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Top 8: Robert Rodriguez
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Top 8: Robert Rodriguez

Quest'anno ho dedicato diversi omaggi alle filmografie di Autori da me particolarmente amati, approfittando di compleanni 'a cifra tonda e/o mezza' (età che finiscono con 5 o con 0, per intenderci): una scusa per approfondire, a livello personale, le evoluzioni stilistiche di questi registi, con tanto di maratone personali dei loro film in ordine cronologico.
Ebbene, Robert Rodriguez, quest'anno, ha compiuto 50 anni. A differenza di Lynch, Carpenter, Cronenberg o Tarantino (per citare i registi a cui ho dedicato queste 'retrospettive d'auguri'), non ritengo Rodriguez un 'Maestro' del Cinema, nemmeno a livello personale (mi mancano ancora 5 lungometraggi, tra cui il sequel di "Sin City"), ma comunque anche lui ha più volte deliziato la mia cinefilia con film prevalentemente indirizzati all'intrattenimento dove si avverte una brillante capacità registica, in particolare nello sfruttare al meglio i propri mezzi riducendo il più possibile i costi, e soprattutto una profonda Passione per l'Arte cinematografica, che lo porta non solo a citare numerose pellicole (caratteristica in comune con il 'fratello' Tarantino, sopra citato) ma in particolare a tenere sott'occhio quasi ogni singolo aspetto della realizzazione delle pellicole, ricoprendo spesso diversi ruoli oltre alla regia, in particolare come direttore della fotografia, montatore e autore della colonna sonora (e in questo richiama invece Carpenter, dichiaratamente ammirato dal cineasta di origini messicane). Non mancano nemmeno alcune frecciatine socio-politiche, in particolare riguardo al popolo messicano: sicuramente sono molto secondarie rispetto all'intrattenimento, non raggiungono la profondità critica e contestatoria di Autori come Carpenter (per citarlo ancora) e, a livello personale, noto delle piccole ma significative divergenze, però comunque nella loro modestia vanno ad impreziosire un po' i Film rodrigueziani, aiutando le opere più deboli e rafforzando quelle più memorabili.
Per questo ho deciso di dedicare anche a lui un omaggio, anche se molto meno esaustivo rispetto alle mie ultime 'retrospettive': ho selezionato quindi 8 titoli, quelli da me maggiormente apprezzati (e ovviamente tra quelli da me finora visti), mantenendo però un ordine cronologico. Come con le altre 'playlist di Filmtv' da me stilate, anche qua propongo dei commenti (relativamente) brevi, alcuni completamente 'inediti' e altri rielaborando mie vecchie riflessioni (quella su "From Dusk Till Dawn" già l'avevo pubblicata sul sito).
Spero che la lettura sia di gradimento.

Playlist film

El Mariachi

  • Azione
  • USA
  • durata 81'

Titolo originale El Mariachi

Regia di Robert Rodriguez

Con Carlos Gallardo, Consuelo Gomez, Reinol Martinez, Peter Marquardt

El Mariachi

In streaming su Amazon Video

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EL MARIACHI
Realizzato con soli 7000$ (di cui buona parte ricavati dal regista facendo la cavia) e girato in soli 14 giorni, l'Esordio di Rodriguez al Lungometraggio è un Gioiellino di Inventiva. Si sente la natura estremamente economica della produzione, ma questa non danneggia l'impatto generale del Film: anzi, il conseguente aspetto 'scarno' delle Immagini sottolinea la genuinità dell'Opera, l'esiguità dei mezzi stimola la fantasia di Rodriguez senza dover rinunciare a certe ambizioni spettacolari e nel montaggio assembla con grande abilità anche spezzoni girati in posti e momenti diversi (l'esibizione del Mariachi accosta, per esempio, riprese dell'attore con inquadrature ad un chitarrista 'vero'). Il risultato è un concentrato di Action e Cinema indipendente, un Film d'Intrattenimento con l'aspetto di un Esperimento artistico d'Autore.
Come tutto il Cinema di Rodriguez, il Divertimento del pubblico è l'obbiettivo principale della Pellicola (e non mancano certi simpatiti siparietti ironici, tra cui diverse velocizzazioni comiche), ma scavando a fondo si avverte quella sottile 'allergia' verso il otere, qua incarnato dal villain bianco (di vestito e di 'pelle') Moco, il cui nome ritornerà, affibiato ad un cane, anche in "Once Upon a Time in Mexico", ultimo (e meno riuscito) capitolo della Trilogia del Mariachi. Il nero vestito Azul, per il quale verrà scambiato El Mariachi protagonista, pure ambisce alla ricchezza e al potere, ma restando all'interno di confini umani senza esagerare nella violenza né scadere nel delirio di onnipotenza del suo avversario (Moco, appunto). In questo contesto si inserisce l'Artista, El Mariachi: egli è condannato all'inizio dalla tecnologia (che gli impedisce di trovare lavoro), assassina di Arte e Cultura, e poi dal suo status di poveraccio buttato in mezzo alla follia omicida del Potere.
Nonostante si noti l'acerbità dello stile, già notiamo i caratteri principali della Poetica di Rodriguez, dalle citazioni ("Django", Peckinpah ecc.) all'ironia, al Mito e, per la sua freschezza, è secondo me tra le Opere più riuscite dopo "From Dusk Till Dawn".

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Roadracers

  • Azione
  • USA
  • durata 95'

Titolo originale Roadracers

Regia di Robert Rodriguez

Con David Arquette, John Hawkes, Salma Hayek, Jason Wiles, William Sadler, O'Neal Compton

Roadracers

ROADRACERS
Progetto nato per la televisione all'interno di una serie ("Rebel Highway") di film revival, a partire dai titoli, degli anni '50 (tra gli altri registi troviamo Joe Dante e William Friedkin, ma non sono gli unici due Autori 'grossi').
Questa sua natura televisiva non si avverte troppo, anche se Rodriguez non è così immediatamente riconoscibile come nei suoi lavori più Indipendenti. Però il suo Tocco si sente, come anche la sua Poetica Musical-Cinefila e le tematiche di sospensione tra Mexico & USA, ma anche tra desiderio (per l'Individuo) di tranquillità, con coltivazione delle proprie Passioni e dei propri amori/amicizie, e Inquietudine profondamente ribelle. L'impressione è sempre ambivalente: da un lato gli Eroi Tragico-Ironici di Rodriguez sembrano essere costretti alla Violenza e al Pericolo dall'intolleranza e/o dall'arroganza del Potere, ma dall'altro paiono disperatamente alla Ricerca di un Fato Violento e (Auto)Distruttivo.
Il Finale è inevitabilmente tragico: Dude, il Protagonista perde l'occasione di diventare Musicista e uccide il suo coetaneo rivale Teddy e il di lui padre sceriffo.
Tra gli altri temi troviamo la difficoltà dei legami padri e figli: Dude ha un padre "fuggito", mentre Teddy è figlio dell'autoritario sceriffo. I genitori spingono i figli ad ereditare la propria Rivalità: fomentato dallo sceriffo (un sempre intrigante William Sadler), lo scontro tra i due ragazzi si fa sempre più pesante fino a scatenare un bagno di Sangue.Il sogno del successo viene sostituito dall'inferno della Violenza.
La Musica è sempre cruciale, come anche Cinema: la scena d'Amore tra Dude e Donna in auto con chitarra è Stupenda, e il cameo di Kevin McCarthy (Protagonista del classico "Invasion of the Body Snatchers") è simpaticissimo.
Ottimo il Lavoro sul Montaggio, curato da Rodriguez in prima persona, soprattutto nella ritmicità con cui assembla i vari scambi di sguardi.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Desperado

  • Azione
  • USA
  • durata 106'

Titolo originale Desperado

Regia di Robert Rodriguez

Con Antonio Banderas, Salma Hayek, Quentin Tarantino, Joaquim de Almeida, Steve Buscemi

Desperado

In streaming su Amazon Video

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DESPERADO
Dopo 3 anni Rodriguez dirige il sequel del suo Esordio, "El Mariachi": i mezzi aumentano visibilmente, il ruolo del protagonista passa ad Antonio Banderas e lo Stile grottesco e Spettacolare (con la S maiuscola) dell'autore inizia a definirsi più compiutamente.
Fin dall'inizio, con Steve Buscemi che racconta in un bar legato alla malavita un'impresa furiosa del Mariachi, notiamo, oltre al montaggio sempre straordinario del regista stesso, un sensibile aumento dell'Ironia. Non per questo però si abbandona l'attenzione per l'umana sofferenza, e anche la violenza, per quanto spettacolare, non è mai veramente esaltata: si inizia parlando di morti meritate, ma si finisce sottolineando il Dolore dell'omicidio, si può essere 'cattivi' fino al midollo, ma si resta sempre padri, figli, fratelli.
Se nel Film precedente il protagonista si trovava coinvolto suo malgrado in uno scontro tra Nero e Bianco, qui è egli stesso fin dall'inizio nemesi e alter ego in nero del bianco vestito Bucho. La differenza tra i due è marcata superbamente dal passaggio magnifico tra l'onirica e deliziosa scena d'eros tra Mariachi e Carolina, dove la sensualità è sinonimo di felicità, alla scialba scena di sesso tra Bucho e una prostituta, dominata invece dall'insoddisfazione e dal rancore. Quando il Mariachi scopre, e noi con lui, che Bucho è suo fratello, il protagonista decide di rinunciare alla vendetta, ma la minaccia a Carolina lo costringe ad intervenire. Ciò che succede subito dopo l'uccisione del fratello non è mostrato nel dettaglio, e così si passa al discorso con il bambino in ospedale, in cui il Mariachi invita il suo ammiratore ad esercitarsi con la chitarra, con l'Arte.
La messa in scena è magnifica, il montaggio dà un ritmo avvincente alla narrazione, il cast è in ottima forma e pieno di camei, tra cui Tarantino e Carlos Gallardo (il precedente Mariachi), le musiche, originali e non, sono azzeccate, le scene d'azione sono superbamente coreografate, ecc.
Anche questo è un Cult.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Dal tramonto all'alba

  • Horror
  • USA
  • durata 95'

Titolo originale From Dusk Till Dawn

Regia di Robert Rodriguez

Con Harvey Keitel, George Clooney, Quentin Tarantino, Juliette Lewis, Salma Hayek

Dal tramonto all'alba

IN TV Sky Cinema Due

canale 302 altre VISIONI

FROM DUSK TILL DAWN
Probabilmente l'Opera 'più Cult' di Robert Rodriguez, assieme alla co-direzione del "Sin City" di Frank Miller.
Un Film d’Intrattenimento dalla costruzione geniale, e non solo per l’arcinoto e drastico mutamento di Genere (da Pulp a Horror di serie B) a metà pellicola, che ribalta ogni aspettativa lanciata al pubblico nella prima parte: i ridotti mezzi a disposizione vengono sfruttati al massimo da Rodriguez, sopperendo ad eventuali mancanze grazie ad una messa in scena fantasiosa e d’impatto e allo studio attento e personale delle inquadrature. I magnifici effetti speciali di Nicotero e Kurtzman e la base di omaggio ai B-Movies horror, così come la musicale sceneggiatura di Tarantino e l’intrigante trama ideata da lui al liceo e poi rielaborata insieme a Kurtzman, sono al servizio del film e dell’impatto audio-visivo che esso cerca di (e riesce a) suscitare nel pubblico, e le sequenze Cult sono numerose e restano impresse nel cervello di ogni spettarore e spettatrice
Molto buona anche la direzione e la scelta del cast, dove ogni attore e attrice è azzeccata per il proprio personaggio, al di là delle capacità espressive dell’interprete.
Come ho detto sopra, il film vuole essere soprattutto un film d’Intrattenimento che delizi l'individuo cinefilo con scene affascinanti sul piano visivo e nell’accostamento musicale, ma nonostante l’apparente disimpegno dell’operazione, possiamo trovare qualche frecciatina satirica verso la mentalità reazionaria del Texas e il machismo sessista di camionisti e motociclisti che visitano il Mexico. Interessante l’attenzione rivolta al tema della Famiglia: la vicenda difatti, specialmente nella prima parte, è incentrata sull’incontro-scontro tra due concezioni diverse di famiglia, che condividono però un’incompletezza nei membri e una crisi profonda nell’identità di uno dei membri, ma entrambi i nuclei familiari sono caratterizzati da un legame indissolubile che prima li porterà a rapportarsi con tensione e diffidenza tra di loro ma poi, varcata la frontiera, riusciranno a distendersi e ad avvicinarsi, fino ad unirsi per fronteggiare il pericolo comune.
Concludendo, “From Dusk Till Dawn” è un Cult d’intrattenimento degno di tale definizione, da vedere e rivedere senza annoiarsi mai e che ad ogni visione riesce a divertire qualsiasi appassionato del Cinema Splatter.

Rilevanza: 2. Per te? No

The Faculty

  • Horror
  • USA
  • durata 104'

Titolo originale The Faculty

Regia di Robert Rodriguez

Con Jordana Brewster, Clea DuVall, Famke Janssen, Piper Laurie

The Faculty

In streaming su Amazon Video

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THE FACULTY
Scritto da Kevin Williamson, sceneggiatore di "Scream", è più vicino allo spirito teen della saga di Craven che non a quello dell'autore di "From Dusk 'till Dawn", ma non per questo ci troviamo di fronte ad un prodottino d'intrattenimento. Il film, infatti, riprendendo il Tema di Classici della Sci-Fi (come "Invasion of the Body Snatcher", dichiarato esplicitamente, e "The Thing"), ovvero di un'invasione aliena realizzata tramite imitazione/lavagggio del cervello, apre interessanti spunti di riflessione di tipo sociale, riassumibile (e banalizzabile) nello scontro tra una società perfetta dove nessuno è emarginato perché tutti si conformano e un mondo invece imperfetto dove esiste l'emarginazione e la sofferenza ma in cui l'Individuo non è ucciso dalla massa.
Sul piano Stilistico-Formale, come detto la Regia di Rodriguez si sente molto meno rispetto alla narrazione di Williamson, però il film riesce comunque ad avere uno spessore psicologico molto più profondo e intelligente dei vari cloni (negativi) di "Scream", e la realizzazione delle varie creature, oltre ad omaggiare i parassiti Cronenberghiani di "Shivers", sono caratterizzati da un look molto artigianale, pur non mancando la cg. Finale lieto e privo di cliffhanger ma, se si riflette un attimo, è possibile ricavare un'osservazione 'realistica' su come la società umana sia simile al Parassita Alieno nel suo tentativo di inglobare gli individui...
Cast di adulti costellato da grandi nomi del Genere e non solo, ma anche il reparto giovanile non è da buttare, soprattutto il bravissimo Elijah Wood in uno dei suoi ruoli antecedenti Frodo in "The Lord of the Rings".
Nel complesso un buon film d'intrattenimento dove la mano di Rodriguez non si sente moltissimo ma che riesce comunque a proporre diversi spunti di riflessione lasciando una buona traccia nella memoria dell'Individuo Spettatore.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Sin City

  • Noir
  • USA
  • durata 123'

Titolo originale Sin City

Regia di Robert Rodriguez, Frank Miller

Con Bruce Willis, Mickey Rourke, Jessica Alba, Clive Owen, Elijah Wood, Rosario Dawson

Sin City

In streaming su Now TV

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SIN CITY
Regia a 4 mani con Frank Miller e con Tarantino in veste di 'guest director' per la sequenza in auto con Dwight e il cadavere di Jackie Boy.
Nei titoli di testa si legge "Frank Miller's Sin City", e per certi versi il Film sembra appartenere più al fumettista esordiente alla Regia che al 'veterano' Rodriguez. La notevole fedeltà alla Serie di Graphic Novel, nelle trame (almeno per i 2 episodi da me letti, "The Hard Goodbye" e "The Big Fat Kill") ma soprattutto nello Spirito sembra confermare questa impressione. Infatti, dal bianco/nero ad alto contrasto con inserti mirati di Colore (dove abbonda il Rosso) all'Atmosfera profondamente cupa e Noir, con poco o nessuno spazio all'ironia 'da b-movie' del 'fratello' di Tarantino, fino ad arrivare alla visione estremamente negativa e cinica della società statunitense, con un tono politico ambiguo, sospeso tra l'anarcoide meno politicizzato e il fascistoide più nostalgico (ma questo è un bene, in particolare se si pensa al fascismo esplicito ed irritante di "300"), troviamo numerosi caratteri che rendono "Sin City" la 'cinematografizzazione' ideale dello Stile fumettistico di Miller, e certe inquadrature dove il Bianco e il Nero si separano nettamente (ad esempio quando Dwight sguazza nel catrame) sono praticamente una fotocopia, in senso positivo, delle Pagine dei Fumetti.
Ma Rodriguez, comunque, è presente e fa sentire la sua competenza registica, ma anche il suo Stile, dalle Musiche curate assieme a John Debney e Graeme Revell alla scelta del Cast, dove tornano diversi volti noti, dal Montaggio sempre impeccabile nel dare il ritmo giusto e avvincente alle varie sequenze (sia all'interno delle singole scene sia nel passaggio tra scene diverse) alla messa in scena pulita e fluida dei momenti action. Inoltre, buona parte della Poetica milleriana è affine alla Poetica rodrigueziana, dallo spirito Noir alla dimensione fumettistica, dalla 'coppia' Violenza & Sesso allo status di outsiders, di ronin degli anti-eroici Protagonisti, senza dimenticare la sfiducia nei confronti della società statunitense e l'antipatia per chi ha sete di potere.
In ogni caso, che si voglia accreditare l'autorialità a Miller, a Rodriguez o ad entrambi, "Sin City" resta un Cult contemporaneo del Cinecomic e, a parer mio, più che degno di tale titolo.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Planet Terror

  • Horror
  • USA
  • durata 115'

Titolo originale Planet Terror

Regia di Robert Rodriguez

Con Freddy Rodriguez, Rose McGowan, Quentin Tarantino, Josh Brolin, Marley Shelton

Planet Terror

PLANET TERROR
Seconda parte del Dittico "Grindhouse", dove Tarantino aveva diretto "Death Proof" e che qua appare in un cameo alquanto rivoltante (ma gustoso se, come me, si apprezza il Genere).
Anche "Planet Terror" è un esplicito omaggio a quel cinema d'exploitation, da drive in, con tanto di richiamo affettuoso ai vari difetti, dalle trashate alla pellicola rovinata (con tanto di bobina mancante in corrispondenza di una scena erotica). Un film pensato palesemente per divertire un pubblico di 'nostalgici' e/o di 'discepoli' delle filosofie cinefile di Tarantino & Rodriguez, pieno di scene cult (o scult, se non si gradisce il genere) che danno l'idea di essere fini a sé stesse, di sequenze action coreografate e montate in modo adrenalinico, di trovate assurde ma per certi versi geniali (la gamba-mitra è indimenticabile) e così via. Il buon gusto del pubblco medio viene messo alla prova, tra splaterate, volgarità e accenni erotici 'di bassa lega', ma senza entrare nel traumatico vero e proprio, visto che tutto comunque resta ancorato ad una dimensione fumettistica, finta, di spettacolo.
Come sempre, l'Intrattenimento è al primissimo posto nelle intenzioni del Regista, ma se si vuole cercare qualche spunto, se non proprio di riflessione quanto meno di contrasto alla società e alla morale dominanti negli usa (e non solo), si può trovare qualcosina: dall'infermiera lesbica al sottile (e nel finale quasi vanificato) anti-militarismo, passando per la sempre forte presenza della cultura messicano-statunitense, ma soprattutto nella forte caratterizzazione dei Personaggi femminili e in particolare della Protagonista, in questo (e forse altro) possiamo trovare la visione sociale del Regista, compositore, montatore, direttore di fotografia, operatore e, a quanto pare, pure chef texano-messicano-
Un Cult dell'intrattenimento Horror.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Machete

  • Azione
  • USA
  • durata 105'

Titolo originale Machete

Regia di Ethan Maniquis, Robert Rodriguez

Con Danny Trejo, Michelle Rodriguez, Jessica Alba, Robert De Niro, Lindsay Lohan

Machete

In streaming su Amazon Prime Video

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MACHETE
Divertentissimo omaggio al B-Movie e al Trash diretto da Rodriguez (e affiancato dal fidatissimo Ethan Maniquis), il quale mette in scena il finto trailer presente in Grindhouse.
L'effetto 'pellicola rovinata' si avverte più che altro nel prologo, ma per tutto il film si respira a pieni polmoni lo Spirito da 'pop corn movie a basso costo', tra scene action esagerate e tamarroidi (nel senso simpatico del termine), violenza efferata ammorbidita però da una messa in scena di gusto fumettistico e quasi grottesco (memorabile l'utilizzo di un intestino come fune per lanciarsi dalla finestra) e siparietti 'piccanti' enfatizzati dalla musichetta 'da soft porn'.
Oltre alle splatterate e alle cazzate volontarie, Rodriguez non manca di parlare del sociale, ovvero della questione migranti messicani. Il razzismo, l'ipocrisia e la corruzione che si nascondono sotto gli slogan di protezione della patria (oggi incarnati, in usa, dal presidente Trump dalle sue agghiaccianti politiche migratoria, ma anche in italia dal ""vice"" presidente del consiglio e "super"ministro degli interni Salvini, nonché in generale dall'avanzare delle destre estreme, nazionaliste e di conseguenza xenofobe) sono visti con palese antipadia da Rodriguez. Vigilantes di confine che massacrano immigrati 'illegali', senatori populisti finanziati dalla criminalità organizzata (di entrambi i lati del confine): tutti questi personaggi subiscono un trattamento di contestazione, a volte quasi caricaturale (il redneck che vomita quando assiste ad episodi di violenza da parte del suo boss), e tutti incontrano morti violente (quella del senatore interpretato da De Niro è squisitamente ironica e 'dantesca' nella sua natura di contrappasso). È presente anche una sottile carica quasi (e sottolineo quasi) anarcoide, con l'immancabile critica al Potere e all'inutilità delle leggi quando non sono dettate da sentimenti di giustizia sociale.
Numerose scene cult, regia spettacolare e cast di spicco fanno di "Machete" uno dei Cult più importanti e rappresentativi dello Stile di Rodriguez, e per questo non poteva mancare nella mia playlist.

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