È quasi un format ripetitivo quello che la distribuzione meccanicamente ripropone ogni settimana in questo periodo: tanti film (troppi), con la più parte delle sale occupate militarmente da blockbuster e commedie italiane e gli scampoli agli altri.
La parte del leone la fa naturalmente la prima parte del finale di Hunger Games, con quasi 550 schermi devoti a raccontarci cosa succede a Panem e cosa si inventerà questo volta Katniss/Jennifer Lawrence. Subito a ruota c'è Scusate se esisto, con 450 schermi: di nuovo una commedia italiana, proprio come Andiamo a quel paese e La scuola più bella del mondo (anche se sarà difficile che ne ricalchi i successi al botteghino, e non per una minore qualità della pellicola).
Se aggiungete che nel weekend le sale Nexo (circa 150) avranno Vicki il vichingo, e che è anche prevista l'anteprima (sempre solo nel weekend) di I pinguini di Madagscar (circa 350 sale) e se contate anche le molte occupate dai film già usciti (con Interstellar che va ad aggiungersi alle commedia già citate), capirete che non resta molto. E infatti These final Hours ne ha 50, e gli altri via a scendere fino a trovare Godard in sole 3 sale: Lumiere a Bologna, Apollo a Milano e Quattro fontane a Roma.
Con Niels Arestrup, André Dussollier, Robert Stadlober, Burghart Klaußner, Lucas Prisor
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Con più di 50 anni di attività Volker Schlondorff è uno dei più longevi registi del cinema tedesco e più di una volta è tornato sulla storia tedesca del Novecento ( come ha fatto del resto con il suo film più celebre, Il tamburo di latta, Palma d'Oro a Cannes nel 1979 e Oscar al miglior film straniero). Un sentiero che ripercorre ora con questo suo film, presentato alla Berlinale, che racconta dei drammatici giorni del 1944 in cui Hitler diede l'ordine di distruggere Parigi.
Amarsi tutta la vita, darsi un traguardo e rischiare di fallire sul filo di lana: è la storia dell'amore gay tra i due protagonisti del film, che arrivano al matrimonio dopo una relazione trentennale e che subito dopo, per circostanze avverse, devono vivere separati. Toni leggeri, malinconici e quasi alleniani per un film sull'amore.
Arriva dalla Quinzaine questo film australiano, estremamente drammatico: un disaster movie che racconta la ultime dodici ore sulla terra di James, un giovanottone egocentrico costretto a rivedere molte cose nella sua vita, di Rose, la bambina in cui si imbatte e che cercherà di aiutare, e dell'umanità tutta. Angosciante, ma - dicono - eccellente.
Inutile dire che la fetta grossa della torta di questa settimana è sua: il terzo capitolo di Hunger Games arriva nei cinema diviso in due parti (secondo un modello ormai collaudato adottato dalle grandi produzioni seriali come Il Signore degli Anelli e Harry Potter): la parte 2 la vedremo esattamente tra un anno, il 19 novembre 2015. Ad alcuni questo apparirà come allungare il brodo, per altri invece sarà un piacere sapere che non è (ancora) finita qui...
Premiato dalla giuria del festival di Cannes del 2014 (ex-aequo con Mommy di Xavier Dolan, che invece arriverà da noi tra 15 giorni), l'ultimo lavoro del grande vecchio del cinema francese: un'opera non facile, problematica e che farà discutere.
Sono passati cinque anni dalla morte di Alda Merini e Milano non ha dimenticato la sua poetessa selvaggia. Ora l'occasione di ricordarla ancora la dà a tutti questo film-intervista di Antonietta De Lillo, fatto con "gli scarti" di lavorazione (e la cosa non sia letta come una diminutio) di un suo lavoro del 1995.
La commedia romantica ha diversi target: i giovanissimi, i giovani, i non più giovani. Quella con Kevin Cline e Kristin Scott Thomas, spalleggiati da Maggie Smith è del terzo tipo. Piacerà a chi pensa di rifarsi una vita: magari ereditando una bella casa, magari a Parigi. E chi non vorrebbe?
"Un percorso di formazione tra immaginazione e realtà". Recita così la presentazione di questo film a suo modo anomalo: la realtà è quella italiana, l'immaginazione è quella di Nicola Campiotti, in viaggio per l'Italia con un bambino di dieci anni, per cercare di capire com'è oggi e come sarà. Con grande speranza.
Altri due campioni della commedia italiana dell'ultimo decennio scendono in campo, in una sfida che sembra non avere fine: mentre sono ancora in sala i film con De Sica-Papaleo e Ficarra-Picone, ora è la volta di Cortellesi e Bova e qui la cosa prende un côté "sentimentale", ma inatteso e certamente non melenso.
Premiato al Sundance 2013 come miglior documentario, questo lavoro di Marc Silver è prodotto e interpretato da Garl Garcia Bernal, che si è mescolato ai migranti messicani suoi connazionali che cercano di forzare la forntiera con gli States per raccontarne le storie di dolore, paura e speranza.
Con Elisabeth Röhm, Jyotish Novak, Romina Caruana, Anandi Cornell, Joseph Bharat Cornell
In streaming su UAM TV
La felicità non è una meta irraggiungibile. Ce lo racconta Elisabeth Rohm, mascherata da giornalista, in visita all'ashram californiano del guru Paramahansa Yogananda e dove tutto è molto bello, dall'alba al tramonto, e dove tutti sorridono. Ma tranquilli: non è un paradiso per pochi. C'è una succursale anche in Italia.
Live-action tratto dalla fortunata serie animata degli anni '70 (della qualeRai Yo Yo sta trasmettendo il remake prodotto l'anno scorso). Il film è del 2009, ha avuto un seguito del 2011 e esce solo nei giorni del 22 e 23 novembre nelle sale del circuito Nexo.
Con Romina Power, Giovanni Capalbo, Fabrizio Romagnoli, Gloria Rizzato, Alberto Vetri
Romina Power è tornata alla ribalta: ha cantato insieme ad Al Bano per Putin pochi giorni fa, inneggia in una nuova canzone contro le scie chimiche e ora torna anche da protagonista in un film. Difficile scegliere.
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