corleone è intriso di Nostalgia, di un Senso di Fine di un'Epoca, di un'Agonia sostenuta, l'evoluzione del genitore è invece rivolta verso il Futuro. Paradossalmente, se da un lato l'illusione di Michael di poter ripulire gli affari di famiglia si scontra con una progressiva caduta nella corruzione e nell'ipocrisia, dall'altro il pragmatismo con cui Vito costruisce il suo impero criminale sembra rivolto ad una Speranza nell'Avvenire. La vendetta di Vito per l'uccisione di genitori e fratello è un mezzo che gli permette di liberare definitivamente il suo Futuro chiudendo così la sua linea temporale, mentre Michael diventa schiavo dei regolamenti di conti, anche quando i suoi nemici sono già stati largamente sconfitti. Interessante notare come il Montaggio delle uccisioni finali (topos della Trilogia) non sia "pompata", con tanto di contrasto religioso, come nel primo Film, ma prediliga un'Atmosfera di sostanziale miseria: il momento clou, l'uccisione del fratello, è desolante e sancisce definitivamente il ruolo di Carnefice, portandolo alla Solitudine dell'Epilogo.
Chiudo qua le mie considerazioni, per non dilungarmi oltre con riflessioni su altri Temi. "The Godfather: Part II" è riuscito a divenire un Contraltare indispensabile al primo Film, nonché uno dei Tasselli imperdibili nella Filmografia di Francis Ford Coppola.

Rilevanza: 1. Per te? No

Apocalypse Now

  • Guerra
  • USA
  • durata 147'

Titolo originale Apocalypse Now

Regia di Francis Ford Coppola

Con Marlon Brando, Martin Sheen, Robert Duvall, Frederic Forrest, Sam Bottoms

Apocalypse Now

IN TV Sky Cinema Due

canale 302 vedi tutti

APOCALYPSE NOW
L'Inferno del Vietnam, della guerra e del colonialismo viene messo in scena in modo brutale da Coppola, ma più che la Violenza è l'Ipocrisia, la Menzogna, l'Arroganza con cui tali guerre vengono portate in atto ad interessare la Critica del Cineasta: l'intervento militare, ricoperto di 'benevolenza', vede soldati dare cerotti agli innocenti che essi stesso hanno massacrato, vede ufficiali condannare per omicidio e 'follia' altri ufficiali quando tutti coloro che partecipano alla guerra sono assassini e pazzi e, alla fine, risulta impossibile stabilire un principio di "giustizia", di "idealistico" o anche solo di "sensato".
Come in "Heart of Darkness", prima di giungere al Colonnello Kurtz, uno Straordinario Marlon Brando la cui Presenza permea tutto il Film nonostante la piuttosto breve presenza sullo Schermo (e per di più sempre in ombra o quasi), Willard (Sheen) e il Pubblico devono passare per tutto l'Inferno del conflitto in Vietnam e, solo dopo aver sperimentato sulla pelle tutta la Follia bellica, si approda alla presenza della teocrazia del Colonnello.
La guerra e il colonialismo non sono però l'unico livello di lettura del Film. Tra gli altri argomenti si analizza, attraverso una cruda Filosofia, la Pazzia e la Malvagità dell'autorità e dell'Essere Umano, sempre alle prese, volente o nolente, con il potere. Non ci sono buoni o cattivi, non ci sono mostri, ma soltanto Esseri Umani che possono compiere gesti inquietanti con la stessa naturalezza e nel contempo costrizione con cui possono compiere gesti di Compassione o cedere ad uno schematico razionalismo materialista: ogni Individuo è folle e nel contempo lucido, e ogni Umano può essere Dio così come ogni dio è di fatto concepito dall'umano.
Mi fermo qua perché potrei solo banalizzare ulteriormente le numerose Domande Profonde che quest'Opera suscita e incita nell'Animo dell'attento Individuo Spettatore: faccio qualche accenno alla Magnifica Cura Cinematografica impiegata per lanciare i vari input di Riflessione, con particolare attenzione per le dissolvenze incrociate e le sovrimpressioni, le quali fondono insieme immagini diverse eppure similari, unite ad un Sonoro che, sia nei Rumori sia nei Dialoghi sia nelle Musiche, si unisce in modo Simbolico con le visioni mostrate caricandole di Senso e Significato. Importante il Ruolo di "The End" dei Doors, apertura e chiusura del Film e sua Colonna Portante a Livello Etico ed Estetico.
Fondamentale anche l'uso della Cavalcata delle Valchirie di Wagner (amato dai nazisti, ma in vita amico dell'Anarchico Bakunin) la cui 'irruenza' ben descrive, polemicamente, l'arroganza della potenza militare statunitense.
Comunque, si parla di un Capolavoro Cinematografico giustamente riconosciuto come tale e, per questo, merita di essere studiato da tutti e da tutte, che si parli di Cinema, di Filosofia o anche di Storia. Un giorno dovrò vedere anche l'edizione Redux e poi, quando uscirà, anche l'annunciato Final Cut.

Rilevanza: 1. Per te? No

Un sogno lungo un giorno

  • Commedia
  • USA
  • durata 100'

Titolo originale One from the Heart

Regia di Francis Ford Coppola

Con Frederic Forrest, Teri Garr, Raul Julia, Nastassja Kinski, Lainie Kazan

Un sogno lungo un giorno

ONE FROM THE HEART
Flop che quasi compromise la carriera di Coppola, costringendolo a vendere gli studi Zoetrope (in cui il film, stando alla didascalia conclusiva, è stato interamente girato), "One from the Heart" fa parte di quei vari insuccessi commerciali che portarono alla morte della New Hollywood.
Nonostante l'insuccesso dell'epoca, "One from the Heart" è stato col tempo riscoperto e, qualche anno fa, è uscito in un'edizione speciale restaurata da Coppola in persona. Non so se in questa riedizione, da me vista, il Regista abbia cambiato qualcosa (nei titoli "postumi", dopo quelli di coda "dell'epoca", mi è parso di vedere la voce "digital effects"), ma è noto l'uso di avanguardistiche tecniche di compositing adottate nel Film, le quali permettevano di vedere gli sfondi aggiunti direttamente sul monitor durante le riprese. Al di là di questa innovazione, la Pellicola si presenta subito come un'Opera assai ricca sul piano visivo: sovrimpressioni adoperate al posto delle più classiche dissolvenze, uso di piani-sequenza anche piuttosto arditi, sovrinquadrature, abbondanza di riflessi (negli specchi, nelle vetrine), luci molto precise nella scelta dei Colori e nella concentrazione dell'illuminazione su specifici soggetti ecc. Nonostante queste scelte d'avanguardia e nonostante la trama sia radicata nella contemporaneità, il Film sembra revocare uno stile narrativo e quasi visivo tipico della Hollywood classica, adoperando un formato d'aspetto per l'epoca "vetusto" come il 4:3, optando per uno Spirito quasi da Musical (le canzoni di Tom Waits, pur essendo fuori campo, sono onnipresenti e non mancano diverse sequenze di ballo) e raccontando una storia d'amore dall'esito ovviamente felice (ma funzionale allo Spirito dell'Opera).
Pur non presentando la "cattiveria" con il quale solitamente si identifica lo Stile del Regista, "One from the Heart" è comunque un'Opera molto personale e visibilmente sentita dall'Autore e se, magari, ad una prima visione può sembrare (e probabilmente lo è) meno incisiva rispetto ai suoi Capolavori maggiori, non si possono negare i numerosi spunti interessanti che il Film offre, sui rapporti interpersonali apparentemente improntati sull'Effimero, sull'apparente caduta di ogni possibilità di Sogno, senza dimenticare il Tema del Tempo, insito nella sospensione cronologica in cui l'Opera vive.
Un Film che spero vivamente di rivedere e studiare con attenzione.

Rilevanza: 1. Per te? No

I ragazzi della 56ª strada

  • Drammatico
  • USA
  • durata 91'

Titolo originale The Outsiders

Regia di Francis Ford Coppola

Con C. Thomas Howell, Matt Dillon, Ralph Macchio, Diane Lane, Patrick Swayze, Rob Lowe

I ragazzi della 56ª strada

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

vedi tutti

THE OUTSIDERS
Dopo il flop di "One from the Heart", Coppola viene avvicinato da una bibliotecaria al libro di una giovanissima scrittrice, "The Outsiders" di S.E. Hinton. Il Romanzo racconta la storia di un adolescente, Ponyboy, alle prese con un contesto di continua rivalità tra due gruppi di ragazzi, da un lato i proletari Greaser, di cui fa parte il Protagonista, e dall'altro i "figli di papà" Socs.
Coppola è colpito dal romanzo e accetta così di dirigere il progetto: nasce un'altra grande Opera Artistica del Cineasta, un Gioiellino se non addirittura un Capolavoro.
L'Autore 'documenta' ancora una volta un mondo violento, dove l'Innocenza e i Sogni giovanili risultano costantemente minacciati dal cinismo della società. Le gang, come accadeva coi mafiosi in "The Godfather", non vengono mitizzate, ma nemmeno condannate seguendo una morale perbenista. I Dubbi, le Sofferenze, le Contraddizioni, l'Etica dei vari Personaggi coinvolti nelle vicende raccontate sono mostrate in tutte le loro sfaccettature e anche se per i Greasers si è portati a provare maggiore simpatia in quanto 'Outsiders', reietti che la società ha reso tali e la cui violenza è semplicemente la risposta trovata alle provocazioni e alle ingiurie dei più benestanti, pure tra i borghesissimi Socs si può trovare una forte umanità: nonostante la loro violenza sia palesemente classista, anche i "figli di papà" hanno dei problemi, dovuti principalmente alla Noia e all'Insoddisfazione insite sotto diversi aspetti proprio nella loro condizione di Privilegiati.
Sul Piano Cinematografico Coppola accompagna il Realismo della vicenda narrata a soluzioni visive suggestive e poetiche, con diversi usi espressivi delle sovrimpressioni e del controluce, in particolare quando viene usato per fotografare i paesaggi naturali. La Canzone principale "Stay Gold", composta da Carmine Coppola (padre del Regista) e cantata da Stevie Wonder, è straordinaria; il Cast è tutto in parte, specialmente i giovanissimi Protagonisti (ma anche il disperato Dillon, per certi versi anticipatore del Rusty interprerato da Rourke in "Rumble Fish", dove invece il 'pischello' sarà Dillon); la Fotografia è stupenda, il Montaggio impeccabile. Ci si commuove sinceramente, grazie ad una Emotività forte e genuina e non costruita in modo finto e buonista.
Un Film da vedere assolutamente: io finora ho guardato sempre la versione "The Complete Novel" (o Director's Cut), con molte canzoni d'epoca e una spiccata fedeltà al Romanzo di Hinton.

Rilevanza: 1. Per te? No

Rusty il selvaggio

  • Drammatico
  • USA
  • durata 94'

Titolo originale Rumble Fish

Regia di Francis Ford Coppola

Con Matt Dillon, Mickey Rourke, Diane Lane, Dennis Hopper, Nicolas Cage, Chris Penn

Rusty il selvaggio

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RUMBLE FISH
Sul set di "The Outsiders" Coppola ha modo di leggere un altro Romanzo di Hinton, "Rumble Fish", e decide praticamente subito di gettarsi nella preparazione di una sua trasposizione.
La Fotografia in Bianco & Nero, diretta da Stephen H. Burum, è straordinaria e mette superbamente in risalto le ombre, ricreando bene un Clima da film anni '50-'60, da Fine di un'epoca leggendaria e inizio di un periodo grigio e decadente, ma serve anche a far entrare l'Individuo Spettatore negli Occhi del Motorcycle Boy (un intenso Mickey Rourke), fratello del Protagonista 'principale' Rusty (Matt Dillon, sempre convincente in panni "ribelli"). Magistrali gli inserti a Colori, per i Pesci combattenti del Titolo originale e in un breve 'lampo' nel Finale, dove probabilmente Rusty ha un 'flash' in cui vede e sente come il Fratello appena ucciso dallo sbirro (la lettura del Libro confermerebbe questa interpretazione).
I rapporti col Romanzo omonimo della Hinton, co-autrice con Coppola della Sceneggiatura e presente in un cameo come prostituta che abborda Steve, sono caratterizzati da una sostanziale fedeltà ma, come accade nelle Trasposizioni d'Autore che si rispettano, dalle 'piccole' differenze è possibile ricavare degli Spunti di riflessione estremamente interessanti. In particolare si elimina la Cornice "nel presente" con cui si apriva il flashback che costituiva la narrazione principale (nel Libro) e, in generale, si limano diversi dettagli riguardanti il migliore amico del Protagonista. Relegando in un secondo piano l'Amicizia con Steve, il Film rafforza e sottolinea il Legame fraterno tra Rusty e Motorcycle Boy, che nell'Opera di Coppola diventa talmente importante da costituire forse il Tema principale. Rusty vive la sua vita cercando e credendo di riflettere il Mito del Fratello, il quale però ha una Sensibilità completamente differente da chiunque nella società 'normale, come rivela in un dialogo il Padre ubriaco dei due giovani (sempre grandissimo Dennis Hopper). Per questo il Motociclista viene ucciso dallo Sbirro, tanto incline a chiudere uno e più occhi alle 'marachelle' dei ragazzi quanto totalmente ostile alla Diversità indecifrabile e all'assoluta Non (anzi Anti) appartenenza del Motociclista alle norme sociali.
Ci sarebbero moltissimi altri Spunti interessanti da trattare, come il Tema del Tempo (orologi onnipresenti e colonna sonora, curata da Stewart Copeland, ticchettante), il notevole uso della Profondità di Campo, le Domande su Valori, Leggende e relativo Senso esistenziale, il Montaggio (curato da Barry Malkin) serrato con diversi time lapses nelle riprese esterne dei Paesaggi...
Chiudendo, "Rumble Fish" è sicuramente una delle Opere migliori di Coppola, dove il suo Stile visivo ha maggiore possibilità di esprimersi toccando vette poetiche sensazionali: anche se (molto) meno celebre rispetto a "The Godfather", questo potrebbe essere il suo massimo Capolavoro sul piano artistico, o almeno lo è per me.

Rilevanza: 1. Per te? No

Cotton Club

  • Gangster
  • USA
  • durata 128'

Titolo originale The Cotton Club

Regia di Francis Ford Coppola

Con Richard Gere, Diane Lane, Bob Hoskins, James Remar, Gregory Hines, Lonette McKee

Cotton Club

THE COTTON CLUB
Nato come progetto su commissione, "The Cotton Club" prevede l'unione tra Gangster Movie e Film Musicale, tra ricostruzione storica e storia sentimentale.
Al di là del Genere affine a "The Godfather" (tra i soggettisti è indicato pure Mario Puzo), il Film è sostanzialmente coerente con la Poetica Coppoliana anche per altri motivi, come la messa in scena non compiaciuta della violenza e delle logiche della criminalità organizzata, di cui si mettono in luce i collegamenti con il mondo dello spettacolo. Le comparsate dei "personaggi storici", come Chaplin o Calloway, non convincono appieno (alcune sembrano caricature abbozzate), ma l'Atmosfera anni '20-'30 è credibile e, analogamente a quanto accadeva in "One from the Heart", si sente un certo richiamo al Cinema del Passato, soprattutto nella Fotografia, a Colori ma con quell'Attenzione per le Ombre tipica del B/N. Il Montaggio è stupendo, specialmente nelle sequenze in parallelo come l'Uccisione finale di Dutch contrapposta allo show di tip tap. Questa logica del parallelo, tra l'altro, si avverte molto nella messa in scena delle varie vicende, apparentemente slegate tra loro ma fortemente collegate dagli ambienti malavitosi e, soprattutto, dal Cotton Club: l'intreccio tra le "macro-storie" di Dixie e di Sandman rafforza quel Senso di Coralità che caratterizza da un certo punto di vista il Gusto Coppoliano.
Non ci sono figure pienamente positive, perché un po' tutti e tutte, compresi i Protagonisti, sono coinvolti nel meccanismo della criminalità organizzata e accettano, per quanto malvolentieri, di sottostare al dominio dei gangster (molti tanto pittoreschi quanto patetici, a guardar bene) pur di farsi una carriera, nascondendosi dietro la paura e non di rado cadendo in più o meno piccole ipocrisie. Per certi versi sembra che il Regista abbia cercato di costruire un ritratto esplicitamente critico della malavita, cosa che non aveva avuto modo di rendere così evidente con i vari "Godfather".
Ad una seconda visione, devo ammettere, ho notato una certa "difettosità" generale, insieme ad un sensibile calo del coinvolgimento emotivo, ma nel complesso il film resta più che valido, con un Cast di buono e in alcuni casi ottimo livello ed una regia sempre molto competente e sperimentale da parte di Coppola.

Rilevanza: 1. Per te? No

Peggy Sue si è sposata

  • Commedia
  • USA
  • durata 100'

Titolo originale Peggy Sue Got Married

Regia di Francis Ford Coppola

Con Kathleen Turner, Nicolas Cage, Barry Miller, Catherine Hicks, Joan Allen

Peggy Sue si è sposata

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PEGGY SUE GOT MARRIED
Commedia sentimentale con base "fantasy" (un improvviso "viaggio nel tempo" riporta la protagonista al liceo), "Peggy Sue Got Married" è un altro lavoro su commissione ed è, infatti, evidente che non ci troviamo di fronte ad una delle Opere più personali e riuscite di Coppola.
Durante la fase di "avviamento", ovvero nelle scene riguardanti la reunion scolastica (ambientate negli anni d'uscita del film) e in quelle dove si mostra Peggy Sue alle prese con i primi stadi del suo ritorno al passato, si ha l'impressione di assistere ad una banale commediuola romantica per teenager e, personalmente, ho faticato in certi momenti a tenere a bada la mia irritazione, soprattutto quando si calca il pedale del sentimentalismo.
Pian piano, però, la pellicola inizia a carburare e la situazione migliora percettibilmente: certo, alcuni cliché continuano a rimanere (ad esempio il dover rivelare il segreto ad alcune persone selezionate) e l'epilogo ha forse qualcosa di frettoloso e scontato, ma si possono trovare man mano degli interessanti spunti di riflessione. In particolare, sono evidenti i richiami al Tema del Tempo, su cui Coppola ha bene o male sempre prestato particolare attenzione (il Ticchettio costante di "Rumble Fish", il montaggio parallelo in "The Godfather: Part II", le diverse storie incentrate su Crescita e Nostalgia...): Peggy Sue, da donna matura, si ritrova catapultata di nuovo nell'adolescenza, avendo così la possibilità di rivivere un periodo "naturalmente" proiettato con speranza verso il Futuro con l'ottica disincantata dell'adulta segnata dalle esperienze. Pur decidendo di approfittare dell'occasione per assaporare meglio le relazioni con le persone care durante la giovinezza, in particolare parenti (anche qui la Famiglia resta un motivo di primo piano), e per cercare di cambiare il suo futuro, alla fine la protagonista è assalita dalla volontà di ritornare al Presente, nonostante (anzi, proprio grazie) ai Dolori che ha subito (o subirà).
Dunque, "Peggy Sue Got Married" è un prodotto decisamente minore nella Filmografia dell'Autore, ma si dimostra più interessante e meno fastidioso di quanto temessi all'inizio.

Rilevanza: 1. Per te? No

Giardini di pietra

  • Drammatico
  • USA
  • durata 112'

Titolo originale Gardens of Stone

Regia di Francis Ford Coppola

Con James Caan, James Earl Jones, Anjelica Huston, D.B. Sweeney, Mary Stuart Masterson

Giardini di pietra

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GARDENS OF STONE
Altro film (credo) su commissione per Coppola, che nei crediti toglie il "Ford": scelta questa presa quasi sempre da "Apocalypse Now" a "New York Stories", con "Rumble Fish" e "Tucker" più qualche corto o lavoro secondario come eccezione.
Con "Gardens of Stone" si torna a parlare di Vietnam, optando per il punto di vista di chi è rimasto negli states, soprattutto veterani ma anche civili e reclute: si inizia con il funerale di un giovane soldato per poi procedere a raccontare, in un unico ininterrotto flashback, l'addestramento di quel ragazzo e il rapporto praticamente "padre-figlio" che sviluppa con il sergente protagonista (interpretato dal fidato James Caan). L'idea di per sé aveva un potenziale molto interessante, servendo su un piatto d'argento la possibilità di costruire un Contraltare "pacifico" ad "Apocalypse Now". Purtroppo, però, il risultato è palesemente molto inferiore rispetto al Capolavoro del 1979, ma anche senza aspettarsi il raggiungimento di quel livello è la difficoltà nel riconoscere la Mano dell'Autore che impedisce il pieno apprezzamento della pellicola: si cade spesso in una retorica moderata e quasi cerchiobottista (dove la critica alla guerra in Vietnam è controbilanciata dal rispetto per l'istituzione militare), i sentimentalismi facili abbondano e nel complesso non si esce dal solito dramma sui giovani soldati che partono per sacrificare sé stessi in nome della patria. Devo aggiungere poi, a titolo esclusivamente personale, che la "devozione" nei confronti dell'esercito, cozzando pesantemente con le mie convinzioni anarchiche, contribuisce ad abbassare ulteriormente il mio gradimento personale.
Però la competenza tecnica di Coppola e la bravura del Cast riescono a rendere quantomeno dignitoso il prodotto, inoltre il Cineasta mantiene il suo sguardo attento sulle Sfaccettature più "Umane" dei Personaggi e, in mezzo ai sopra citati sentimentalismi, troviamo il Dolore autentico per l'assurdità tipica delle morti giovani, riflesso forse del lutto dell'Autore per il figlio Gian-Carlo.

Rilevanza: 1. Per te? No

Tucker - Un uomo e il suo sogno

  • Biografico
  • USA
  • durata 113'

Titolo originale Tucker - The Man and His Dream

Regia di Francis Ford Coppola

Con Jeff Bridges, Joan Allen, Martin Landau, Frederic Forrest, Dean Stockwell

Tucker - Un uomo e il suo sogno

In streaming su Pluto TV

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TUCKER: THE MAN AND HIS DREAM
Film biografico sull'imprenditore Preston Tucker e la realizzazione della Tucker Torpedo.
Il progetto era da lungo tempo coltivato da Coppola, e il ritorno del "Ford" nei crediti potrebbe essere visto come una prova dell'interessamento personale alla materia trattata: inizialmente era prevista una struttura musicale ma poi, quando il progetto venne riportato in vita grazie all'interessamento anche produttivo di Lucas (amico dell'Autore), questa idea venne accantonata (su suggerimento dello stesso Lucas) per un più convenzionale biopic hollywoodiano.
Il risultato finale quindi propone un tono sostanzialmente agiografico, trasformando la storia della Torpedo e del suo creatore in una sorta di fiaba con morale ottimista nei confronti dell'American Dream. Personalmente, non conoscendo a sufficienza la vita di Tucker, non sono in grado di fare dei confronti precisi tra i fatti reali e la trasposizione cinematografica, ma a quanto pare le modifiche sono numerose e volte a limare gli aspetti meno piacevoli del Personaggio storico. In ogni caso, l'aspetto esplicitamente elogiativo del film non incontra facilmente il mio apprezzamento e, per questo, affermo di reputare "Tucker: The Man and His Dream" un altro lavoro minore all'interno della Filmografia Coppoliana.
Comunque, alcune scelte visive, soprattutto relative al compositing (ad esempio quando, in una telefonata di Tucker alla moglie, vediamo la donna inserita in primo piano, come se fosse in scena assieme al marito), ai movimenti di macchina usati per accompagnare certi stacchi di montaggio, alla Fotografia (soprattutto nelle luci e nei colori), mi hanno colpito positivamente, oltre ad aver apprezzato molto le interpretazioni dei vari membri del Cast e la colonna sonora curata da Joe Jackson.
Ricapitolando, "Tucker" è, secondo me, un Coppola decisamente minore, a causa soprattutto della sua natura celebrativa, rispetto ad altri Capolavori e Cult realizzati prima (ma anche dopo), però il Regista mantiene sempre uno sguardo molto competente e attento nella messa in scena, senza rinunciare ad alcune sperimentazioni visive interessanti.

Rilevanza: 1. Per te? No

Il padrino - parte III

  • Drammatico
  • USA
  • durata 162'

Titolo originale The Godfather - Part III

Regia di Francis Ford Coppola

Con Al Pacino, Diane Keaton, Andy Garcia, Eli Wallach, Sofia Coppola, Robert Duvall

Il padrino - parte III

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

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THE GODFATHER: PART III
Coppola torna nel '90 su "The Godfather", probabilmente il suo successo più grande, per chiudere definitivamente la Trilogia.
Rispetto alle "Parti" precedenti", la "III" è considerata quasi all'unanimità il punto debole della Saga, se non addirittura una merda. Al di là del "manicheismo critico" di certo pubblico, è difficile non notare un calo qualitativo rispetto ai Film precedenti: la Forza che caratterizzava la Saga si smorza sensibilmente, rendendo meno coinvolgente la visione, ma soprattutto si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un qualcosa di non completamente riuscito, come se gli obiettivi prefissati non fossero stati raggiunti appieno. Questa sensazione è dovuta probabilmente alla presenza di punti deboli, alcuni evidenti come la recitazione abbastanza mediocre di Sofia Coppola (scelta all'ultimo momento in sostituzione di Winona Ryder), altri "intuiti" ma ardui da razionalizzare.
Nonostante tutte le sue zoppicature, però, ritengo quest'Opera pesantemente sottovalutata. Coppola chiude la Tragedia famigliare e personale di Michael Corleone mantenendo alta un'Atmosfera di Melanconia e Stanchezza perenne: il Protagonista, dopo aver toccato il punto di massima "dannazione" con l'uccisione del fratello Fredo, approda più o meno alla stessa età del padre Vito nel primo Film e il peso enorme della corruzione e della violenza lo riporta, per certi versi, alla riluttanza iniziale nei confronti degli affari di Famiglia. Da sempre Michael aveva giustificato le sue azioni malavitose con la necessità di difendere i suoi congiunti e con il progetto di ripulire il Nome dei Corleone, ma più queste illusioni si rafforzavano più egli sprofondava ulteriormente nel Marciume del Potere: legandosi, in questo Capitolo, alla Chiesa Cattolica, invece di rompere lo sprofondamento nell'abisso arriva a toccare con mano le peggiori meschinità della Storia politica "contemporanea". Questo, unito al progressivo avvicinamento del nipote Vincent a Michael e alla figlia Mary, alla crescente aggressività dei nemici (molti dei quali "amici") e a problemi causati dal diabete, portano il Protagonista ad accettare finalmente la sua incapacità di legittimare la propria Famiglia, lasciando il titolo di Godfather al nipote. Purtroppo, il suo ritiro risulta tardivo: l'ultima resa dei conti, la cui orchestrazione è già affidata all'erede, procede in parallelo con contromosse degli avversari che, tra gli altri esiti, portano all'uccisione di Mary, l'Innocente, colpita per sbaglio al posto del padre. L'Urlo disperato di Michael, il cui Suono giunge tardivamente rispetto alle Immagini, suggella definitivamente la Tragica Sorte dei Corleone, la cui chiusura, dopo un breve montaggio di scene di ballo, prevede la Morte dell'anziano ex-Padrino, solo su una sedia in Sicilia, annusato da un cagnolino.
Intanto chiudo qua le mie riflessioni, per evitare d'incartarmi ulteriormente, su questo Film, Chiusura imperfetta ma interessante e personale di una Trilogia giustamente Storica.

Rilevanza: 1. Per te? No

Dracula di Bram Stoker

  • Horror
  • USA
  • durata 130'

Titolo originale Bram Stoker's Dracula

Regia di Francis Ford Coppola

Con Gary Oldman, Winona Ryder, Anthony Hopkins, Keanu Reeves, Sadie Frost, Richard E. Grant

Dracula di Bram Stoker

In streaming su Netflix

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BRAM STOKER'S DRACULA
Dopo aver chiuso la Trilogia di "The Godfather", Coppola decide di mettere in scena, su sceneggiatura di James V. Hart, il Capolavoro letterario di Bram Stoker. L'operazione in qualche modo riporta il Regista ad un progetto esplicitamente ambizioso e la scelta precisa, che come noto portò a sostituire una prima squadra di effettisti con un'altra guidata dal figlio Roman, di rifiutare in toto effetti digitali in favore di effetti "antiquati", soprattutto di natura ottica, risalenti in buona alle origini del Cinema non fa che rafforzare l'ambizione (o "pretenziosità") di partenza.
Il Risultato è un'Opera artistica che un individuo amante della Settima Arte è portato ad amare e "studiare" con attenzione. Il Dracula di Coppola, prima di essere un Horror Gotico-Sentimentale, è un'altra Dichiarazione d'Amore dell'Autore per il Cinema, per la sua capacità di creare un'Immaginario unico e "magico" mediante la manipolazione della realtà: le sovrimpressioni, le dissolvenze, le proiezioni, persino l'"omaggio" alle ombre cinesi nella Sequenza d'apertura sono una prova costante di come, senza dover aggiungere oggetti creati in digitale, la Macchina da Presa e la Pellicola possano trasformare qualcosa di ordinario in un'illusione spettacolare.
Cambiando argomento, in molti hanno discusso sulla fedeltà al Romanzo di partenza apparentemente indicata da quel "Bram Stoker's" che anticipa il Titolo "effettivo": a parte il fatto che questa formula è stata usata, visivamente, anche nei titoli di "Godfather" (e verrà usata anche in "The Rainmaker"), Coppola, nonostante l'aggiunta della storia d'amore tra Mina e il Conte e il richiamo esplicito alla Figura storica di Vlad Tepes (più altri rimaneggiamenti piccoli e grandi, per lo più derivati dai cambiamenti principali), mantiene nella sua trasposizione diversi aspetti narrativi generalmente esclusi da altre versioni, a partire dalla struttura "diaristica" del racconto, riuscendo inoltre a catturare in modo personale l'Atmosfera Gotica della Vicenda.
In questo senso, l'inserimento del Tema Romantico dà un suo sostegno allo Spirito Goticheggiante, sposandosi bene con l'Estetica dei Costumi, delle Scenografie e delle Musiche. Oltre a ciò, l'idea dell'Amore che "attraversa gli Oceani del Tempo" introduce Riflessioni costanti nella Poetica coppoliana, come la Questione della Solitudine, "condanna" comune a tutti o quasi i Protagonisti delle Opere dell'Autore, e soprattutto rientra nella continua Indagine del Cineasta sul Tempo. Dracula e Mina sono Figure che si muovono nel corso della Storia, Personaggi senza età (il primo saltando avanti e indietro tra gioventù e vecchiaia, la seconda conservando sempre la propria giovinezza) estranei alle costrizioni della Cronologia.
Intanto chiudo qua le mie "farneticazioni": "Bram Stoker's Dracula" è sicuramente una delle Opere più importanti e riuscite di Coppola, e qualsiasi elemento "negativo" possa esservi trovato non riuscirà ad intaccarne la Bellezza Artistica.

Rilevanza: 2. Per te? No

Jack

  • Commedia
  • USA
  • durata 83'

Titolo originale Jack

Regia di Francis Ford Coppola

Con Robin Williams, Diane Lane, Bill Cosby, Jennifer Lopez, Brian Kerwin

Jack

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JACK
Altro film su commissione per Coppola, questa volta prodotto dalla Disney.
In confronto ad altri lavori minori del Regista, come "Gardens of Stone" o anche "Tucker", "Jack" pare avere però qualcosa di più: forse è la prima visione che "migliora" la mia percezione soggettiva, ma ho trovato il risultato finale molto più interessante e sorprendente rispetto alle aspettative iniziali. Ciò che mi ha colpito in particolare è stata la profonda Amarezza dell'Opera, presente fin dallo spunto di partenza (un bambino invecchia 4 volte più velocemente della norma) e sottolineata da una messa in scena coinvolgente e attenta, ricco di trovate poetiche, come la farfalla morente osservata dal Protagonista in un momento di forte sconforto per la sua condizione, analoga appunto alla brevità della vita dell'Insetto. La condizione di bambino imprigionato nel corpo di un adulto non è costruita tanto all'insegna del divertimento quanto alla volontà di far sentire la Sofferenza del Diverso. Inoltre, la proposizione di continue riflessioni sulla Morte, sulla Caducità dell'Esistenza (come nella citata scena della farfalla, ma anche il discorso sulla Stella cadente, Immagine usata nei titoli di coda come dedica a "Gia", il figlio morto del Regista) e sull'Inquietudine dell'Individuo umano di fronte a questa consapevolezza non è, o non mi sembra, così scontata in un film hollywoodiano per famiglie.
Da non sottovalutare poi il Tema del Tempo, come già detto per altre pellicole costante nella Filmografia dell'Autore, insieme al Motivo della Solitudine: questi elementi, uniti alla solita grande competenza tecnica di Coppola, alla buona direzione del Cast (con Robin Williams magnifico, come al solito sospeso tra Comicità sfrenata e Sfumature dolenti) e all'attenzione per l'Umanità dei Personaggi, contribuiscono a rendere "Jack" un film molto più personale e riuscito rispetto alla generalmente negativa accoglienza ricevuta. Non ci troviamo certo di fronte ad uno dei Capolavori migliori del Cineasta e non mancano diverse cadute nei cliché della "bambinata" disneyana, ma nel complesso siamo di fronte ad una Pellicola molto interessante e godibile, in grado anche di commuovere l'individuo spettatore, pure quello meno avvezzo alla lacrima facile.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

L'uomo della pioggia

  • Drammatico
  • USA
  • durata 135'

Titolo originale The Rainmaker

Regia di Francis Ford Coppola

Con Danny De Vito, Matt Damon, Claire Danes, Jon Voight, Mickey Rourke

L'uomo della pioggia

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THE RAINMAKER
L'ultimo lungometraggio realizzato da Coppola negli anni '90 è un altro adattamento di un romanzo, questa volta di John Grisham, e vede il ritorno del Regista alla sceneggiatura (dopo "The Godfather: Part III").
"The Rainmaker" è, sostanzialmente, il tipico legal drama hollywoodiano: troviamo una storia edificante sul piccolo avvocato, un idealista che vuole usare la propria professione per aiutare la gente, il quale, nonostante gli enormi svantaggi di partenza (amplificati dalla sua condizione di "novellino"), riesce a mettere sotto scacco la grossa e potente compagnia di assicurazioni, Gigante finanziario il cui potere si fonda sullo sfruttamento spietato della gente comune. Ritroviamo quindi la manichea contrapposizione tra "buoni" e "cattivi", tipica dei lavori minori del regista (ma lontanissima dalle sue Opere migliori), assieme ad una buona fiducia nei valori degli usa: questi elementi, tra l'altro, avvicinano molto questa pellicola con "Tucker", dove pure il Processo costituiva un punto cruciale nella narrazione.
Però Coppola mette in scena il tutto con la sua solita grande competenza, calibrando piuttosto bene i tempi e ottenendo dal Cast delle interpretazioni ottimali per i rispettivi Personaggi. Non manca poi, soprattutto nel Finale, una carica critica nei confronti del sistema economico statunitense: i pezzi grossi (qua le assicurazioni) controllano di fatto la società e le sue leggi, piegandole ai propri interessi. L'happy ending, nonostante apra le porte alla speranza e all'ottimismo, costituisce di fatto un'eccezione alla norma, e inoltre non porta ad una tradizionale "giustizia": la società querelata finisce in bancarotta e non può quindi pagare il risarcimento richiesto nel verdetto, mentre il protagonista decide di abbandonare la sua professione, consapevole di potersi trasformare, in seguito a successive probabili vittorie, nella tipologia di avvocato servo dei poteri finanziari che tanto disprezza.
Chiudendo e ricapitolando, "The Rainmaker" rientra sicuramente tra i lavori meno imperdibili di Coppola ma nel complesso, oltre ad intrattenere con buon brio, riesce a proporre discreti spunti di riflessione sulle ingiustizie del sistema legale.

Rilevanza: 1. Per te? No

Un'altra giovinezza

  • Drammatico
  • USA, Romania, Italia, Germania, Francia
  • durata 124'

Titolo originale Youth without Youth

Regia di Francis Ford Coppola

Con Tim Roth, Alexandra Maria Lara, Bruno Ganz, André Hennicke, Marcel Iures

Un'altra giovinezza

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YOUTH WITHOUT YOUTH
A 10 anni di distanza da "The Rainmaker", Coppola torna alla Regia di un Lungometraggio, ispirandosi ad un romanzo di Mircea Eliade.
"Youth Without Youth" apre la Strada ad una nuova Fase nella Poetica del Regista, proseguita poi con "Tetro" (con il quale ho avvertito una certa vaga "somiglianza" nei Titoli di Testa, ma non saprei spiegare razionalmente come mai) e, intanto, apparentemente fermatasi con "Twixt": l'Autore abbandona quasi completamente ogni compromesso commerciale realizzando un'Opera completamente personale, all'insegna di una Sperimentazione che mescola le Competenze accumulate durante la sua lunga Carriera con un Entusiasmo per certi versi giovanile. La "giovinezza senza giovinezza" del Titolo inglese riflette così in un certo senso la condizione dell'Artista, un anziano che ritorna alle origini con una maggiore consapevolezza, ma anche con una certa Inquietudine. Ugualmente, l'ossessione del Protagonista, Dominic Matei, per il suo studio sull'Origine del Linguaggio potrebbe essere vista come un richiamo autobiografico al mai compiuto (finora) "Megalopolis".
Il riccorrente Tema del Tempo e dell'Età qui è esplicito nella trama stessa, mentre l'idea dell'Amore che travalica la Storia richiama molto "Bram Stoker's Dracula": come a conferma di questo legame tra le due Pellicole ritroviamo pure, oltre al ringiovanimento del Protagonista, la Reincarnazione della Donna Amata, Laura/Veronica. In questo caso, però, la Donna è collegata anche ad uno Spirito più Antico che potrebbe permettere a Dominic di toccare finalmente con mano la Soluzione del suo Studio: l'Amore e lo "Scopo" si intrecciano in un Corpo unico, ma l'approfondimento del secondo risucchia le Energie del primo, ponendo il Protagonista di fronte al Dilemma su quale scelta compiere, se proseguire nella sua ricerca "uccidendo" Veronica oppure se salvarla, anche se ciò implica la necessità di abbandonarla insieme al lavoro della sua Vita. Nel Finale, Dominic ritorna al punto di partenza, ovvero senza aver raggiunto il suo Obiettivo, in completa Solitudine (altra costante nel Cinema di Coppola), e con la Vecchiaia che, misteriosamente come era sparita, altrettanto inspiegabilmente ritorna di colpo a colpire il suo corpo.
Ci sarebbero molteplici Temi e Riflessioni da trattare, come la Figura del Doppio o la Questione della Memoria, ma, ad una prima visione, essi rischierebbero di incontrare un trattamento insufficientemente approfondito. Chiudo dicendo che, nonostante l'accoglienza di pubblico e di critica non proprio esaltante, per me "Youth Without Youth" è stato una autentica Rivelazione: le Sperimentazioni Audio-Visive operate da Coppola condensano e riscrivono un po' tutta l'Evoluzione stilistica del Regista, ottenendo alla fine un'Opere dal fascino vistosamente Artistico, pregno di Domande esistenziali interessanti e di Stimoli creativi. Forse un Capolavoro.

Rilevanza: 1. Per te? No

Segreti di famiglia

  • Drammatico
  • USA, Argentina
  • durata 127'

Titolo originale Tetro

Regia di Francis Ford Coppola

Con Vincent Gallo, Maribel Verdú, Alden Ehrenreich, Klaus Maria Brandauer, Carmen Maura

Segreti di famiglia

In streaming su Chili

TETRO
Circa un quarto di secolo dopo "Rumble Fish", Coppola torna con un Film prevalentemente in Bianco & Nero per raccontare una storia sospesa tra Presente e Passato, un Antico Mondo Contemporaneo: ancora una volta il BN è squarciato da intrusioni a Colori, qua usati soprattutto in vari Flashback. Da notare anche l'uso del 16:9 "puro" per i ricordi (a volte teatralizzati) a colori e il largo 2.35:1 per il "presente narrativo" in scala di grigi. Queste scelte contribuiscono a ribaltare l'orientamento cronologico, rafforzando la Natura extra-Temporale dell'Opera e di tutta la Filmografia Coppoliana (più volte si è parlato di come il Tempo e la sua decostruzione sia una costante Ossessione per l'Autore di "The Godfather: Part II").
Il Regista mescola, con un Gusto sperimentalista quasi antitetico rispetto alla propria età anagrafica (proseguendo sulla Scia di "Youth Without Youth"), il Cinema neo-hollywoodiano delle sue origini al Cinema classico, ma senza snobbare il Cinema (post?)contemporaneo: si mischiano anche l'Arte Cinematografica con il Teatro, la Letteratura, la Musica (forse anche con la Pittura), l'Autobiografia con il Surreale, il Realismo con il Simbolico, e così via.
Ritornano i soliti Temi cari al Cineasta, come la Famiglia, vista come Culla in cui tornare/approdare per godere una agognata Serenità ma anche come Covo di Invidie e Tradimenti, corrotto da lotte interne per il Potere, inibitore e nemico della Libertà. Importante anche la Ricerca, consapevole o meno, della propria Identità e del proprio posto nel Mondo da parte dell'Individuo: questo percorso di auto-scoperta utilizza vari mezzi, come l'Arte, e s'intreccia fortemente con la Famiglia e del Tempo, ovvero della Storia, ma anche con il Concetto dell'Amore. Non può, infine, mancare la Solitudine, condizione imprescindibile per i Protagonisti e le Protagoniste Coppoliani: l'(Auto)Isolamento è la Paura che minaccia costantemente le azioni dei Singoli, ma è anche una Meta melanconicamente bramata, oltre a costituire la causa principale dell'Atmosfera da Tragedia esistenziale tipica delle migliori Opere dell'Autore.
Come con il Film precedente, anche qui, essendo (mentre scrivo) fermo soltanto ad una prima visione (seppure recentissima), non me la sento di dilungarmi troppo oltre, per evitare di banalizzare troppo gli Spunti di Riflessione presenti in quest'Opera: chiudo affermando che, se dovessero esserci delle Debolezze (personalmente sono scisso sull'interpretazione di Ehrenreich), queste non solo non danneggiano il Film ma, per certi versi, ne rafforzano la Personalità e, perché no, l'Artisticità. Bisogna, infine, sottolineare che con "Tetro" Coppola torna a mettere in scena un soggetto completamente originale (eccezion fatta per i versi di "Fausta", elaborati da Mauricio Kartun), senza avere alla base un romanzo e/o una sceneggiatura altrui: l'ultimo caso del genere, se non sbaglio, dovrebbe essere "The Conversation" (anteriore di 35 anni)!

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Twixt

  • Horror
  • USA
  • durata 90'

Titolo originale Twixt

Regia di Francis Ford Coppola

Con Val Kilmer, Bruce Dern, Ben Chaplin, Elle Fanning, Joanne Whalley, David Paymer

Twixt

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Ultimo (per ora) Lungometraggio di Francis Ford Coppola, a meno che non si dia retta a Imdb contando "Distant Vision" come tale (ma ancora non ho ben capito cosa sia esattamente, pur intrigandomi come idea), questo "Twixt" è ancora oggi inedito in italia, stando almeno alle mie conoscenze in merito: considerando che son passati più di 7 anni dalla sua uscita, e che ultimamente il Cineasta pare sul punto di realizzare finalmente l'ambizioso progetto "Megalopolis", direi che si può parlare di imbarazzante vergogna distributiva del "belpaese" (ma purtroppo non è certo l'unica, anzi).
Comunque, tornando al Film, quasi come con "Tetro" (ma a differenza di "Youth Without Youth") non sono sicuro se, ad un livello strettamente personale, io abbia adorato la Pellicola oppure se la visione abbia lasciato in me delle perplessità più o meno ingenti. In ogni caso, sono piuttosto sicuro di ritenere "Twixt" un'autentica Opera d'Arte Cinematografica.
Coppola prosegue imperterrito nelle sue Sperimentazioni sull'Immagini, sempre con un Gusto da filmmaker "giovane-anziano", ovvero intrecciando l'Entusiasmo "avanguardistico" di una giovinezza riscoperta con la maturità consolidata dall'età e dall'esperienza nel Campo. Il Lavoro di Compositing ricorda un po' l'operazione compiuta con "One from the Heart" (flop economico per il Regista e per la New Hollywood, ma tassello fondamentale e sottovalutato nella Filmografia del Cineasta). Nei Colori, invece, notiamo nelle Scene (più evidentemente) Oniriche una pesante desaturazione contrastata da squarci Rossi e Arancioni, ottenendo un effetto che rievoca l'uso del BN in Opere come "Tetro" e, soprattutto, "Rumble Fish". Riguardo alle Sequenze di Sogno, queste costituiscono evidentemente i Momenti Salienti del Film, perché se nei momenti identificabili come "reali" si assiste ad una tranquilla e se vogliamo anche "banale" (ma non in senso strettamente negativo: credo che molto probabilmente tale esito sia intenzionale) storia di ispirazione perduta, nelle Visioni prodotte dal Protagonista durante il Sonno (a cui approda grazie anche all'Alcool) l'Autore costruisce il suo Discorso sul Genere, sull'Arte e sul loro rapporto con la Vita dell'Artista: dubito sia casuale l'analogia tra la morte in barca della figlia dello Scrittore nella finzione e la morte del figlio del Cineasta nella realtà). Le sfumature autobiografiche dell'Opera, però, possono benissimo essere rielaborate e appropriate dall'Individuo Spettatore/Lettore: le Domande e le Angosce esistenziali scaturite dalle Biografie degli Artisti possono essere recepite da qualsiasi altro Sensibilità personale, purché intellettualmente pronto ad esplorare i meandri più incerti del proprio animo.
Chiudendo, per me "Twixt" è un'Opera che merita di essere riscoperta, e che personalmente sento di dover approfondire con ulteriori visioni e revisioni, per sviscerare criticamente le mie riflessioni e opinioni in merito, intanto ancora acerbe.

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