Ho esultato quando ho letto l'intervento nella playlist su Avatar di mc 5, dove dichiarava di scrivere prima con carta e penna le opinioni e poi di copiarle sul sito! Davvero, con questa playlist vorrei fargli pubblicamente i miei complimenti, perché non ha perso il contatto con l'essenza umana che non è fatta di fretta, digitalizzazione e strumentazioni sempre più complesse, ma in quanto essenza è semplice e viscerale. E premere dei tasti (neanche pesati, inespressivi e asettici) non è abbastanza viscerale, almeno secondo me. E credo che non lo sia nemmeno per i tunnel carpali. Non c'è arte nella dattilografia, ma solo tecnica. E poi, forse, non è solo un problema di scrittura, il problema è che tutto ci innervosisce e ci frustra: il pc che si blocca, i virus, la rete, il sito di FilmTv che risponde in tempi biblici, il cellulare che impazzisce e noi schiacciati nella morsa di un tempo troppo veloce per i nostri ritmi. Tuttavia non ho saputo, col tempo, sottrarmi ai vizi dell'epoca contemporanea e così scrivo direttamente da tastiera, sul cellulare, sul pc e suono strumenti elettrici e digitali, ma non prendo quasi più in mano carta e penna, tanto che a volte ho paura di dimenticare come si scrive (e non parlo delle forme sintattiche o grammaticali, ma proprio dell'atto fisico di scrivere). Niente è più viscerale della scrittura. Ricordo quando scrivevo una lettera a un'amica di penna, alla fine ero provato ed era bellissimo. Oggi, quando ho parlato di amica di penna coi colleghi, mi sono sentito dire: che espressione antica! Amici di penna! E d'improvviso mi sono reso conto che è vero: parlare oggi di amici di penna è un po' demodé. Mi domando: ora cosa siamo? Amici di tastiera? E anche gli strumenti musicali seguono la stessa strada, lo stesso destino. Fino al prossimo blackout. Allora tornerà il lapis a tracciare la carta, la corda a vibrare nell'aria, l'uomo ad accettare i tempi lenti della vita. Sarà che lavoro a Milano, che anche in provincia siamo nevrotici e in ufficio corriamo sempre senza fermarci, senza sudare, ma ultimamente mi sto convincendo che nella lentezza è la magia della vita.
Con Ivan Franek, Barbara Lukesová, Ctirad Götz, Caroline Baehr
Tobias scrive solo con il lapis. Esattamente come Marino Moretti, "poesie scritte col lapis". Io invece potrei dire "poesie scritte col cell". Non so cosa ne pensiate, ma per me non è la stessa cosa.
Ecco le corde che vibrano! Ed è bello sentirle vibrare, sentire quelle onde sonore che sono reali e fisiche, e non sono le onde filtrate di una membrana acustica, così piatta e uguale a se stessa.
L'auto, il dono che ci ha permesso di conoscere il mondo e di renderlo a portata di mano. Il grande vantaggio della tecnologia, da sempre. Però, quanti fiori ci perdiamo ai margini dei marciapiedi?
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