Lo so che questa playlist avrà i suoi nemici, perché i film elencati qui sotto hanno i loro sostenitori entusiasti. Secondo me, però, sono imbarazzanti esempi di cinema italiano, dopo i fasti che lo hanno reso famoso e apprezzato in tutto il mondo, almeno fino agli anni '60. Prima che avessi il videoregistratore e rompessi con la televisione (almeno quella degli orari d'ascolto), incappavo ogni tanto in questi tristi esemplari cinematografici, e, per accidia e passività, iniziavo a guardarli. Tuttavia, la noia e/o lo schifo mi assalivano nonostante cercassi di respingerli, e alla fine vincevano. Lo so, lo so, questi film hanno incassato un sacco di soldi, ma che posso dire? Solo che il pubblico preferiva della sbobba insipida piuttosto che le leccornie e i manicaretti che gli italiani erano stati capaci di creare negli anni addietro. Non pretendo approvazione, è solo un'esperienza personale.
Con Adriano Celentano, Carlo Verdone, Enrico Montesano, Diego Abatantuono, Eleonora Giorgi
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Quando la moltiplicazione di molti grandi fattori dà non un grande prodotto ma un piccolissimo quoziente. Non è assurdo o impossibile, perché Castellano & Pipolo (bravi sceneggiatori negli anni '60 ma poi pessimi registi) lo hanno fatto. Devo aver tentato di guardarlo alcune volte, ma mi pare che non sono mai arrivato oltre a quando Verdone fa jogging nel giardino di questo sfortunato albergo, poco dopo l'inizio. Qualcosa di indefinibile e non identificato (regia? sceneggiatura?) succhia l'energia e l'interesse dello spettatore e lo mette KO. Potrei vederlo tutto solo se mi mettessero lì immobilizzato come in Arancia Meccanica.
Con Enrico Montesano, Adriano Celentano, Marina Suma, Vanessa Redgrave
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L'episodio con Montesano è passabile, e strappa qualche risatina qua e là. Ma Celentano... del suo episodio non sono mai arrivato alla fine. Come giudicarlo? Sciatto, tanto pretenzioso quanto misero, penoso, fiacchissimo, sfilacciato, banale da paura. E poi, nonostante tenti di far ridere, è assolutamente non comico, senza neppure la consolazione di un po' di ridicolo involontario. Quando il tizio con i capelli tagliati ad angolo retto imita il Perkins di "Psycho" di Hitchcock (scusate se faccio il suo nome in questo contesto), lo spettatore più che addormentarsi sviene per lo schifo, lasciando cadere sul pavimento il telecomando che avrebbe potuto salvarlo.
Con Alvaro Vitali, Michela Miti, Enzo Liberti, Riccardo Billi
Vi ricordate le piccole reti private, che si ritrasmettevano l'un l'altra, e si vedevano anche due o tre loghi contemporaneamente? Immagini da videocassetta e audio cupo e ovattato... Su queste reti non era difficile imbattersi nei film di Alvaro Vitali, che sono praticamente tutti uguali: barzellette da caserma, gestacci, scorregge, pernacchie, smorfie, sesso e parolacce. Mi ricordo una sola scena, vista prima di ricorrere al telecomando: la maestra chiede alla classe di fare una composizione di natura morta, e Pierino le presenta un piatto con due arance e una banana nel mezzo. Tristissimo.
Con Paolo Villaggio, Adriano Celentano, Renato Pozzetto, Alberto Sordi, Mariangela Melato
Anche qui c'è una mischia di divi del cinema italiano, ma il risultato è proprio meschino. Non posso dire che sia una schifezza, perché in qualche modo il film si trascina fino ai titoli di coda. Però è molto debole, velleitario, e spesso gira a vuoto. Ormai Sordi è la caricatura di se stesso, più che dell'italiano col pallino per gli americani. Forse con i vari passaggi in TV ho finito per vederlo tutto, ma mandarlo giù tutt'intero in una volta non è facile (e non mi è mai riuscito).
Con Enrico Montesano, Nino Manfredi, Lino Banfi, Paolo Villaggio, Renato Pozzetto
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Ricordo che all'epoca tutti quelli della mia compagnia di amici andarono a vederlo al cinema, e ne parlavano. Io, per caso, non ci andai. Ho appreso poi dal passaggio in TV che avrei buttato via 3000 lire. Anche qui il dispendio di volti noti non riscatta un prodotto miserando, dove anch'essi affogano nel naufragio generale. E dire che sarebbe un rifacimento o un omaggio (!?) dell'omonimo bel film di De Sica degli anni '30.
Con Adriano Celentano, Carole Bouquet, Felice Andreasi, Enzo Robutti, Walter D'Amore
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Ricordo confusamente (ero al cinema?) che c'è Celentano che fa, mi pare, il selvaggio cresciuto nella foresta tra le scimmie. Poi si trova di colpo catapultato nella civiltà, ma continua a comportarsi da scimmia... La realizzazione è pessima. Era troppo anche per un bambino di nove anni, e non ho retto. A tutt'oggi non so come andava avanti il film (e neppure m'interessa).
Di questo film, ad essere sincero, ho visto solo alcune scene qua e là dai vari passaggi in TV; in tutto non saranno più di una manciata di minuti. Il fatto è - appunto - che non riuscivo a reggerlo e cambiavo subito canale. Anche qui i nomi in campo sono grossi, e secondo me questo è l'unico motivo per il quale il film ha fatto i suoi soldini e la TV ogni tanto lo ripropone. C'è sempre chi ci casca. Eppure Sordi fu un grande attore negli anni '50 e '60, e anche Verdone ci ha regalato diversi buoni film. Quanto al primo, aveva la vocazione d'attore, e l'inizio del declino fu quando credette di essere anche regista. Purtroppo su questa strada perseverò. Come dice il proverbio: chi vuol fare l'altrui mestiere mette la zuppa nel paniere.
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