Vi ricordate il film con Jeff Bridges “Starman” dove interpreta un entità extraterreste che prende in prestito il corpo del defunto marito di Karen Allen? Bene, c’è un punto nel film, dove la donna piange e l’alieno Bridges, non capisce questa emozione, li nel posto dove vive, la sua  gente non piange. Anche io non piango più, conosco bene questo meccanismo che scaturisce da forti emozioni, ho pianto tanto, ma tanto, fiumi di lacrime versate, ma ora sono come  l’alieno di Starman. Voi vi chiederete: è mai possibile che Mike Patton (Astronomy Domine) non piange più, nemmeno una lacrima per il padre che lo ha lasciato in tenera età, la perdita di una sorella, e tutti gli altri lutti, la deriva della sinistra, l’avvento di Berlusconi, la malattia della vecchia mamma? Nessuna lacrima, nessuna emozione, il mio è un pianto interiore, una sofferenza, perchè non trova sfogo, non lacrimo , ma non per  una occlusione bilaterale dei canali lacrimali, tutte le mie lacrime si sono esaurite a  causa di alcune pellicole. Nell’inverno del 1964 tornai a casa dopo aver visto al dopolavoro dell’arsenale “Il re dei re” di Nick Ray, mia madre era molto preoccupata, non mi vide bene. Che ti è successo tesoro mio? Nulla mamma, sono andato al cinema è ho visto il film su Cristo in croce, ho versato tante, ma tante lacrime che il gestore mi ha anche costretto con un straccio e mazza per lavare a terra a pulire vicino alla poltrona dove ero stato seduto. Non stavo per nulla bene avevo perso molti liquidi, ma dopo due giorni ero quello di prima. Estate 1965 all’arena Charitas danno un film con Amedeo Nazzari, non ci fossi mai entrato, quello che era successo con il film di Ray accadde anche con il film di Matarazzo, mamma preoccupata per il pallore al viso, lo sguardo assente, chiama il medico di famiglia: questo ragazzino è molto stressato, disidratato, dovrebbe bere molto durante la giornata, mia mamma fa notare al medico che il frigorifero che era pieno di gazzose ,quelle con la pallina e pepsi e acqua fresca, era vuoto, beve come se fosse un idrovora disse la mamma, bisogna indagare risponde il medico. Comunque dopo tre giorni di grandi bevute e iniezioni di vitamina B12 stavo benissimo. Ma, ma un giorno ahimè, andai a vedere un film di Luigi Comencini: “Incompreso”, i gestori dell’arena chiamaro mio padre preoccupati perché mi trovarono accasciato in una pozza d’acqua, chiamarono anche  mia madre per far pulire il lago di acqua. A quel punto era tutto chiaro per i miei genitori e per il medico, quello che mi accadeva, era che il pianto abbondante mi disidratava procurandomi cali di pressione importanti per un ragazzino, ero stato fortunato e da qui, il divieto di vedere film”drammatici”. Al cinema andavo solamente accompagnato dai mie genitori. 1971, avevo quindici anni, il titolo era rassicurante “Love Story” entrai non finii di vedere l’ultima scena del film, ero a terra, tre uomini in camice bianco, a sirene spiegate verso il pronto soccorso, ci risiamo, questa volta è dura , ricovero per accertamenti ecc ecc,. Diagnosi Ipertrofia e flogosi dei canali lacrimali, ipotensione maggiore e deperimento organico. 1975 Arena Corallo, “Il venditore di palloncini” non successe nulla, la sala gremita, tutti con fazzoletti agli occhi, non capivo, non capivo, perché piangevano, una cosa però io l’avevo capita: “ero guarito, eccome”.