Questa classifica non vuole essere di valore (anzi vorrei approfittarne per indicare in Blow up il mio film preferito tra quelli citati). Essa vuole solo illustrare le dinamiche che portano Antonioni ad una progressiva eliminazione del soggetto per approdare ad un definitivo, metafisico astrattismo e coltivare ancora di più (se possibile) il suo grandissimo talento grafico.
Alla tensione etica del precedente subentra la disillusione (anche un po' provocatoria): il soggetto motore del film scompare dopo poco dall'inizio dello stesso.
Alla scomparsa (frutto di una scelta consapevole e personale) del soggetto succede la sua impossibilità di risposta alla vita (sia privata che professionale). L'intellettuale frustrato è ingabbiato in una società che non gli consente più di scegliere.
Con Monica Vitti, Alain Delon, Francisco Rabal, Lilla Brignone, Louis Seigner, Rossana Rory
NOn è il singolo soggetto ad assottigliarsi, ma una coppia, un microcosmo che abbandona la cinepresa per lasciarla senza punti di riferimento (da intendersi alla lettera), in balia di oggetti e dettagli segni di una prima fase d'astrazione.
La devastazione del soggetto è psichica e il suo mancato riconoscimento della realtà è dovuto alla sua totale spersonalizzazione e impossibilità di autoriconoscimento. Il dolore fisico si riduce ad un improbabile: "mi fanno male i capelli". Astrazione.
(...non ultimo) Blow up, in cui il soggetto dopo esser stato presente in ogni sequenza scompare, non all'interno della storia, ma nella struttura del film stesso, come risucchiato dalla cinepresa, che nell'occasione sostituisce l'occhio fotografico.
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