Per non dimenticare. O meglio, per “ricordarsi sempre di ricordare” (la memoria è formazione, conoscenza, ma anche acquisizione consapevole di una “coscienza critica”). Qualche ulteriore spunto di riflessione con titoli e “percorsi” meno consueti se non addirittura (in qualche caso) “smarriti”, persi per strada o non considerati a sufficienza.
Francia 1956. Un documentario sobrio e incisivo sull’orrore dei lager del grande Resnais: ancora una volta il tema preponderante è la dialettica fra il bisogno di dimenticare e la necessità di ricordare per mantenere viva la memoria.
Con Susan Strasberg, Laurent Terzieff, Emmanuelle Riva, Didi Perego, Gianni Garko
In streaming su Rai Play
Italia/Francia 1960. Intensa (ed accorata) indagine (Pontecorvo/Solinas) sulla degradazione e sulla progressiva perdita (distruzione) della dignità umana
Con Aleksandra Slaska, Anna Ciepielewska, Jan Kreczmar, Marek Walczewski
Polonia 1961/63. Straordinaria opera incompiuta di Andrzej Munk a causa dell’accidentale morte prematura del regista. Quel che resta, è sufficiente a definirne la grandezza.
Usa 1982. Un Alan J. Pakula degli anni più creativi e partecipati, doloroso e suggestivo. Indimenticabile la prova di Meryl Streep giustamente premiata con l’Oscar
Con Jessica Lange, Armin Müller-Stahl, Frederic Forrest, Lukas Haas
Usa 1989. Costa-Gavras che coniuga da par suo impegno e spettacolarizzazione. Un dramma e una denuncia che costringe a interrogarsi e riflettere. Ottimi gli interpreti (Jessica Lange e Armin Müller-Sthal)
Usa 2005. Folgorante esordio alla regia di L. Schreiber da un intenso (e difficilissimo) romanzo di J. Safran Foer. Non esiste identità senza radici. La memoria come ossessione e “recupero” del passato
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