C’è della gente che “parla” sempre un minuto prima di pensare. Gente che non sa cos’è l’ “ironia” e che invece di confessare e ammettere la propria “ignoranza”, insiste nel continuare una sciocca conversazione che la rivela.
Una vita non fondata sull’autoesame non vale la pena di essere vissuta, questo il pensiero tragico e immenso di Socrate, per il quale la democrazia rappresenta nonostante tutto la migliore forma di governo. Ma è il potere e la tirannia della maggioranza che tenta di spezzare la volontà interiore di resistenza; l’asservimento all’opinione pubblica è il grande pericolo democratico.
Una maggioranza di gente devota a sermoni futili e sfibranti, dall’infinità di parole vuote e logorate da impiegare come valore d’uso e valore di scambio. Gente che ignora l’insegnamento di P. Masson: “L’uomo supera l’animale con la parola, ma col silenzio supera se stesso”.
Subdole donne pseudo-femministe paladine della giustizia, scendono in campo, difendono e sostengono senza ritegno idee retrograde e uomini bigotti, per nulla gentlemen, poco maschi, molto maschilisti, per poi accanirsi spudoratamente contro i veri signori.
Sono attrici e attori del nonconformismo nel teatro dei conformisti, servitori dell’opinione pubblica. All the world is a stage, you know...
Tra un po’ per esprimere il proprio “Essere” bisognerà domandare il permesso, chiedere perdono, favorire la propria cultura e maturazione psicologica alla “cattiva coscienza” della maggioranza moralizzatrice.
Parlano, (stra)parlano i “puritani”, “i buoni samaritani”. “Guardano, ma non vedono”, “Odono, ma non sentono”. Farneticano. Giudicano, puntano il dito, si ergono a “Inquisitori-Giustizieri della notte”; in realtà, non sanno di non sapere…Vittime di se stessi, nella foga si autocommiserano, generano commiserazione. Miserabili. Non accettano sconfitte, urlano, sbraitano e si scagliano contro i Vincenti.
Certa gente non dovrebbe riempirsi la bocca di belle parole se nei suoi atti si contraddice in tempo reale, se soffre di complessi di inferiorità, manie di persecuzione e perciò inveisce contro il Prossimo. Urge farsi Prossimi, non “FARSI” i Prossimi.
Anziché ragionare “a compartimenti stagni”, se la “massa” non ha argomenti convincenti farebbe meglio a tacere, farebbe una figura migliore, senz’altro.
Urge una scossa che rivitalizzi. Andare oltre, vedere oltre.
È inevitabile, “le zucche vuote fanno (e faranno) sempre più rumore”. Pontificano e si indignano. Vogliono informarci delle loro squallide e meschine esistenze, vogliono debilitare e arrestare il Nostro movimento, ma Noi “siamo esploratori, pronti per nuove partenze”…
Con Silvia Pinal, Enrique Rambal, Jacqueline Andère, Claudio Brook
“Tutto è ben fermo e saldo al di sopra della corrente, tutti i valori delle cose, i ponti, i concetti, il ‘bene’, il ‘male’: tutto ciò è saldo! ‘In fondo tutto sta fermo’ - ecco una vera dottrina invernale, buona per un periodo sterile, una valida consolazione per coloro che d’inverno cadono in letargo e si rannicchiano accanto alle stufe. ‘In fondo tutto sta fermo’: ma contro di ciò predica il vento del disgelo!” (F. Nietzsche).
“La più alta idealità che la donna possa risvegliare nell’uomo sta propriamente nel risvegliare la coscienza dell’immortalità. Il nerbo di questa prova risiede in ciò che si potrebbe chiamare la necessità di una replica. Come si dice di un lavoro teatrale che esso non può aver termine senza che questo o quello abbia una replica, nello stesso modo, dice l’idealità, l’esistente non può finire con la morte: io esigo una replica” (S. Kierkegaard).
Respingiamo sdegnati la ‘strategia del polipo’:
“Rivolgi a tutti gli amici, o cuore, un animo duttile, adeguando il tuo umore a quello di ognuno. Assumi la natura del polipo dalle molte pieghe, che sembra a vedersi simile alla pietra cui aderisce. Una volta assentisci; un’altra, divieni diverso di pelle: l’abilità vale più dell’intransigenza” (Teoguide).
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