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Watchmen
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Watchmen

Ne è passato di tempo dalla prima trasposizione cinematografica di Spiderman, noto come L’uomo ragno (1978) diretto dallo sconosciuto e rimasto tale E. W. Swackhamer, film che ricordo però di aver visto al cinema, quando i cinema davano davvero di tutto. L’uomo ragno aveva una tutina cucita a mano dalla nonna del regista e i colini da tè sugli occhi, gli effetti erano probabilmente tra i meno speciali che memoria d’uomo riporti. Il super eroe con i superproblemi e dalle grandi responsabilità emanava comunque un grande fascino nella sua goffa rappresentazione, tanto che mi piacque (ma io ero di bocca buona, all’epoca) soprattutto per la vena comica già presente nel fumetto e che in mancanza d’altro veniva sapientemente messa in scena. Ne è passato di tempo, meno, da quel 1994 in cui quel geniaccio di Mr. “Low Budget” Roger Corman, avendo acquisito i diritti per girare un film su I Fantastici Quattro entro un tempo stabilito pena la perdita di quei diritti sonoramente pagati, si ritrovò ben presto a poche settimane da quel limite e girò in un paio di mesi, forse, il più indegno e sgangherato film di supereroi della storia del cinema. Il problema dei FF (Fantastic Four) è che appunto essendo quattro-possessori-quattro di super poteri, la loro rappresentazione sullo schermo in termini di effetti speciali era particolarmente difficoltosa o quanto meno estremamente dispendiosa visto che nel 1991 la IL&M aveva già fatto miracoli sullo schermo con la tecnica del morphing in Terminator 2 – Judgement Day di James Cameron, il regista che sotto i 100 milioni di dollari di budget ha dei cali di zucchero che non gli consentono di reggere la telecamera. Il problema dei FF fu “abilmente” risolto da Corman, che non aveva a disposizione 100 milioni di dollari, con una mascherona di gomma carnevalesca per il personaggio de La cosa, delle vergognose sovrimpressioni di fiamme per La torcia umana, delle ridicole “prolunghe” in gomma per Mr Fantastic e –colpo di genio- eliminando La donna invisibile dalla scena. In quanto invisibile, appunto. ……. I fantastici quattro non uscì mai nelle sale italiane, più che altro queste coraggiose, vitali nefandezze vengono tramandate oralmente dagli appassionati di generazione in generazione. Negli anni a seguire l’omaggio entusiasta dei produttori o dei registi al genere “fumetto di supereroi” disposti ad affrontare ogni tipo di ridicolaggine pur di portare il proprio personale idolo di carta su pellicola, è via via diventato esigenza produttiva: il cinema fantastico americano, affondato fino alla cintola nella palude limacciosa della mancanza di scrittori validi, ha trovato nel fumetto una sterminata messe di copioni già pronti con in dote un pubblico sbavante già pronto a digerirli e nella tecnologia digitale, ormai disponibile a prezzo di costo, la garanzia di un medio/alto BA DA BOOM visivo in grado di mascherarne la carenze di idee. Il gioco è – stato – fatto. I supereroi stanno agli americani come gli eroi del risorgimento stanno agli italiani. Sono i loro Guardiani, i Watchmen di carta che hanno difeso la morale, l’ordine e i valori americani nutrendo le menti di generazioni di adolescenti degli ideali che poi avrebbero esercitato nella maturità. Fumetti addirittura usati come propaganda antinazista prima e anticomunista poi, con il leggendario Capitan America, creato nel 1941 e recentemente perito. Potere e responsabilità. Supereroi con superproblemi. Dilemmi etici posti dagli immorali supernemici che dell’Ordine ne rappresentano la nemesi. Supereroi con pulsioni più che umane, sovrumane. Who watch the watchmen? Chi custodisce i Custodi? Chi guarda i Guardiani? L’industria cinematografica, semplice. Ecco quindi spuntare in ordine sparso l’ironico Superman di Richar Donner (1978); il Batman gotico di Tim Burton (1989) e quello ipertecnologico e schizofrenico di Cristopher Nolan (2008); lo Spiderman semi digitale di Sam Raimi (2002); Ang Lee che dopo la leggerezza de La Tigre e il Dragone sceglie il dilemma del bello-e-la-bestia del suo Hulk (2003) e così via attraverso tutta la seria di Supereroi di casa DC Comics e Marvel. A parte qualche colpo di genio tuttavia, la critica e una parte del pubblico, soprattutto i conoscitori dei fumetti verso i quali i film sono debitori-pietra di paragone, sono concordi nel giudicare la maggior parte di essi senz’anima. Anima che guarda un po’ viene riconosciuta proprio a quei prodotti infami, scadenti, divertentissimi che ho – per esempio – citato all’inizio. Ma qual è l’anima dei fumetti? Credo la loro bidimensionalità, il loro lunatico mostrarsi da un lato solo, costretti a concentrare nello spazio della vignetta tutta la fantasia e il bagaglio emotivo che il lettore è disposto ad investire, così da rendere il fumetto una cosa viva e plasmata non del postulato psicologico che impone ma dall’intima interpretazione di chi in quel determinato paladino trova i bordi giusti per entrarci con tutto se stesso. Ecco quindi che l’Uomo Ragno e i Fantastici Quattro nella loro ingenua semplicità si avvicinano molto di più a quella bidimensionalità che li rende ovviamente ridicoli dal punto di vista tecnico rispetto agli omologhi moderni ma altrettanto interessanti e nostalgicamente radicati nell’immaginario collettivo dal punto di vista emotivo (oltre ad esercitare una salvifica indulgenza per il coraggio e la caratteristica smaccatamente artigianale della realizzazione). Il problema della realizzazione dei film di supereroi post 1991 dell’Era Digitale, sta nella ricerca spasmodica di rimanere il più fedelmente aderenti al fumetto, rappresentandone ogni aspetto estetico-visivo con la perizia certosina del nerd sociopatico e monomaniaco. La contraddizione di termini sta che per aderire ad un prodotto bidimensionale non si può avere volume perché tutto quello che sporge, stona. O quanto meno è necessario interpretare quella bidimensionalità dotandola di una visione esclusiva, re-inventandola se necessario in termini differenti restandole fedele nelle intenzioni originali. Quanto fatto da Tim Burton con i suoi due Batman è grandioso, ad esempio, avendo coniugato l’endemica vena horror-dark del regista con i temi della doppiezza e della mostruosità dell’alter ego dell’Uomo Pipistrello immerso in un universo gotico ed eccessivo, dominato dalla grottesca recitazione degli interpreti tutti felicemente partecipi di un orgiastico overacting espressivo, tipico della fissità gestuale dei cartoon che delegano al momento di climax la rappresentazione dello svolgimento dell’azione. Altrettanto straordinario è lo stesso Batman o Il Cavaliere Oscuro, soldato metropolitano ipertecnologico e schizofrenico di Cristopher Nolan, un novello Escher cinematografico capace di comporre la psiche frammentata sulla maschera dell’Eroe posto specularmene di fronte alla sua nemesi: il Jocker. Mentre il fallimento dei Batman intermedi diretti da Schumacher (Joel, non quello che correva) che ricalcano il medio fumetto della DC Comics, non gli episodi della grafic novel Frank Miller per intenderci, è dettato da un’ asettica visione tutto sommato treddì di un qualcosa che semplicemente doveva essere dueddì con in più un tasso di fracasso insostenibile. Si potrebbe andare avanti ad oltranza, cito solo un’altra operazione simile, posta in essere su un fumetto nostrano da quel genio riconosciuto come tale solo postumo e come solo i geni veri meritano: Mario Bava e il suo Diabolik, 1968, un’opera pop di straordinario impatto visivo, cinema puro applicato alle nuvole parlanti, film che è appena stato ripubblicato in DvD e che vivamente consiglio di recuperare. In realtà in questa play volevo parlare anche di Watchmen di Zack Snyder, storia di supereroi disillusi in pensione che ritornano in azione, film or ora nelle sale che riprende pari-pari la grafic novel di Moore-Gibbons del 1986. Romanzo a fumetti che è stato inserito nelle cento opere letterarie in lingua inglese più importanti di sempre. Però il pensare al Dr. Manhattan, tutto blu fluorescente, completamente nudo con il pisellone trionfalmente di fuori che mellifluo mi parla dell’Assoluto Cosmico e ad Ozymandias – l’Uomo più Intelligente del Mondo che scopro assomigliare in modo inquietante al Megadirettore Galattico della Megaditta di Fantozzi, mi ha fatto desistere, non ce l’ho fatta. Strano però, nel fumetto quei due facevano tutt’altra impressione.

Playlist film

Daredevil

  • Supereroi
  • USA
  • durata 103'

Titolo originale Daredevil

Regia di Mark Steven Johnson

Con Ben Affleck, Jennifer Garner, Michael Clarke Duncan, Colin Farrell, Jon Favreau

Daredevil

In streaming su Disney Plus

vedi tutti

Ben Affleck non si può guardare nei panni del supereroe cieco. Siamo ciechi anche noi.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Catwoman

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 104'

Titolo originale Catwoman

Regia di Pitof (Jean-Christophe Comar )

Con Halle Berry, Benjamin Bratt, Sharon Stone, Lambert Wilson, Frances Conroy

Catwoman

In streaming su Now TV

vedi tutti

Halle Berry vestita da gatta fetish sadomaso....viene voglia di vestirsi da Topo Gigio e lasciari divorare.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Ghost Rider

  • Azione
  • USA
  • durata 114'

Titolo originale Ghost Rider

Regia di Mark Steven Johnson

Con Nicolas Cage, Eva Mendes, Peter Fonda, Raquel Alessi, Wes Bentley, Sam Elliott

Ghost Rider

In streaming su Timvision

vedi tutti

Nicolas Cage è un noto fan dei fumetti, non a caso il suo cognome d'arte è preso dalla mitologia supereroistica. Purtroppo come eroe non fa la sua porca figura.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

The Punisher

  • Azione
  • USA, Germania
  • durata 124'

Titolo originale The Punisher

Regia di Jonathan Hensleigh

Con Thomas Jane, John Travolta, Will Patton, Roy Scheider, Laura Harring

The Punisher

In streaming su Apple TV

vedi tutti

Pessimo. Non si sa cos'altro dire.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Iron Man

  • Supereroi
  • USA
  • durata 126'

Titolo originale Iron Man

Regia di Jon Favreau

Con Robert Downey jr., Gwyneth Paltrow, Jeff Bridges, Terrence Howard, Leslie Bibb

Iron Man

In streaming su Disney Plus

vedi tutti

Film salvato dalla coppia Downey JR/Bridges. Dall'ironia e dagli effetti speciali. Beh c'è quasi tutto in effetti. Manca un po' il film, come quando fai una festa di compleanno e l'unico che manca è il festeggiato.....

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No
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