Espandi menu
cerca
INCIPIT II (CINEMA E LETTERATURA)
di Utente rimosso (Marcello Del Cam ultimo aggiornamento
Playlist
creata il 7 film
Segui Playlist Stai seguendo questa playlist.   Non seguire più

L'autore

Utente rimosso (Marcello Del Cam

Utente rimosso (Marcello Del Cam

Iscritto dal 30 novembre -0001 Vai al suo profilo
  • Seguaci 15
  • Post 7
  • Recensioni 7
  • Playlist 57
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
INCIPIT II (CINEMA E LETTERATURA)


. 19/04/2010 h. 00.27  
 
 
Sette incipit di romanzi che sono diventati film.
Esistono libri con incipit folgoranti:

"Chiamatemi Ismaele" (Moby Dick di Hermann Melville)   

"Il sole splendeva, senza possibilità di alternative, sul niente di nuovo" (Murphy di Samuel Beckett)

"A questo mondo tutto è cominciato con un sì." (Clarice Lispector - L'ora della stella

"Perduta per timidezza l'occasione di morire, uno scrittore infelice decide di curarsi scrivendo un libro felice" (Argo il cieco di Gesualdo Bufalino)

e così via.

Ci sono incipt più lunghi, ho scelto come esempi questi brevi per non scrivere a lungo.

Dei quattro incipit sopra riportati, uno solo ha ispirato un film, un buon film ma assolutamente 'traditore' del grande romanzo.

Questa play è un invito agli utenti: chi ne ha voglia e tempo può partecipare inserendo nei commenti l'incipit di un libro (romanzo, testo teatrale, ecc) che è diventato un film. Non importa quanto riuscito sia stato il film, importa che l'incipit sia 'bello' (non riesco a trovare un aggettivo migliore).

19 aprile 2010, 09:42 di dedo

“Si chiamava Rambo e sembrava proprio un ragazzo da niente, in piedi davanti alla pompa di una stazione di servizio della periferia di Madison nel Kentucky.”
( David Morrel, Rambo) [Ted Kotcheff, 1982]
 
19 aprile 2010, 09:48 di dedo

“A dritta esplose la carica della catapulta prodiera e l’A-6° Intruder accelerò lungo il ponte di volo con un boato fragoroso che squassò la portaerei e riecheggiò sul mare avvolto nelle tenebre notturne”
(Stephen Coonts, Il volo dell’incursore) [John Milius, L’ultimo attacco, 1982]

19 aprile 2010, 10:04 di dedo

“Avevo riletto i miei appunti e non ne ero soddisfatto. Avevo trascorso tre giorni alla U.S. Robots, ma avrei ottenuto lo stesso risultato se fossi rimasto a casa a consultare l’Enciclopedia Terrestre”
(Isaac Asimov, Io, Robot) [Alex Proyas, 2004]

19 aprile 2010, 10:14 di dedo


“Inquadrato nella porta esterna aperta della sua cabina, dalla quale ritto in piedi forava con lo sguardo il crepuscolo incerto in direzione della spiaggia di Oahu, il capitano di vascello Rockwell Torrey, USN, aveva una certa qual rassomiglianza con la nave di cui aveva il comando: alto, asciutto, tutto angoli ed evidentemente fatto di una sostanza dura e grigia che corazzava sia l’uomo come l’incrociatore contro le insidie di un mondo ostile”
(James Bassett, Prima vittoria) [Otto Preminger, 1965]

19 aprile 2010, 10:21 di astronomy domine


“Natale non è Natale senza regali”, si lamentò Jo, sdraiata sulla coperta. “È così spiacevole essere poveri!” sospirò Meg, abbassando lo sguardo sul suo vecchio vestito.”
(Louisa May Alcott, Piccole donne) [George Cukor 1936; Mervyn LeRoy 1949; Gillian Armstrong, 1994]

19 aprile 2010, 10:25 di astronomy domine


“Il 124 era carico di rancore. Carico del veleno d’una bambina. Le donne lo sapevano, e così anche i bambini. Per anni ognuno aveva cercato a modo suo di sopportare il rancore di quella casa ma, nel 1873, le uniche vittime rimaste erano Sethe e sua figlia Denver. La nonna, Baby Suggs, era morta e i due ragazzi, Howard e Buglar, se ne erano scappati via non appena avevano compiuto tredici anni, non appena al solo guardarsi nello specchio questo si era frantumato (quello era stato il segnale per Buglar), non appena erano apparse sulla torta le due minuscole impronte di una manina (quello era sta to il segnale per Howard). Nessuno dei due aveva aspettato di vedere altro: l’ennesima pignatta ricolma di ceci fumanti rovesciati sul pavimento, in un mucchietto, le gallette sbriciolate sparpagliate a terra, lungo una linea parallela all’uscio di casa. Né, tantomeno, avevano atteso uno dei soliti periodi di calma: le settimane, i mesi persino, in cui niente veniva a turbare la quiete”
(Toni Morrison, Amatissima) [Jonathan Demme, Beloved, 1998]
 
19 aprile 2010, 10:26 di Marcello Del Campo

“Era una caratteristica delle guerre coloniali del Nordamerica che si dovessero incontrare le fatiche
e i pericoli della foresta vergine prima delle forze nemiche. Un’ampia e apparentemente impervia
barriera di foreste divideva i possedimenti delle province francesi e inglesi nemiche.”
(James Fenimore Cooper, L’ultimo dei Mohicani) [George Sherman, 1947; James L. Conway, 977;
Michael Mann, 1992]
 
19 aprile 2010, 10:51 di astronomy domine

Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori,
le cortesie, l'audaci imprese io canto,
che furo al tempo che passaro i Mori
d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,
seguendo l'ire e i giovenil furori
d'Agramante lor re, che si diè vanto
di vendicar la morte di Troiano
sopra re Carlo imperator romano.

(Ludovico Ariosto, Orlando furioso) [Luca Ronconi, 1974]

19 aprile 2010, 10:59 di astronomy domine


“Gentili Signori, leggo dalla vostra inserzione sul «Saturday Review of Literature» che siete specializzati in libri fuori stampa. L’intestazione «librai antiquari» mi spaventa un poco, perché per me «antico» equivale a dispendioso. Sono una scrittrice senza soldi che ama i libri d’antiquariato, ma da queste parti è impossibile reperire le opere che desidererei avere se non in edizioni molto costose e rare, o in copie scolastiche, sudice e scribacchiate, della libreria Barnes & Noble. Allego un elenco delle mie necessità più pressanti. Se aveste qualche copia usata decente di uno qualsiasi dei libri in elenco, a non più di $5.00 l’uno, vi prego di considerare questa mia un ordine d’acquisto e di inviarmeli. Con i più cordiali saluti.”
(Helen Hanff, 84, Charing Cross Road) [David Jones, 1986]

19 aprile 2010, 11:07 di astronomy domine


“Avevo due anni. Ero nudo, in piedi; mi piegavo verso il suolo e passavo la lingua sulla terra. Mangiavo terra con mia cugina Dulce Ofelia, che aveva due anni anche lei. Ero un bambino magrolino, ma con la panciona, per tutti i vermi che mi erano cresciuti nello stomaco a furia di mangiare terra. Mangiavamo la terra nella granja della casa, dove dormivano le bestie, cioè i cavalli, le vacche, i maiali, le galline, le pecore. Era di fianco alla casa.”
(Reinaldo Arenas, Prima che sia notte) [Julian Schnabel, 2000]
19 aprile 2010, 11:26 di dedo

 “Sherlock Holmes, che il mattino era solito alzarsi molto tardi, tranne nei casi tutt’altro che infrequenti in cui rimaneva in piedi tutta la notte, era seduto al tavolo della prima colazione.”
(Sir Conan Doyle, Il mastino dei Baskerville) [David Atwood, 2002]

19 aprile 2010, 11:32 di dedo


“- Ecco il Kapò - mi sussurrò Joe il Chincagliere. Eravamo una trentina di detenuti, sull’attenti, incolonnati, cinque per cinque”
(Dominique Gaussen, Kapò) [Gillo Pontecorvo, 1960]

19 aprile 2010, 11:37 di dedo


“Era quello il momento della giornata che piaceva di più a Joe, quando il mattino non splendeva ancora come se fosse stato lucidato”
(Leonore Fleischer, Il paradiso può attendere) [Warren Beatty, Buck Henry, 1970]

19 aprile 2010, 11:56 di astronomy domine


“Quel negro che percorre adesso la strada» disse il dottor Hasselbacher, stando in piedi nel Wonder Bar, “mi ricorda lei, signor Wormold.” Era tipico da parte del dottor Hasselbacher continuare a dare del lei e servirsi dell’appellativo “signore” dopo quindici anni di amicizia... l’amicizia procedeva con la lentezza e la certezza di una diagnosi prudente. Sul suo letto di morte, quando il dottor Hasselbacher fosse accorso a tastargli il sempre più debole polso, Wormold sarebbe forse divenuto Jim.”
(Graham Greene, Il nostro agente all’Avana) [Carol Reed, 1960]

19 aprile 2010, 12:35 di astronomy domine


“Mi buttarono fuori dal camion verso mezzogiorno. C’ero saltato sopra la notte, giù al confine, e appena steso sotto il telone, nel fieno, mi ero addormentato. Sonno ne avevo un bel po’, dopo tre settimane a Tia Juana, e dormivo ancora quando si fermarono a uno slargo per far freddare il motore. Videro spuntare un piede e mi tirarono giù.”
( James Cain, Il postino suona sempre due volte) [Le Dernier tournant, Pierre Chenal, 1939; Ossessione, Luchino Visconti, 1943; La fiamma del peccato, Billy Wilder, 1944; Il postino suona sempre due volte, Bob Rafelson 1981 ]

19 aprile 2010, 12:39 di curiosone49


“Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate. Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell’imbarazzo di metter su la pagina culturale, perché il “Lisboa” aveva ormai una pagina culturale, e l’avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. Quel bel giorno d’estate, con la brezza atlantica che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene Pereira, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla morte. Perché? Questo a Pereira è impossibile dirlo.”
(Antonio Tabucchi,  Sostiene Pereira) [ Roberto Faenza , 1995]

19 aprile 2010, 13:14 di astronomy domine


“Dietro le tende di tela tarmata un chiarore latteo annuncia l’avvicinarsi del mattino. Ho male ai calcagni, la testa come un’incudine e una sorta di scafandro racchiude tutto il mio corpo.  La mia camera esce dolcemente dalla penombra. Guardo in ogni particolare le foto di coloro che mi sono cari, i disegni dei bambini, i manifesti, il piccolo ciclista di latta che mi ha mandato un amico la vigilia della Parigi-Roubaix e la forca che sovrasta il letto dove sono incrostato come un paguro bernardo nella sua conchiglia. Non ho bisogno di molto tempo per sapere dove sono e per ricordarmi che la mia vita si è capovolta quel venerdì 8 dicembre dell’anno scorso.
(Jean-Dominique Bauby, Lo scafandro e la farfalla) [Julian Schnabel, 2007]

19 aprile 2010, 13:57 di astronomy domine


“Cass era la più giovane e la più bella di 5 sorelle. Cass era la più bella ragazza di tutta la città.  Mezzindiana, aveva un corpo stranamente flessuoso, focoso era e come di serpente, con due occhi che proprio ci dicevano. Cass era fuoco fluido in movimento. Era come uno spirito incastrato in una forma che però non riusciva a contenerlo. I capelli neri e lunghi, i capelli di seta, si muovevano ondeggiando e vorticando come il corpo volteggiava. Lo spirito, o alle stelle o giù ai calcagni. Non c’era via di mezzo, per Cass. C’era anche chi diceva ch’era pazza. Gli imbecilli lo dicevano. Gli imbecilli non potevano capirla.”
(Charles Bukowski, Storie di ordinaria follia) [Marco Ferreri, 1981]

19 aprile 2010, 15:46 di dedo


“Quando venne introdotto il nuovo prigioniero, la piccola sentinella italiana oziava placidamente all’ombra color prugna del muro del campo di prigionia, con la carabina giocattolo piantata accanto alla gamba”
(Westheimer David, Il convoglio di von Ryan) [Mark Robson, Il colonnello von Ryan, 1965]

19 aprile 2010, 15:52 di astronomy domine


“L’orrore e la fatalità hanno teso agguati in tutti i tempi. Perché dunque dare una data alla storia che devo raccontare? Basti dire che, al tempo di cui parlo, esisteva, all’interno dell’Ungheria, una credenza, radicata sebbene segreta, nelle dottrine della metempsicosi. Delle dottrine stesse, cioè della loro falsità o della loro probabilità, io non dico nulla. Affermo, tuttavia, che gran parte della nostra incredulità (come dice la Bruyère di tutte le nostre infelicità) ‘vient de ne pouvoir être seuls’”.
(Edgar Allan Poe, Metzengerstein ) [Roger Vadim, 1967]

19 aprile 2010, 15:53 di astronomy domine


“Permettete che, per ora, io chiami me stesso William Wilson. La bella pagina che in questo momento mi sta dinanzi non deve essere insudiciata dal mio vero nome. Questo è stato già fin troppo oggetto di sprezzo, di orrore, di vituperio per la mia stirpe. I venti indignati non hanno forse fatto conoscere la sua imparagonabile infamia alle più remote regioni del globo? O, reietto fra tutti i reietti più dissoluti!  non sei forse morto per sempre per la terra?”
(Edgar Allan Poe, William Wilson) [Louis Malle, 1967]

19 aprile 2010, 15:56 di dedo


“Sotto il primo, aspro sole di una mattinata di giugno, camminando a passi pesanti e strascicati, avevamo appena superato il campo minato disposto ad ovest di Bir Harmat.”
(Desmond Young, Rommel, la volpe del deserto) [Harry Hathaway, 1951]

19 aprile 2010, 15:58 di glm


“Una gioviale scossetta elettrica,trasmessa dalla sveglia automatica incorporata nel modulatore d’umore che si trovava vicino al letto, destò Rick Deckard. Sorpreso - lo sorprendeva sempre il trovarsi sveglio senza alcun preavviso - si alzò dal letto con indosso il pigiama multicolore e si stiracchiò. Ora, nell’altro letto, anche Iran, sua moglie, dischiuse gli occhi grigi, tutt’altro che gioviali, sbatté le palpebre, quindi gemette e li richiuse.”
(Philip K, Dick, Ma gli androidi sognano pecore elettriche? – in orig. Do Androids Dream of Electric Sheep?, anche noto in Italia come Il cacciatore di androidi) [Ridley Scott, Blade Runner, 1982]

19 aprile 2010, 16:00 di astronomy domine


’Con tal que las cotumbres de un autor, - scrive Don Thomas De Las Torres, nella prefazione alle sue Liriche amatorie, - sean puras y castas, importa muy poco que no sean igualmentte severas sus obras’, intendendo, in parole povere, che, purché i costumi di un autore siano impeccabili, nulla conta la moralità dei suoi libri.”
(Edgar Allan Poe, Non scommettere sulla testa del diavolo) [ Federico Fellini, Toby Dammit, 1967] N.B Questo film, insieme a William Wilson di Louis Malle e a Metzengerstein di Roger Vadim, sono raccolti nella trilogia Tre Passi nel delirio]

19 aprile 2010, 16:04 di dedo


“La valle del Salinas è nella California settentrionale. E’ un canalone lungo e stretto tra due file di monti, e il fiume Salinas si snoda e si contorce lungo tutta la valle fino a sfociare nella baia di Monterey.”
(John Steinbeck, La valle dell’Eden) [Elia Kazan, 1955]

19 aprile 2010, 16:12 di dedo


“Steso bocconi, Serge Duran guardava a bocca aperta Augustus Plebesly che seguitava inesorabilmente a correre attorno alla pista. Che buffo nome, pensò Serge… Augustus Plebesly. È un buffo nome per un ronzino che corre come un purosangue.”
(Joseph Wambaugh, I nuovi centurioni) [Richard Fleischer, 1972]

19 aprile 2010, 16:19 di astronomy domine


“Per tutta una giornata uggiosa, buia e sorda del declinare dell’anno, in cui le nubi pendevano opprimenti e basse nei cieli, avevo attraversato da solo, a cavallo, un tratto di regione singolarmente desolato; e alla fine, come le ombre della sera si avvicinavano, mi trovai in vista della malinconica Casa Usher. Non so come fu, ma, alla prima occhiata che gettai sull’edificio, un senso di insopportabile tristezza pervase il mio animo.”
( Edgar Allan Poe, La caduta della casa Usher) [Jean Epstein, 1928; I vivi e i morti di Roger Corman, 1960; La caduta della casa Usher, James L. Conway, 1981]

19 aprile 2010, 16:22 di dedo


“Era di media statura e piuttosto grassottello, con i capelli rossi e ricciuti e un bel viso infantile e simpatico, notevole per un che di brioso negli occhi e nella bocca grande, più che per la forza, e la nobiltà di lineamenti.”
(Herman Wouk, L’ammutinamento del Caine) [Edward Dmytryk, 1954]

19 aprile 2010, 16:24 di curiosone49


Lungo lo stretto corridoio che i mezzi corazzati avrebbero dovuto percorrere si trovavano cinque grandi ponti: si trattava di impadronirsene con truppe aviotrasportate e senza danneggiarli. Ciò che preoccupava maggiormente il generale Frederick Browning, vicecomandante della 1^ armata avio-trasportata alleata, era il quinto ponte sul Basso Reno, in località Arnheim, più di 100 chilometri dietro le linee tedesche. Indicando il ponte di Arnheim sulla carta, domandò: “Quanto ci metteranno i mezzi corazzati a raggiungerci?”. Il maresciallo Montgomery rispose senza esitare: “Due giorni”. Con gli occhi sempre fissi sulla carta, Browning disse: “Possiamo tenerlo per quattro giorni”. Poi aggiunse: “Ma, signor maresciallo, temo che quell’ultimo ponte sia un po’troppo lontano.”   Colloquio avvenuto nel corso della riunione finale del 10 settembre 1944 al quartier generale di Montgomery per l’Operazione Market-Garden (riferito in Anthem, memorie del generale Roy E. Urquart).”
Cornelius Ryan, Quell’ultimo ponte) [Richard Attenborough, 1977]

19 aprile 2010, 16:29 di astronomy domine


“Le facoltà mentali che sono chiamate analitiche sono, di per sé, poco suscettibili di analisi; le valutiamo esattamente solo nei loro risultati; tra l’altro, sappiamo che per coloro che le possiedono sono una fonte di vivissima gioia. Come l’uomo forte si rallegra della sua abilità fisica dilettandosi in quegli esercizi che mettono in azione i muscoli, così un uomo di mente analitica si gloria di quell’attività spirituale che sa districare e trova piacere anche nelle più comuni occupazioni che fanno entrare in azione il suo talento.”
(Edgar Allan Poe, I delitti della Via Morgue) [Roy Del Ruth, 1954; Gordon Hessler, 1971; Jeannot Szwarc, 1986]

19 aprile 2010, 16:54 di Marcello Del Campo


“Io sono dell’avviso che non si possono creare dei personaggi se non dopo aver studiato molto gli uomini, come non si può parlare una lingua se non alla condizioni di averla seriamente appresa.”
(Alexandre Dumas figlio, La signora delle camelie) [Ray C. Smallwood, Camille, 1921; Fred Niblo, 1927; George Cukor, Margherita Gautier, 1936]

19 aprile 2010, 16:55 di Marcello Del Campo


“Io, Sinuhe, figlio di Sennut e di sua moglie Kipa, scrivo questo. Non scrivo per la gloria degli dei della terra di Kem, poiché sono stanco di dei, né per la gloria dei faraoni, poiché sono stanco delle loro gesta. Scrivo non per timore né per alcuna speranza di futuro, ma per me stesso soltanto.”
(Mika Waltari, Sinuhe l’egiziano) [Michael Curtiz, 1954]

19 aprile 2010, 16:55 di Marcello Del Campo


“Poiché si chiamava Raat, in città tutti lo chiamavano Unrat. (Heinrich Mann, L’angelo azzurro) [Josef Von Sternberg, 1930; Edward Dmytryck, 1959]

19 aprile 2010, 16:55 di Marcello Del Campo


“Ho sempre trovato strano il fatto che riesco a ricordare gli avvenimenti della mia giovinezza con chiarezza e precisione, mentre le cose accadute ieri sono confuse, e non ho alcuna fiducia nella mia capacità di ricordarle accuratamente. C’è forse qualche procedimento di fissaggio, mi chiedo, per cui il tempo, anziché far svanire i ricordi (come ci si aspetterebbe), fa il contrario – li rende solidi come cemento, l’esatto opposto della poltiglia che mi sembra di ottenere quando cerco di parlare di ieri?”
(Patrick McGrath, Spider) [David Cronenberg, 2002 ]

19 aprile 2010, 16:56 di Marcello Del Campo


“Le storie d’amore catastrofiche contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale, ormai da molti anni. Si tratta di relazioni la cui durata e la cui intensità differiscono sensibilmente, ma che tendono ad attraversare fasi molto simili: riconoscimento, identificazione, organizzazione, struttura, complicazione, e così via. La storia di Stella e Raphael è una delle più tristi che io conosca.”
(Patrick McGrath, Follia) [David McKenzie, 2005] 

19 aprile 2010, 16:56 di curiosone49


“La buia foresta d’abeti incombeva minacciosa sul corso d’acqua gelato. Di recente il vento aveva spazzato via dagli alberi la bianca copertura di brina, e ora sembravano inclinarsi uno verso l’altro, neri e sinistri, nella luce che svaniva. Un profondo silenzio avvolgeva il paesaggio. Era un paesaggio desolato, privo di vita, immobile, così solitario da non suscitare nemmeno tristezza. C’era piuttosto in esso come una risata appena accennata, più spaventevole di qualsiasi tristezza, una risata senza gioia simile al sorriso della sfinge, gelida come il ghiaccio e severa come l’infallibilità. Era l’imperiosa e incomunicabile sapienza dell’eternità che rideva dell’inutilità della vita e dei suoi sforzi. Era il Nord selvaggio, il nord dal cuore di ghiaccio.”
(Jack London, Zanna Bianca) [Randal Kleiser, 1991]

19 aprile 2010, 16:56 di Marcello Del Campo


“Ogni pomeriggio, quando la città oltre le scure persiane verdi cominciava ad animarsi, Colin e Mary si svegliavano al metodico picchiettio degli arnesi d’acciaio contro le chiatte di ferro ormeggiate accanto al bar galleggiante del loro albergo.”
(Ian McEwan, Cortesie per gli ospiti) [Paul Schrader, 1990]

19 aprile 2010, 16:56 di Marcello Del Campo


“L’inizio è facile da individuare. Eravamo al sole, vicino a un cerro che ci proteggeva in parte da forti raffiche di vento. Io stavo inginocchiato sull’erba con un cavatappi in mano, e Clarissa mi porgeva la bottiglia – un Daumas Gassac del 1987”
(Ian McEwan, L’amore fatale) [Roger Michell, 2004]

19 aprile 2010, 16:57 di Marcello Del Campo


“Se quel telefono avesse smesso di suonare. Stava già abbastanza male senza bisogno di un telefono che gli trillava nelle orecchie tutta notte. Dio se stava male. E non era neanche colpa di uno di quei loro aspri vini francesi. Nessuno poteva berne tanto da ridursi così. Aveva lo stomaco sconvolto. Possibile che nessuno si decidesse a rispondere al telefono? Pareva che squillasse in una stanza enorme, larghissima. Anche la sua testa era enorme. Telefono fottuto.”
(Dalton Trumbo, E Johnny prese il fucile) [Dalton Trumbo, 1971]

19 aprile 2010, 16:57 di Marcello Del Campo


“Era una di quelle domeniche di mezza estate in cui tutti se ne stanno seduti e continuano a ripetere”Ho bevuto troppo ieri sera”. Si poteva udire i parrocchiani che lo bisbigliavano all’uscita dalla chiesa, si poteva udirlo anche dalle labbra del parroco, mentre infilava faticosamente la tonaca nel vestibolo, si poteva udirlo nei campi da golf e di tennis, e anche nella riserva per la protezione della fauna, dove il presidente della locale associazione ornitologica era in preda a una feroce emicrania. “Ho bevuto troppo”, gemeva Donald Westerhazy. “Tutti abbiamo bevuto troppo”, gli faceva eco Lucinda Merrill. “Dev’essere stato il vino”, osservava Helen Westerhazy. “Ne ho bevuto troppo, di quel vino rosso.”
(John Cheever, Il nuotatore) [Frank Perry, Un uomo a nudo, 1968]

19 aprile 2010, 17:04 di curiosone49


“Cockeye Hymie si piegò eccitato sul banco, con gli occhi azzurri completamente fuori squadra. Era insistente, zelante e ossequioso. «Ehi, Max, senti, Max. Mi vuoi ascoltare, no. Max?» supplicò. Big Maxie lanciò uno sguardo alla nostra insegnante, la vecchia Mons, seduta impettita sulla cattedra, appoggiò in grembo il suo libro d’avventure e si volse con aria di degnazione. I suoi occhi erano acuti e fermi; il suo atteggiamento, calmo e autoritario; il suo tono, sprezzante «Perché non leggi e non chiudi il becco?» Riprese il libro borbottando: «Rompiballe». Cockeye gli lanciò un’occhiata piena di rimprovero. Si rannicchiò sul sedile, imbronciato e infelice. Maxie lo guardò con aria di degnazione da dietro il libro e sospirò rassegnato: «Va bene, va bene.  Cockeye, che vuoi?»
(Harry Grey, alias David Aaronson, A mano armata) [C’era una volta in America, Sergio Leone, 1984]

19 aprile 2010, 18:33 di dedo


“Il signore e la signora Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante. Erano le ultime persone al mondo da cui aspettarsi che avessero a che fare con cose strane o misteriose, perché sciocchezze del genere proprio non le approvavano.”
(J.K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale) [Chris Columbus, 2001]

19 aprile 2010, 18:33 di dedo


“Non era la prima volta che scoppiava un litigio durante la colazione, al numero 4 di Privet Drive. Il signor Vernon Dursley era stato svegliato all’alba da un fischio acutissimo proveniente dalla camera di suo nipote Harry.”
J.K. Rowling, Harry Potter e la camera dei segreti) [Chris Columbus, 2002]

19 aprile 2010, 18:34 di dedo


“Harry Potter era un ragazzo insolito sotto molti punti di vista. Prima di tutto, odiava le vacanze estive più di qualunque altro periodo dell’anno. Poi voleva davvero fare i compiti, ma era costretto a studiare di nascosto, nel cuore della notte. E per giunta era un mago.”
(I.K. Rowling, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban) Alfonso Cuarón, 2004]

19 aprile 2010, 18:35 di dedo


“Gli abitanti di Little Hangleton la chiamavano ancora Casa Ridde, anche se erano passati tanti anni da quando i Ridde ci abitavano.”
J. K. Rowling, Harry Potter e il calice di fuoco) [Mike Newell, 2005]

19 aprile 2010, 18:35 di dedo


“Il giorno più caldo dell’estate – almeno fino a quel momento – volgeva al termine e un silenzio sonnacchioso gravava sulle case quadrate di Privet Drive.”
(J.K. Rowling, Harry Potter e l’ordine della fenice) [David Yates, 2007]

19 aprile 2010, 18:36 di dedo


“Era quasi mezzogiorno e il Primo Ministro stava seduto da solo nel suo ufficio a leggere una lunga relazione che gli scivolava via dalla mente senza lasciare la minima traccia.”
 (J. K. Rowling, Harry Potter e il principe mezzosangue) [David Yates, 2009]

19 aprile 2010, 21:24 di astronomy domine


“Un luogo aperto. Tuoni e lampi.  Entrano tre streghe. I strega: Quando incontrarci potrem, sorelle | Noi tre, fra tuoni, lampi e procelle? II strega: Quando sia spenta la furia avversa, | Quando la pugna sia vinta e persa. III strega: Prima che il sole sia all’orizzonte. I strega: Dove? II strega: Sul piano. III strega: Via! Tutte e tre | Incontro a Macbeth. I strega: Vengo con te, | Graymalkin. II strega: Paddock chiama. III strega: Siam pronte! Tutte e tre: Il bello è brutto e il brutto è bello: | Fra nebbie e fumo corri a rovello.”
(William Shakespeare, Macbeth) [Orson Welles, 1948; Roman Polansky, 1971; Alessandro Brissoni, 1960; Macbeth - La tragedia dell’ambizione, Geoffrey Wright, 2006]

19 aprile 2010, 21:43 di astronomy domine


“Una strada di Venezia. Entrano Roderigo e Iago. Roderigo: Non dirmi altro! Proprio tu, Iago, che ti sei servito del mio denaro come di roba tua, eri al corrente di tutto e me l’hai taciuto. Iago: Sangue di Dio. Non volete ascoltarmi. Se mi sono mai sognato una cosa simile, avreste ragione di detestarmi. Roderigo: Mi avevi anche detto che l’odiavi.”
(William Shakespeare, Otello, il Moro di Venezia) [Orson Welles, 1952; SergeiYutkevich, 1956; Vittorio Gassman, 1956; Stuart Burge, 1965; Jonathan Miller, 1982; Franco Zeffirelli, 1986; “O” come Otello, Tim Blake Nelson, 2001]
 

Playlist film

La casa Russia

  • Spionaggio
  • USA
  • durata 118'

Titolo originale The Russia House

Regia di Fred Schepisi

Con Sean Connery, Michelle Pfeiffer, Klaus Maria Brandauer, Roy Scheider, James Fox

La casa Russia

In streaming su Amazon Prime Video

vedi tutti

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No
Ti è stata utile questa playlist? Utile per Per te?