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Libri a(ni)mati / 7 : "the Plot Against America" di Philip Roth (2004) : I've seen the Future, baby.
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Libri a(ni)mati / 7 : "the Plot Against America" di Philip Roth (2004) : I've seen the Future, baby.

It is murder.

Dear Heather, tra Old Ideas e Popular Problems, You Want It Darker?

America First / Make America Great Again.

"Il Complotto Contro l'America", il romanzo che ha fatto fare scalo prematuro alla vita di Charles Lindbergh e ha causato qualche ulteriore turbolenza imprevista in quella di Franklin Delano Roosevelt, viene riposto nelle librerie sullo scaffale delle ucronie distopiche : quanti miliardi di pixel e di corpuscoli di polvere dovranno essere sollevati per ridisporlo sotto alla voce Cronaca Politica, Storiografia Comparata, Anticipo Tremendo?
 
The poor stay poor, the rich get rich / That’s how it goes / Everybody knows.
 
Philip Roth  –   "the Plot Against America"  –  2004
[ traduzione di Vincenzo Mantovani, Einaudi (SuperCoralli), 2005 ] 


I've seen the future, baby : it is murder (...and the white girls dancin'...]


La Politica dell'Inesperienza.

Philip Roth, verso la fine del secondo mandato presidenziale di George Walker Bush, Jr., sceglie di parlare del suo - vero, reale, concreto, modificato extra-diegeticamente nell'ambientazione - alter ego - sé stesso bambino - utilizzando un pacato, ma rutilante, pervicace e virulento senno di poi, con disincantata e fiduciosa lucidità innervata dalla giustizia, con l'onestà e la sincerità bilanciate nel loro slancio rivoluzionario dal compromesso che il cammino ha inciso sulle circonvoluzioni della corteccia cerebrale e sulle linee ondulate dei polpastrelli, e con la conoscenza e l'Esperienza apprese e conquistate durante tutti gli anni trascorsi d'allora ed avute in dono violento lungo il percorso tracciato da tutti quei passi compiuti (nella vera e reale Linea Spazio-Temporale che a tutti noi è toccata in sorte), rimettendo in gioco, e ridestando dall'assopito torpore generale perso tra i vapori ghiacci di quest'era liquida in cui s'erano assopiti, il Valore e la Necessità - verrebbe da dire : la pre-condizione - di un simile esercizio metaletterario, quell'autofiction che

– dopo essere stati spodestati dal centro dell'universo (Galileo), sbattuti giù dalla sommità della catena alimentare (Darwin) e scissi dal controllo di sé stessi (Freud), oltre-dopo Lacan impossibilitati ad una limpida chiarezza irraggiungibile, immotivabile, indesiderabile, al fianco di autori quali - una pagina del catalogo frammentata e ricomposta, in Time Out of Joint, è questa, e folle : - Dante Alighieri, Giacomo Casanova, Ralph Waldo Emerson, Henry David Thoreau, James Joyce, Hermann Melville, Marcel Proust, Virginia Woolf, Jorge Luis Borges, Marguerite Duras, Ernest Hemingway, Jean-Paul Sartre, Beppe Fenoglio, Cesare Pavese, Primo Levi, Italo Calvino, Elsa Morante, Roland Barthes, Elias Canetti, Vladimir Nabokov, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Berto, Luciano Bianciardi, Julio Cortázar, Susan Sontag, Saul Bellow, Roberto Bolaño, Philip K. Dick, Bruce Chatwin, Kurt Vonnegut, Joan Didion, Michel Houellebecq, E.L. Doctorow, Doris Lessing, Javier Cercas, Emmanuel Carrère, James Ballard, John Barth, Paul Auster, Jonathan Lethem, Marco Belpoliti, Antonio Moresco, Oriana Fallaci, Martin Amis, Jonathan Franzen, Richard Powers, Philippe Forest, W.G. Sebald, Stephen King, Fredrik Sjöberg, Emanuele Trevi, Dario Voltolini, Michele Mari, Dave Eggers, Javier Marías, Walter Siti, Eraldo Affinati, Edoardo Albinati, William T. Vollmann, David Foster Wallace, Giuseppe Genna, Antonio Scurati, Nanni Moretti, Marco Bellocchio, Edgar Reitz, Ingmar Bergman, Werner Herzog, Joaquin Phoenix… –,

ruotando attorno a “Operation Shylock : a Confession”, raccoglie, incastra, giustappone, innesta e mette in dialogo autobiografia (“the Facts : a Novelist's Autobiography” e “Patrimony : a True Story”), cronaca politica e famigliare (lungo tutto il romanzo ed in special modo negli ultimi due capitoli i vari elementi-indizi-tracce riconducenti ad una Storia Futura coinvolgono ancor più direttamente i componenti della famiglia Roth) e storia patria per generare non tanto una versione migliore del mondo, ma una sua visione migliore : un Miglioramento del Mondo attraverso l'atto di comprenderlo meglio (non grazie ad una caricatura o a una farsa, ma ad un iperrealismo fantascientifico) : il Compito Infinito (die Unendliche Aufgabe) di Walter Benjamin

 

Democracy is coming to the U.S.A. : it's coming to America First.


E compie ciò, raggiunto il tempo presente della narrazione - fin là/qui, nella vecchiaia -, rispettando la curiosità furibonda, l'ingenuità dirompente, le gesta, i comportamenti, le idee, i dubbi, le certezze, le pene, le gioie, l'In-Esperienza, la voglia di conoscere e di viverla, la vita, del ragazzino d'allora, ch'è stato, e che ora è, sotto i nostri occhi, in un altra Linea Spazio-Temporale : vi sono pagine splendide in cui l'autore adulto (non) giudica il fanciullo descrivendone l'animo e i pensieri con una lucidità autoptica da semidio tenera e lancinante, però mai così malinconica quanto piuttosto attiva, presente, offesa, e, ancora, in fuga.

Le premesse - la singolarità che ha creato la Linea ST divergente (dal)la nostra, o vice-versa… - vengono descritte, rintracciate e fatte risalire ad una data e ad un gesto precisi della prima metà dell'anno 1940 e proseguono sin quasi alla fine del 1942, quando la Storia, tra pieghe, piaghe e pagine differenti sembra ricongiungersi alla linea s-t che noi conosciamo e abbiamo vissuta. Ma così non è, vi sono indizi-segni(ali)-sintomi ( oltre alla pura Logica - effetto farfalla comunque innescato le cui creste dell'onda potranno mostrarsi anche dopo anni -, ch'è ad ogni modo rispettata da una narrazione si fantapolitica e fantastorica, senza per questo però facendo risultare l'Inimmaginabile...Impossibile: come ben sappiamo ) indicanti che anche il proseguo sarà discordante rispetto al nostro universo, dalla minima cronaca quotidiana alla massima filogenesi storiografica, attraversando quel nugolo irriducibile e ininquadrabile di ''fatti che contano'' e che vanno a performare il futuro, per gli Stati Uniti d'America e per lo sterminato Resto del Mondo altro-da-loro. Da questo punto di vista è tanto iperrealisticamente inventariante quanto normalmente fenomenale la legenda finale sui protagonisti del romanzo. Di fatto la questione sorgente è : vi sarà un proseguimento narrativo? Lo stimo vivendo, ora, adesso, oggi, in questi momenti, ore, giorni, e negli anni a venire.

Il finale si può desumere ed interpretare sia tronco che sospeso, ma ciò poco importa (che sia non del tutto vero/falso), e quindi non è tuttavia significativo oltre alla sua natura di interpunzione tra un'opera e l'altra, tra una vita e l'altra ("Se volete un lieto fine, questo dipende, naturalmente, da dove interrompete la vostra storia." - Orson Welles) : la ''morale'' rimane, perdura e resta : la protesi che Philip sarà per Seldon può rimandare ad una confessione, ad un'elaborazione già in atto, una presentazione di scuse, un compromesso giustificativo, un perdono concesso. 

 

First We Take Manhattan, Then We Take Beijing.


Le pagine dedicate al padre e alla madre [ senza dimenticare il ''punto fermo'' rappresentato da Seldon; e Sandy, che ricopre il ruolo attivo dell'elemento sessuale primigenio ed indispensabile caro a Roth (e a chiunque); e il tentativo d'inquadrare e comprendere di chi e cosa possa effettivamente essere e rappresentare la zia che sposa il rabbi Bengelsdorf : un'incapace, sciocca, stupida, idiota, indifferente, egoista, cattiva e pericolosissima persona ] sono tra le più commoventi, strazianti e scorticate della carriera dell'autore di NewArk, Chicago, New York (Upper West Side) e Connecticut : le rivelazioni (l'ingiustizia profonda, pervasiva, persistente e percussiva) che ogni bambino ha, e subisce, verso i suoi genitori (la loro fallibilità) e sul mondo che lo circonda, accoglie e cresce (il non esserne al centro) : sono qui si aumentate, condizionate, indirizzate, evidenziate, ingigantite dal contesto storico eccezionale e deviante, ma anche proprio per questo si ritrovano ad essere più facilmente (in-comprensibilmente) leggibili, assimilabili ed intelliggibili [ il cambiamento nel padre, le sue azioni (la visita a Washington, lo scontro con Alvin) nel momento del pericolo, e quello nella madre, al culmine della (de)pressione e della disperazione, e in sé stesso, sul posto, relativamente alle proprie azioni verso Seldon ]. 

Scene.
Tutta la gita alla capitale, con il tassista-guida-insegnante pensionato; la visita di conoscenza tra vicini, con il guardiano notturno italiano che porta in dono una pistola; il viaggio picaresco che il padre e il fratello maggiore compiono attraversando mezzo continente per salvare l'Orfano; e le due telefonate che hanno per protagonista Seldon (la prima fatta e la seconda ricevuta), d'inverosimile, tremenda, terrificante, illogica, delirante, indifesa, terrorizzante, orrenda Paura.

Se il padre ha la colpa di avere indotto-abbindolato-circuito-convinto Alvin ad andare in guerra, ritornandolo monco e menomato e pre(post)destinato al crimine, e Philip stesso ha ''causato'' la morte della madre di Seldon, chi ha ordito il Complotto Contro l'America (quella isolazionista e "non" interventista - America First - e al contempo dedita all'egemonia imperialistica della Dottrina Monroe) ?
Una guerra civile (cosa, di meglio?), per decidere da che parte stare.
Il padre che si scontra con Alvin, Philip che impara da quest'ultimo a fasciargli bene il moncherino e si prepara ad essere una protesi per Seldon.

“Mio padre si è dedicato alla Resistenza, il rabbino Bengelsdorf alla collaborazione, mio zio Monty a se stesso”.
Questione di scelte. Di fughe, decisioni, atti, scomparse.
E testimonianza di un futuro da compiere.

Cercare la bellezza nella verità, rendendo la realtà migliore, inverandola nel suo senso più profondo.

Sincerely, P. Roth. 

 

So Long, Michelle.

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Note.

• Volumi correlati (bibliografia molto parziale ed assai...ehm...eterogenea) :

- Walter Benjamin - Esperienza - 1913
- John Barth - la Letteratura dell'Esaurimento - 1967
- John Barth - la Letteratura della Pienezza - 1979
- Antonio Scurati - la Letteratura dell'Inesperienza – 2006

• Excusatio non petita, accusatio manifesta.

Ho scritto questo pezzo in fretta e furia sull' (incavo dell') onda dell'elezione di Donald Duck a 45° Presidente U.S.A.

- rinchiusi tra due sputi d'oceano ai fianchi, dal filo spinato a sud e da un filare di abeti a nord, gli U.S.A. coltiveranno la loro egemonia su sé stessi : voglio vederli i colletti blu che hanno votato il ''cambiamento'' quando in busta paga comparirà la voce ''America Centrale-Bis"...
Le guerricciole in atto rimarranno in atto, gli affari in corso andranno a buon fine.
E noi, ''fortezza'' Europa, finalmente, a ''cavarcela'' da soli… -,

e il giorno dopo la morte di Leonard Cohen

- I've seen the future, baby : it is murder.
Sarebbe bello se, per controbilanciare la mattanza, ad ogni morte corrispondesse l'annuncio prolettico di una nuova nascita : ecco un possibile elenco cronosismatico : oggi è venuto al mondo il futuro premio Nobel per la letteratura insignitogli per la sua innovazione nel rapporto tra haiku e algoritmi informatici, oggi è nato il ricercatore a capo del team che ha sconfitto il 75% dei tumori, oggi ha visto la luce il primo essere umano ad aver messo piede su Marte...
E un paio di questi sono già nati.
Hallelujah - :

il romanzo lo lessi quando uscì nella prima edizione italiana, l'anno dopo la data alle stampe patrie, perciò sono passati più di dieci anni.

 

Sincerely, L. Cohen (a friend).

Mi sono basato su appunti sparsi e ricordi dispersi.    

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Ho giocato con i magheggi di spiccia scaramantica psicologia d'accatto,
ho flirtato con gli assopiti risvegliati in attesa della crepa luminosa,
ho recuperato il gusto per l'assito dei palcoscenici per colpa di una donna,
ho perso le mie muse dopo averle amate, tutte quante, e,
per merito loro, sono stato quel che sarò. Sincerely...m.c.K  

[ Press Play n. 22 ]    

Playlist film

The Man in the High Castle

  • Serie TV
  • USA
  • 4 stagioni 40 episodi

Titolo originale The Man in the High Castle

Con Luke Kleintank, Arnold Chun, Alexa Davalos, Rupert Evans, Lee Shorten

Tag Fantascienza, Trio, Realtà distorta, Intrighi, USA, Dopoguerra

The Man in the High Castle

In streaming su Amazon Prime Video

vedi tutti

SuperTrump

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

La macchia umana

  • Drammatico
  • USA
  • durata 106'

Titolo originale The Human Stain

Regia di Robert Benton

Con Anthony Hopkins, Nicole Kidman, Ed Harris, Gary Sinise

La macchia umana

IN TV Sky Cinema Romance

canale 307 vedi tutti

Rilevanza: 1. Per te? No

Indignazione

  • Drammatico
  • USA
  • durata 110'

Titolo originale Indignation

Regia di James Schamus

Con Logan Lerman, Sarah Gadon, Ben Rosenfield, Linda Emond, Tracy Letts, Noah Robbins

Indignazione

In streaming su Amazon Video

vedi tutti

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

American Pastoral

  • Drammatico
  • USA
  • durata 126'

Titolo originale American Pastoral

Regia di Ewan McGregor

Con Ewan McGregor, Jennifer Connelly, Dakota Fanning, Uzo Aduba, David Strathairn

American Pastoral

In streaming su Amazon Prime Video

vedi tutti

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Sharknado

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 90'

Titolo originale Sharknado

Regia di Anthony C. Ferrante

Con Tara Reid, Cassie Scerbo, John Heard, Ian Ziering, Aubrey Peeples, Jaason Simmons

Sharknado

In streaming su Pluto TV

vedi tutti

Leonard Cohen: I'm Your Man

  • Documentario
  • USA
  • durata 98'

Titolo originale Leonard Cohen: I'm Your Man

Regia di Lian Lunson

Con Leonard Cohen, Bono, Nick Cave, Perla Batalla, Robert Burger, Julie Christensen

Leonard Cohen: I'm Your Man

Antony Hegarty, senza the Johnsons e all'epoca non ancora Anohni, ridisegna le coordinate dell'estasi e risponde alla bellezza con la sua versione di "If It Be Your Will". Beth Orton, Martha Wainwright, Joan "as Police Woman" Wasser, the HandSome Family e Jarvis Cocker si esprimono al meglio. Rufus Wainwright disincarna "Hallelujah" rendendola ciò che non può essere. Nick Cave va in continuo, persistente, meraviglioso controtempo. The Edge gorgheggia la Gibson come fosse un'ukulele su "Tower of Song".   

Rilevanza: 2. Per te? No
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