la mia amica carmen maura si abbandonava la sera stracca morta a sniffare i detersivi, io di poco mi discosto. io con estrema soddisfazione mi annuso il panno asciutto e profumante di ammorbidente. poi guardo le diverse pile di panni a terra ancora da lavare e mi rideprimo. non soffro di mal di caviglia, ma mi fan male le ossa. mi mancan le telefonate con quello sciroccato di andy sui prodotti migliori da usare nelle giuste circostanze, ma ragazzi, pareva che quell'omosessuale immigrato non avesse niente da fare tutto il giorno; e le bollette, a ME, CHI ME LE PAGA. il marito poveretto è cassa integrato e svogliatamente esce per andare alle manifestazioni, altrimenti gli s'impigrisce l'intestino. è tanto un caro ragazzo, ma in poco tempo mi si è sciupato. una sera i capelli senza avvisare sono caduti per la noia. in compenso gli si sta infittendo il tappetino sul coppino. ci siamo fin dovuti arrendere a prendere un cagnolino al canile. i figli non si decidono ad arrivare e spesso ci ritroviamo a ridere istericamente intorno al tavolo mentre si pulisce la scarola, a declinare tutte le parole al femminile. e io la più fortA in questo momento mi rassereno un pochino nel vederlo asciugarsi le lacrime. poi mi guarda e fantozzianamente mi dice che va a prendere le sigarette. esce mani in tasca a testa bassa, più che altro perchè mi si sta ingobbendo, e lo guardo salutandolo. ma io l'amante non ce l'ho più... l'amante poi, quel tipetto sovreccitato notevolmente molesto che mi ricordava quello che mi aveva detto a suo tempo la mia amica sigourney. voleva farlo in tre con il mio carlo. io l'ho guardato, mi son sentito una fitta alla bocca dello stomaco, e gli ho detto che mi servivano le sigarette. "non ce l'ho più" gli ho detto col mio carlo e lui annuiva e gli cascavano dei goccioni dagli occhi. "ma davvero non ce l'ho più" e abbiamo fatto l'amore come se ci fosse la mia povera amica cass elliott che cantava make your own kind of music. tutti dovremmo farcela una nostra colonna sonora della vita, dei sogni. magari anche quello là che parla dal balcone sarebbe un pò più rilassato o meglio, un pò più predisposto nei miei confronti e nei confronti del mio carlo. le tasse le pago. quando vedo la busta mi scappa un porco che dal botto suonano le campane della collegiata.meno male che i parenti sotto le feste non se ne vedono. si ride un pò con gli amici, si fuma, si beve una boccia di spumante, si tira l'una che già c'ho gli occhi che mi si chiudono. si raccolgono i cocci e il mio carlo e si va a letto con la speranza di riuscire ad addormentarmi prima di lui, sennò per come russa son cazzi.