Il male......un qualcosa di sotteraneo,ambiguo,che cova in ogni animo,portando con se cunicoli di (auto)distruzione,lacerazione,annientamento.La nostra cultura lo vede in netta separazione rispetto al bene,un qualcosa di distinto e indipendente l'uno dall'altro.Al contrario la filosofia d'oriente vede "male/bene" come "yn e yang",qualcosa di complementare,che si miscela,l'uno dipendente dall'altro,come giorno e notte,sole e luna,luce e ombra.Un qualcosa dunque presente all'interno di ognuno di noi,con cui dobbiamo fare i conti.Fortunatamente esiste il sostentamento d' una coscienza etica,che come diceva Jung non discende dalle "tavole della legge" del Sinai,ma è insita gia' dentro l'animo. Il male è cosi' un qualcosa di tramutabile,mettendolo comunque sotto la "luce" della coscienza. Ma talvolta accade che il male "sfugga di mano",divenga arma distruttiva,patologica,cancellando spazi e azioni,brutalizzando corpi e leggi etiche.Perchè il male è qualcosa con cui "fare i conti",ed in qualcuno quel male è parte integrante dell'animo,non si completa col bene,viaggiando sui binari storti della vita. Quante volte il cinema ha rappresentato il male? ambiguo,stolto,crudele,morboso,distruttivo,il male è un virus che accoglie in se innumerevoli aggettivi. Sul grande schermo appare come un classico "pugno nello stomaco" che ci svuota l'animo,ci fa riflettere,in volti di crudeli serial killer,nazisti,torturatori e pedofili senz'etica,ma come nella vita dobbiamo farne i conti,come un "lato ombra dell'animo" vivente di "luce propria". In un intervista sul male al cinema William Friedkin ribadi' che il male e l'orrore sono un qualcosa che ci spaventa,ma nello stesso tempo ci attrae,perchè in qualche modo ne "siamo protetti" dal filtro del grande schermo.Opinione indiscutibile,che trova le sue fondamenta nell'attrazione dello spettatore nei generi thriller e horror.Friedkin dopotutto ha costruito un intera carriera sui "lati ombra" del carattere,ossessione,paranoia,autoannientamento coi relativi sensi di colpa,"fabbricando" opere "oggettive" sulla morbosita' dell'ombra.Un opera come "l'esorcista" è l'emblema del segmento diabolico annidato in ogni agglomerato sociale,che ne crea un "non plus ultra" cinematografico non indifferente. Ma non solo,oltre a Friedkin,ci sono stati illustri registi che ne hanno dipinto una "filosofia",Kubrick,Hitchkock,Scorsese,Coppola tanto per citarne i piu' noti.Grandi firme che hanno rappresentato "l'etica" maligna dell'umano,il "lato ombra" che fa a pugni col bene. Paranoici,psicopatici,alienati figli di societa' guerrafondaie che hanno la loro sublimazione in opere come "Psicho", "Full Metal Jacket" ,"Taxi driver","Apocalypse now".Carneficine e sangue gratuito rappresentano un folta schiera di "eroi" all'incontrario,ossessionati e ai margini della societa',come i reduci del Vietnam,assorbiti nell'orrore d'una guerra in cui erano pura "macelleria",oppure integrati nei tentacoli della "macchina" sociale,assorbiti nelle corruzioni come rappresentato recentemente nell'ottimo "The Canyons" di Paul Schrader.Sono frammenti o fotogrammi diabolici innumerevoli,che fluiscono a mo' di fiume melmoso dinanzi ai nostri occhi.La poetica del "male" è qualcosa di ripugnante,ma non possiamo negarne l'attrazione o il carisma che esercita,mi viene in mente un "villain" come L'Hans Landa di Tarantino,spietato "cacciatore" d'ebrei in "Bastardi senza gloria".Il film di Tarantino (come il suo cinema) è un impasto "post moderno" di citazioni,sonda il male in un tocco intrattenitivo e spettacolare,un autorialita' che presenta "il villain" di turno (Landa) come un qualcosa di odioso,ma carismatico,fascinoso e giocosamente "piroettistico". Discorso a parte merita il prolifico cinema asiatico degli ultimi anni,partendo dai vari Imamura,Shimizu,Sion Sono,Park Chan Wook,Kim Ki Duk e Kim Je Woon hanno rappresentato il male come l'innarestabile "passe partout" d'una societa' di alienati incomunicabili.Il cuore dell'Asia vede il male come "oggetto" di comunicazione,lacerante e autodistruttivo,mutilante e roboante nella violenza catartica che esprime,nel vigore estetico di pellicole che affascinano,comunicano il "carisma" diabolico di ombre umane,figli d'una societa corrotta e occidentalizzata.Il Giappone o la Corea emblemi di famiglie disfunzionali,non piu' luoghi di protezione o relazione,ma nido malefico e perverso.Sono paesi "civili" nella patina,nelle maschere d'un (finto) perbenismo borghese che in realta' cela mostri umani.... Non si puo' in ultimo non citare un autore come "l'enfant prodige" del cinema europeo,quel Nicolas Winding Refn che nel suo ultimo bistrattato "Only God forgives" ha rappresentato scampoli di male "edipico",in riprese fuorvianti e fluorescenti,in ralenty dove il male è un morbo che esplode,facendone vittime d'un destino avverso. Il male è presente ovunque,dorme nel "bene",è il "quadro" totalizzante di "rabbia,ira,invidia,gelosia e (p)ossessione"non esisterebbe l'uno senza l'altro,come la gioia e il dolore,il sorriso e il pianto,questo vale nella vita reale,ma sul grande schermo è un altra cosa.....
Il talentuoso Kim Je Woon presenta una "sfida":ripugnante seriale killer vs poliziotto assetato di vendetta. Male e bene,nell'inseguimento esiziale assetato di sangue,s'inseguono,lottano,s'accapigliano,si torturano. Non vincera' nessuno,nello splendido thriller in salsa coreana,il male e il bene sono incontrovertibili e si specchiano,non vi è piu' confine per nulla,siamo tutti condannati a divenire MOSTRI.....
Con Asuka Kurosawa, Mitsuru Fukikoshi, Tetsu Watanabe, Megumi Kagurazaka, Denden
Il terribile "Bad boy" nipponico Sono Sion presenta un terribile ritratto d'una famiglia "piccolo borghese",un Sol Levante rigido e formale,destinato a tramutarsi nel quadro orrorifico sanguinolento e smembrante.Il male è represso e dorme,aspetta solo d'incontrare il suo "alter ego cattivo" per potersi scatenare....
Park Chan Wook ovvero il profeta della vendetta,nella "pala centrale" della sua trilogia,15 anni prigioniero senza sapere il perchè,per una storia dal passato remoto che diviene viaggio allucinante nei meandri oscuri dell'anima,senza possibilita' di scampo......
Nicolas Winding Refn,"l'enfant prodige" del cinema europeo,nella Bangkok al neon,che puzza di marcio,ospitando famiglie yankee corrotte di droga e loschi affari. Il male vive all'esterno si mostra nelle ferite dei combattimenti,nell'inettitudine di chi vorrebbe tornare alle origini del grembo materno.......
Con Ellen Burstyn, Max Von Sydow, Linda Blair, Jason Miller, Lee J. Cobb
Caposaldo del cinema di sempre,il male annidato nel corpo d'una ragazzina,diabolico e orribile,prende il posto d'un padre lontano e assente,beffandosi della forza della fede,e nutrendosi del "senso di colpa"........
Il male è ironico,affascinante,carismatico,nelle vestigia d'un colonnello buffone e "cartoonesco",assumendone i connotati da cinema cabalistico che per una volta diverte senza innoridire.....
Perchè l'orrore è la catarsi esiziale d'una guerra,quel Vietnam ferita aperta d'una nazione,che mormora "l'orrore",portandosi l'orrendo carico d'un lato ombra umano che aliena le sue vittime......
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