E' arrivato il momento di una nuova partenza: stavolta sarò un po' più lontano, diciamo in zone arabiche. Essere in viaggio non mi pesa, ormai posso definirmi "di casa" ovunque mi trovi. E sarebbe davvero bello poter parlare tutte le lingue del mondo. Per una volta, farò una play dolce e non provocatoria. Perché con le partenze arrivano i momenti del bilancio. E prima di ogni altra cosa, uno sguardo alla famiglia: quella un pò litigiosa di film.tv, che pure riempie le mie collassatissime (!) giornate. Poco fa, il gentilissimo steno mi invitò ad indicare dieci film, diciamo i preferiti, per creare un maxi sondaggio tra gli utenti. Ho declinato l'invito, sperando di non sembrargli troppo brusco: non era mia intenzione. Ho in odio le classifiche che considero, al pari di un antiquato sistema scolastico, un mezzo competitivo superficiale. Ma rispetto chi ha votato, ci mancherebbe. Il fatto è che non penso si possa considerare il cinema in dieci (o anche venti) pellicole. Amo tanto questo mondo che soffro di fronte ad un brutto film: eppure, anche da quello, talvolta, si trae insegnamento (se non altro, da non ripetere !!). Perché, in fondo, il cinema è gioia, anche quando rappresenta l'orrore. Il cinema costa poco, produce molto, propone tanto. Bisogna amarlo, come scriveva su un noto quotidiano poco fa un vecchio produttore (ne taccio deontologicamente il cognome): "solo così", chiudeva "ci accorgiamo che non si può scegliere tra brutti e belli. Magari si può essere insoddisfatti. Ma dietro quell'opera, c'è il lavoro, il sudore di una troupe. Non dovremmo dimenticarlo". Mi associo, s'intende. E adesso, mi chiedo, quale potrebbe essere la reazione di un qualsiasi regista nel non vedersi tra i migliori ? Ma nessuna: chi fa un film, regala sempre qualcosa. Un pò di rabbia, cattiveria, azione, divertimento, riflessione. Soprattutto, regala amore. E non ci sono, non possono esserci classifiche nell'amore. Il mondo spesso ci lascia dimenticare il bene che proviamo, quello che abbiamo provato. Quello che proveremo in futuro. Ma è da esso che, sempre, nasce un film: voler bene agli attori, alla troupe, agli spettatori è il primo passo per fare cinema. La gioia di chi lo fa e quella di chi lo vede non può essere paragonata ad altro. Ognuno ha i suoi film, certo. Io non sono capace di sceglierli: li ho amati (quasi) tutti. Criticarli, però, fa parte del gioco. Ma disprezzarli, mai. Ecco, vorrei farlo io un regalo prima di partire: sottovoce, come avrebbe fatto Cecil B. DeMille. Il mio amore per il cinema. Tutto. E per film.tv. Qualunque cosa se ne dica.