Per chi come me è nato pressapoco alla metà degli anni'60 (diciamo tra il 1963 e il 1969 così allarghiamo il raggio) gli anni '80 sono stati quelli della adolescenza, della maturazione, degli entusiasmi, il periodo in cui muovi in autonomia dalla tua famiglia i primi passi, quelli in cui vedi il mondo come un qualcosa da conquistare. Allora avevamo, noi ragazzini imberbi, il mito degli anni '70: tutto quello che veniva da lì sembrava più bello: la musica (da una parte Genesis, Led Zeppelin e Pink Floyd, dall'altra Duran Duran, Spandau Ballet e Pet Shop Boys, non c'era paragone) l'impegno politico (negli anni '70 ci si impegnava in politica per cambiare il mondo, negli anni '80 ci si impegnava in politica per far carriera e per soldi) la cultura (negli anni '70 si studiavano filosofia e i grandi pensatori, negli '80 l'obiettivo era laurearsi alla Bocconi per fare il top manager in qualche azienda e passare le serate a caccia di modelle - c'era anche la parodia di Vastano al Drive In ve la ricordate?). Negli anni '90 quanto sopra è stato rimarcato con maggior vigore: pressapoco a metà decennio uno dei due più importanti quotidiani nazionali pubblicò una serie di CD che ripercorrevano la storia della musica rock in Italia, e nei volumetti allegati non si faceva che ribadire quanto gli anni '70 fossero stati eccezionali e quanto gli anni'80 fossero stati una emerita schifezza. E noi ci credevamo pure. Oggi che i capelli si sono tinti di grigio ripensiamo a quel periodo invece con nostalgia. Quegli anni non sono stati poi così malvagi: non ci hanno dato solo i Duran Duran ma anche gli U2, i Simple Minds e tanti altri, l'impegno politico non era più esasperato come negli anni '70 (che non a caso sono stati il decennio del terrorismo), si riaffermava il valore della tolleranza e del rispetto delle idee altrui e il concetto che comunque la politica non era un buon motivo per ammazzare nessuno. Le donne abbandonavano l'abbigliemento alternativo e deprimente e tornavano a scoprire il gusto del bel vestito e del tacco alto (e non è mica una brutta cosa....) Insomma la vita assumeva contorni più leggeri, era una cosa di cui si doveva godere e non un motivo per autopunirsi. Poi, è vero ci sono stati gli eccessi (vedi Craxismo) gli sbagli etc. ma quale periodo non ne ha avuti? Alla fine possiamo dire che: "siamo usciti vivi dagli anni '80" E non me ne voglia il grande Manuel Agnelli
Ho finito la prolusione iniziale con una citazione degli Afterhours, comincio le scelte con un film che si intitola After Hour. In questa pellicola ci sono gli anni '80: il programmatore di computer (professione ed oggetto tipici del decennio in questione), il drink dopo il lavoro, la ragazza che pare abbordabile, la discoteca dove si balla nello stile glamouroso anni '80 etc. il tutto nella città mito degli anni '80: NEW YORK
Le gambe di Julia Roberts inguainata in una minigonna mentre gioca a biliardo sono l'immaginario erotico degli anni '80. Avremmo tutti voluto una fidanzata così (sai che guaio però portarla a giocare a biliardo.....)
Questo è un vero mito degli eighties, le ragazze cantavano a squarciagola la colonna sonora (Wooot eee fiiiling....) e sognavano di essere Alex. Che faceva un pò sognare anche noi maschietti
"Se vieni dal 1985 allora dimmi chi è il Presidente degli Stati Uniti?" "Ronald Reagan" "Chiiii? L'attore? e John Wayne allora che fa? il Ministro della Difesa...." C'è altro da aggiungere? Più anni '80 di così!!! (chiedo scusa ai lettori per il dialogo riportato in modo poco fedele ma la memoria....)
Fracassone, chiassoso e divertente come gli anni'80. E c'è Kim Catrall moooolto anni '80 (anche se il successo le è arrivato vent'anni dopo). E comunque un film del grande Carpenter nella mia playlist lo volevo.....
Con Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Cederna, Gigio Alberti
Grande film sull'amicizia, quella vera che magari sta nascosta in un angolo ma alla prima occasione salta fuori con tutta la sua forza. Un vero mito per noi ragazzi degli anni '80. E poi trovatemi uno più anni '80 del Ponchia!!!
Ovvero come gli anni '80 vedevano il futuro. Un film bellissimo e struggente che definire "di fantascienza" è riduttivo. e Sean Young è uno schianto anche con le spalline imbottite (queste sì molto anni '80)
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