Se le pietre angolari sono la struttura portante di un edificio, il cinema poggia sulla materia di cui sono fatti i sogni. Non si tratta di bianco e nero o colore, muto o sonoro. Ciò che rende viva e pulsante la sequenza dei fotogrammi in movimento è il concetto che trasmette l’emozione. E lungo un percorso di ormai più di cento anni si scorgono dei punti focali, delle pietre angolari. Sono quelle opere che imprimono una svolta, alla cui base c’è un’idea o un movimento le cui influenze sono ancora radicate nel cinema dell’oggi.
Con Lillian Gish, Henry B.Walthall, Mae Marsh, Miriam Cooper, Mary Alden
Un film razzista, un messaggio ripugnante, eppure tutto ciò passa in secondo piano. Perché quello che Griffith firma, è la grammatica del cinema. Campi lunghi, scene di massa, montaggio analitico e alternato. Il cinema si fonde con la narrativa e dietro il fumo di croci in fiamme, si scorgono, imberbi, i volti di Ford, Walsh e Von Stroheim, che prenderanno per mano un cinema neonato e lo renderanno grande.
Con Werner Krauss, Conrad Veidt, Lil Dagover, Friedrich Feher, Hans Heinrich von Twardowski
In streaming su Classix
L’espressionismo pone il male al centro della vicenda, con personaggi grotteschi in un contesto allucinato. Da Wiene a Murnau, il testimone passa per Lang e Siodmak che busseranno alle porte di Hollywood e trasmigreranno le angosce e le inquietudini di un’epoca in un genere senza tempo.
Vigo filma la realtà attraverso la lente deformata dell’avanguardia. Ne scaturisce un’opera inarrivabile dove il reale e il fantastico si fondono in un lirismo struggente. Tutto il cinema autoriale che verrà non potrà fare a meno di guardare alla poesia dall’Atalante.
La rivoluzione di Welles non si fonda soltanto sul grandangolo, la lente deformata o l’angolatura della ripresa. Welles attinge dal cinema classico e ricodifica il linguaggio cinematografico. Il cittadino Kane assurge a cittadino del mondo e la sua Rosabella è il cinema allo stato puro.
Con Franco Interlenghi, Rinaldo Smordoni, Aniello Mele, Emilio Cigoli
In streaming su Plex
I Lumière videro nel cinema la trasposizione della realtà, Meliès e Griffith ne fecero la fabbrica dei sogni. Il neorealismo filma la realtà e la coniuga in spettacolo, in un connubio ancora oggi insuperato.
Il cinefilo dietro la macchina da presa. Un cinema corale girato in maniera personale. Il regista al centro della storia. Un’onda intellettuale travolge le regole del fare cinema, poi l’onda si ritrae e quello che emerge dalle secche sono i pilastri di una svolta.
Non è il montaggio frenetico, non è il ralenti che dilata la violenza. Ciò che fa di Wild Bunch uno spartiacque è lo sguardo dolente volto al cinema classico che tramonta, con negli occhi un lampo di furente anarchia che apre le porte alla Nuova Hollywood.
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