Espandi menu
cerca
KUBRICKIANUS’S COMPLAINT
di Utente rimosso (Marcello Del Cam ultimo aggiornamento
Playlist
creata il 7 film
Segui Playlist Stai seguendo questa playlist.   Non seguire più

L'autore

Utente rimosso (Marcello Del Cam

Utente rimosso (Marcello Del Cam

Iscritto dal 30 novembre -0001 Vai al suo profilo
  • Seguaci 15
  • Post 7
  • Recensioni 7
  • Playlist 57
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
KUBRICKIANUS’S COMPLAINT

Creatura sommamente infelice, l’orfano più orfano della storia del cinema, il Kubrichianus Melanchonicus è un animale in via di estinzione del quale si può constatare che è eternamente, - da qui il nome scientifico - , abbattuto.
L’esemplare - esiste solo la specie maschile poiché sembra che la madre ne figliò una cinquantina e poi si suicidò - ha un aspetto tra il rustico e il coroner. Veste una casacca da pizzicagnolo di colore azzurro, sdrucita dal continuo strofinio sulla stessa di vetuste pellicole acquistate negli antri dove i Lumiére aspettarono il treno che per nostra sfortuna non li travolse o gli operai che uscivano dalla fabbrica e a momenti gliele menavano (se guardate attentamente il filmino, vi accorgerete che più di un operaio si gratta le palle).
Oltre all’aspetto trasandato, il Kubrickianus coltiva una barba lunghissima, ostile a qualsivoglia insaponatura o tosatura. Questo sembra essere un omaggio che i cinquanta esemplari, sparsi in tutto il mondo, rendono a un regista, della cui morte i nostri animali non si sono mai ripresi. Infatti, nei dagherrotipi che raffigurano il magister, l’uomo appare con lo sguardo velato da un cospicuo calazio che zoologi accorti fanno risalire agli ultimi anni di vita del regista, quando, ormai quasi cieco e con un occhio distrutto dal morbo di Basedow, si ostinava a guardare in continuazione nel mirino, prima di fare il cinquecentesimo ciak di una fantomatica scala dell’orrore che molti kubrickiani citano a memoria frames for frames, aggiungendo che l’ignoto regista dall’occhio aperto-chiuso, fu elargito di un solenne “fuck off” da parte dell’attore di quella scena che in seguito, dicono i kubrickiani, si beccò una sciatica cronica.
Il kubrickianus ama il cinema ma non ci va mai.
Prima della morte del dottor Cyclops, ci andava sempre per urlare che il film che aveva visto non poteva reggere il confronto con gli arcani film del Dio-Regista. Dice: “Perché andare a vederli, tanto fanno tutti schifo…”, e storce il naso, mentre si passa le mani sulla casacca azzurra. “Lo so, non ho bisogno di vederli!”.
Le poche volte che ha visto un film, è uscito nauseato dalla sala: “Ne approfittano perche Lui non c’è più!”, singhiozzava. Il Kubrickianus è convinto che tutti i registi copino il de cuius. Un Kubrickianus residente nella mia città (l’unico in Europa), una volta che lo trascinai legato a vedere Le iene, quando uscimmo sbottò in un: “Cazzo! Tutto copiato da Rapina a mano armata di Stan!”. Stan, solo questo ha detto, ma la mia mente non ha stabilito alcun collegamento tra le migliaia di registi esistenti ed esistiti e questo ignoto Stan.
Il Kubrickianus in versione invernale indossa un vecchio montgomery della Guerra Dei Sei Giorni, un lascito, dicono, di Moshe Dayan. Molti testimoniano di averlo visto inseguire un bambino nella neve, gridando a squarciagola: “Danny… Danny… where are you?”, altri che un giorno è entrato in un albergo di Cortina d’Ampezzo con una scure tra le mani, inveendo contro una turista tedesca parole senza senso: “Wendy… Wendy… life….”. I cinquanta kubricchiani del sito “Overlook Hotel” hanno commentato la vicenda, avanzando l’ipotesi che forse il Maestro non sia morto davvero e che abbia giocato un tiro mancino ai fans, che possa riapparire sotto mentite spoglie, magari senza la casacca, sbarbato come nelle foto giovanili: occhi-grandi-spalancati.
E lo vedi il Kubrickianus rovistare nei nomi dei registi viventi, caso mai possa trovarci assonanze, anagrammi, calembour del nome del pater.
Niente da fare: trova solo Rubik, un rompicapo, Kulick, un regista per modo di dire. Troppo poco. E continua a brontolare che Kubrick potrebbe essersi trasferito oltre la galassia, lo immaginano vecchio decrepito in un letto rococò mentre dirige l’indice scheletrico verso una lastra nera, oppure ringiovanito come Benjamin Button corteggiare una fascinosa fanciulla o solleticare l’alluce di una smorfiosa lolita.
Perché per il Kubrickianus, pensare di vivere la vita che gli resta senza le visioni del Vate, è un esercizio di castità non richiesto.
E se fosse ancora sul siluro a motteggiare il mondo come Jonathan Swift, e se camminasse tra la folla con le maschere della rapina e dell’orgia? O quel vecchio con l’occhio dilatato, pestato a Londra, un mese fa, di notte, da un gruppo di teppisti?
Ci siamo: c’è un solo regista che gli somiglia, uno che si è fatto fotografare poche volte; la barba ce l’ha, è un po’ più giovane, ma indossa i bretelloni jeans come i bovari; sembra che in trentadue anni abbia girato solo quattro film, cazzo!, Stan una dozzina, quasi tutti, tranne quello con l’orgia alla Michael Ninn! Lo stitico regista sarà forse Stan che ha deciso di trasferirsi nell’odiata America? Il Kubrickianus non lo sa. Ci pensa un po’ su, poi sbotta:
“Lui o non lui, a me questo Malick piace, finisce pure in “ick”, somiglia a Stan!”
 
 

Playlist film

Ti è stata utile questa playlist? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati