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Vivien
di steno79 ultimo aggiornamento
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Vivien

Un’attrice che ho sempre amato molto, fin dalla prima volta che la vidi come Rossella O’Hara in « Via col vento », è Vivien Leigh. Mi colpirono molto sia la sua bellezza un pò « aristocratica », sia il suo talento e la sua spontaneità nel recitare. Poiché non ci sono altre playlist a lei dedicate nel sito, ho deciso di renderle un personale omaggio e di raccontare la sua storia, nonché analizzare alcune delle sue interpretazioni più celebri.
Vivien Leigh nacque a Darjeeling, vicino Calcutta, nel 1913 come Vivian Mary Hartley, figlia di un ufficiale britannico di stanza in India. La madre era una donna Cattolica molto devota, che la educò religiosamente e le trasmise l’amore per la letteratura e in particolare per il teatro. La famiglia Hartley ritornò in Inghilterra dopo la fine della prima guerra mondiale, quando Vivien aveva sei anni. La bambina fu mandata a studiare in un convento di suore cattoliche, dove fra le sue compagne ebbe la futura attrice Maureen O’Sullivan, che divenne sua amica. Tuttavia, ad un certo punto il padre la rimosse dalla scuola e la condusse assieme alla madre attraverso diverse località europee per seguire i suoi impegni lavorativi ; Vivien tornò a vivere stabilmente in Inghilterra solo nel 1931, quando si recò ad abitare a Londra. In questo periodo decise di diventare un’attrice e si iscrisse alla Royal Academy of Dramatic Arts, col sostegno dei genitori ; nel 1932 sposò l’avvocato Herbert Leigh Holman, da cui l’anno successivo ebbe l’unica figlia Suzanne. La Leigh avrebbe divorziato alcuni anni dopo da Holman, stabilendo che la figlia sarebbe cresciuta con l’ex-marito perchè non se la sentiva di fare la madre a tempo pieno, ma rimase sempre in ottimi rapporti di amicizia con Holman ed ebbe un rapporto privo di contrasti con la figlia. Da notare che il suo nome d’arte deriva proprio dal secondo nome del primo marito.
Nel 1935 apparve per la prima volta sullo schermo con una piccola parte nel film « Things are looking up » ; sembra che il grande produttore e regista inglese Alexander Korda all’inizio l’avesse scartata dopo un provino ritenuto insoddisfacente, e che le propose un contratto solo dopo averla apprezzata a teatro nella commedia « The mask of virtue ». L’attrice lavorerà sempre molto più sul palcoscenico che non per il cinema, per cui interpreterà soltanto una ventina di film ; a teatro sarà l’interprete di commedie di Noel Coward, G.B. Shaw, di tragedie classiche e di moti ruoli del repertorio shakespeariano come Ofelia, Lady Macbeth, Giulietta e Cleopatra.
Fondamentale risulta l’incontro con Laurence Olivier nel 1937 sul set del film storico « Fire over England » : fra i due nacque subito la passione, nonostante che all’epoca fossero entrambi sposati, ma per regolarizzare la loro unione col matrimonio dovranno attendere il 1940. La carriera cinematografica dell’attrice procede brillantemente con commedie di successo come « Partizia e il dittatore » accanto a Rex Harrison e « Un americano ad Oxford » accanto a Robert Taylor, ma il salto di qualità lo spiccherà solo oltre Oceano. Infatti, Vivien vorrebbe seguire il suo compagno ad Hollywood sul set di « Cime tempestose » di William Wyler, dove Olivier interpreta il ruolo di Heathcliff, ma le viene offerto solo un ruolo minore che rifiuta ; tuttavia, l’occasione giusta le si presenta poco dopo quando conosce Myron Selznick, che fungeva da agente americano di Olivier ed era il fratello minore del potente produttore americano David O. Selznick, che era in procinto di realizzare « Via col vento ». Dopo aver fatto provini a molte delle attrici più famose dell’epoca per la parte di Scarlett, Selznick non aveva ancora trovato ciò di cui aveva bisogno, ma rimase molto colpito dalla bellezza e dal talento di Vivien, di cui però riteneva inadeguato l’accento britannico. Tuttavia, lo « screen test » di Vivien piacque talmente al produttore che in breve la parte le venne assegnata. Le riprese del film si rivelarono faticose per l’attrice a causa dei ritmi lavorativi molto intensi e stressanti ; Vivien divenne amica di Clark Gable, di sua moglie Carole Lombard e di Olivia De Havilland, mentre pare che non si intese troppo bene con Leslie Howard e col regista Victor Fleming. Sicuramente avvertì molto la mancanza di Olivier che era impegnato in teatro a New York ; alcuni fanno risalire a questo periodo le prime manifestazioni di quella sindrome maniaco-depressiva dovuta ad un disturbo bipolare che l’avrebbe afflitta per il resto della vita, ma, stando alle affermazioni della De Havilland in una biografia, la Leigh si comportò sempre con grande impegno e ammirevole professionismo sul set. Il film ebbe rapidamente un trionfale successo di pubblico e fruttò alla Leigh il suo primo Oscar come migliore attrice, ma sembra che Vivien fosse alquanto impreparata ad assumere uno status da « star » cinematografica, e che non amasse più di tanto stare con i riflettori puntati addosso.
Nel 1940 cercò senza successo di avere le parti da protagonista in « Rebecca » e « Orgoglio e pregiudizio » per recitare accanto ad Olivier, che nel frattempo era diventato suo marito ; con lui reciterà ancora in « Fatalità » e « Il grande ammiraglio » sulla vita di Horatio Nelson, che sarà uno dei film preferiti di Winston Churchill, grande amico della coppia. Notevole il successo di pubblico e critica de « Il ponte di Waterloo » interpretato accanto a Robert Taylor, che confermò sul momento il suo status divistico. Tuttavia, quando fece ritorno in Inghilterra con Olivier nel 1943, una serie di problemi di salute ne minò l’equilibrio e all’attrice venne diagnosticata la tubercolosi, che ne avrebbe causato la morte prematura nel 1967. Un primo aborto spontaneo (un altro sarebbe seguito nel 1955) le causò una profonda depressione, accompagnata da litigi e scenate col marito ; in aggiunta, i suoi film del periodo « Cesare e Cleopatra » di Gabriel Pascal e « Anna Karenina » di Julien Duvivier, non ebbero un riscontro positivo col pubblico. Durante una tournee teatrale in Australia nel 1948 con la compagnia dell’Old Vic Theatre, pur ottenendo un’accoglienza molto calorosa dal pubblico, le crepe nel matrimonio con Olivier si aggravarono. Quando tornò in Inghilterra, Vivien si interessò per ottenere la parte di Blanche Dubois nella versione inglese di « Un tram che si chiama desiderio » di Tennessee Williams, sotto la direzione dello stesso Olivier, che a dire il vero si mostrò piuttosto turbato a causa del contenuto scabroso del dramma : la rappresentazione ebbe molto successo e la Leigh fu confermata anche nella versione cinematografica del 1951, diretta da Elia Kazan e interpretata accanto a Marlon Brando. Il film le procurò recensioni molto positive e le valse un secondo Oscar per la sua interpretazione, ma probabilmente contribuì all’aggravarsi delle sue condizioni psichiche, tanto che la stessa Leigh sostenne in anni successivi che il ruolo di Blanche l’aveva spinta nella follia. Sul set ebbe un rapporto amichevole con Brando e fu sostenuta dal drammaturgo Williams, mentre sembra che non si intese positivamente col regista Kazan, che la riteneva un’attrice di modesto talento, anche se ne riconobbe comunque l’impegno e la determinazione.
Nel 1953 si recò all’estero per girare il film « La pista degli elefanti », ma ebbe un esaurimento nervoso e dovette abbandonare le riprese ; quando tornò da Olivier, gli confessò di avere avuto una breve relazione con il suo partner Peter Finch. Le sue condizioni di salute migliorarono lentamente e nel 1955 potè affrontare una riedizione di alcune opere Shakespeariane, fra cui « La dodicesima notte » e « Tito Andronico », a Stratford-upon Avon, con un buon successo di pubblico e critiche positive. Il matrimonio con Olivier si dissolse definitivamente nel 1958, tanto che l’attrice intraprese una relazione con l’attore Jack Merivale, che le fu vicino fino alla fine ; Olivier le concesse il divorzio nel 1960 per sposare l’attrice Joan Plowright. I suoi ultimi film furono « La primavera romana della signora Stone », in cui recita ancora da protagonista in un ruolo malinconico accanto ad un giovanissimo Warren Beatty, e « La nave dei folli » in un piccolo ruolo. Vivien Leigh morì il 7 Luglio 1967 a causa di un attacco di tubercolosi, e le sue ceneri furono sparse per sua volontà in un laghetto vicino ad una casa di sua proprietà nel Sussex. La sera in cui scomparve, i teatri del West-End londinese le resero omaggio spegnendo per alcune ore le illuminazioni.
 

Playlist film

Via col vento

  • Mélo
  • USA
  • durata 220'

Titolo originale Gone With The Wind

Regia di Victor Fleming

Con Clark Gable, Vivien Leigh, Olivia de Havilland, Hattie McDaniel, Leslie Howard

Via col vento

IN TV Sky Cinema Romance

canale 307 altre VISIONI

Il film forse non è un capolavoro della storia del cinema, ma la sua interpretazione di Rossella mi sembra ugualmente molto buona, tanto da ritenere meritato l’Oscar che le fu assegnato. La Leigh comprese perfettamente la natura del personaggio, la sua petulanza, il suo egocentrismo e la sua immaturità sentimentale, e seppe renderla con una recitazione ancora accattivante, che, a differenza di quella di tanti altri attori dell’epoca, non risulta datata. Inoltre, sembra intendersi perfettamente nella mimica e nel gioco di sguardi col suo partner Clark Gable, facendo della loro coppia una delle carte vincenti del film

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Un tram che si chiama desiderio

  • Drammatico
  • USA
  • durata 126'

Titolo originale A Streetcar Named Desire

Regia di Elia Kazan

Con Vivien Leigh, Marlon Brando, Kim Hunter, Karl Malden

Un tram che si chiama desiderio

In streaming su Amazon Video

vedi tutti

Qui fu molto coraggiosa nell’affrontare il ruolo di una donna schizofrenica che viene violentata da un bruto… purtroppo, la sua salute mentale ne risentì in negativo, ma il ritratto di Blanche che « ha sempre amato negli uomini le buone maniere » e che « vuole la magia al posto della realtà » rimane memorabile, e regge bene il confronto con un Brando giovane grondante sensualità. Secondo Oscar meritato.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Anna Karenina

  • Drammatico
  • Gran Bretagna
  • durata 123'

Titolo originale Anna Karenina

Regia di Julien Duvivier

Con Vivien Leigh, Ralph Richardson, Kieron Moore, Martita Hunt, Hugh Dempster, Mary Kerridge

Anna Karenina

Come adattamento del romanzo di Tolstoj appare freddo e poco appassionante, e purtroppo anche l’interpretazione dell’attrice ne risente negativamente, poichè non riesce a dare l’acqua della vita ad un personaggio che, nelle mani di Greta Garbo, aveva acquisito ben altra intensità.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il ponte di Waterloo

  • Drammatico
  • USA
  • durata 114'

Titolo originale Waterloo Bridge

Regia di Mervyn LeRoy

Con Robert Taylor, Vivien Leigh, Lucille Watson, Virginia Field

Il ponte di Waterloo

Qui Vivien interpreta Myra, una ballerina che si innamora di un ufficiale in partenza per il fronte. Durante la sua assenza la sua situazione precipita e la ragazza è costretta a prostituirsi, fino ad un tragico epilogo. Un dramma romantico reso con grande partecipazione emotiva, in cui si ricorda la scena del ballo fra la Leigh e Robert Taylor col sottofondo del « Valzer delle candele », che l’attrice ricordava come uno dei suoi migliori film.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

La primavera romana della signora Stone

  • Drammatico
  • USA
  • durata 165'

Titolo originale The Roman Spring of Mrs. Stone

Regia di José Quintero

Con Vivien Leigh, Warren Beatty, Coral Browne, Lotte Lenya

La primavera romana della signora Stone

Un’attrice sul viale del tramonto si reca in Italia per un periodo di vacanza, dopo la morte del marito, e si innamora di un gigolò che tenta di sfruttarla. E’ un film minore che non offre nulla di memorabile all’attrice, ma la sua presenza malinconica lascia sempre il segno.
 

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