Stephen King ha scritto tra i più geniali e indimenticabili libri horror degli ultimi decenni. E il cinema l'ha giustamente tributato. Quasi tutti i registi più straordinari del genere hanno attinto a piene mani dal Re, ma anche alcuni che con l'horror hanno avuto a che fare in un'unica, irripetibile occasione, e hanno scelto lui. Una piccola postilla: i più appassionati mi rimprovereranno di aver trascurato il leggendario Romero e il suo "La metà oscura", ma l'ho fatto esclusivamente perchè giudico personalmente questo film non molto riuscito e non all'altezza con gli altri invece citati. Lo stesso discorso vale per: 'il miglio verde', 'il cimitero vivente', 'l'allievo', 'cose preziose'. Eccezione per "Cuori in Atlantide" di Hicks, bellissimo apologo sulla giovinezza, l'inconsapevolezza e rapporto adulto-bambino, ma, ahimè, il romanzo (di cui questo è solo un episodio) è molto di più: è un discorso completo, un cerchio che si chiude. Altamente consigliato ad appassionati e non. Vi farà battere forte il cuore.
Rapporto quasi amoroso macchina-uomo (quello che quasi tutti i patiti di automobili hanno, in realtà :-)), che diventa morbosità, malattia e fuorvianza. Carpenter assimila molto bene gli incubi di King!
In un film breve, intenso e in un crescendo d'orrore, De Palma traccia i propri confini personali dell'orrore, che molti prenderanno ad esempio. Finale mozzafiato. Per fortuna che NON c'è un seguito!
Psicologia, incubo e 'dannazione eterna' per il Chris Walken di Cronenberg. Un dono che è una maledizione, una scelta etica e morale che darà il senso a un'esistenza intera. Doloroso e inquietante.
Ovviamente. Kubrik si appropria di un incubo di King e lo manipola con la propria visionarietà e ironia. Un indimenticabile Nicholson da cardiopalma, e un susseguirsi di scene madri colminanti nel labirinto ghiacciato.
La missione dello scrittore, la sua influenza sulle menti e sulle vite dei lettori. Tema esasperato? Forse, ma questo rapporto amore-odio è reso magistralmente da una mostruosa Bates e da un fantastico Caan. Claustrofobico e impotente.
The shawshank Redemption al posto di Stand by me, perchè già 'playlistato'. Un film sulla prigione, ma paradossalmente già 'fuori', con la mente e lo spirito. Tim Robbins veramente bravo, e un intenso Morgan Freeman. Riscatto.
Il meno attinente di tutti al romanzo originale. Ma fedele nello spirito, e che trasformazione geniale, meravigliosa, straziante! La Bates e la Leigh duellano in bravura. Da strapianto.
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