Negli ultimi anni, la Pixar ha sfornato un successo dopo l'altro, ed è diventata una delle poche certezze del cinema di oggi. I suoi titoli, in ordine di preferenza.
Anche i mostri hanno paura. E dietro l'armadio che provoca brividi si cela un altro mondo, che si nutre dell'energia delle urla infantili. Diventerà migliore con le risate. Geniale.
L'odissea di un pesciolino in cerca del figlioletto rapito, tra Squali Anonimi (!) e tartarughe che si divertono sulle correnti come con le montagne russe. Strepitoso.
Un topolino snob e raffinato, innamorato della cucina, manovra come un burattino lo sguattero maldestro. E il critico Anton Ego, fulminato da una pietanza dal retrogusto d'infanzia (Proust docet) commuove con il suo monologo finale. Gustoso.
Ha risentito dell'uscita quasi contemporanea con "Zeta la formica" della Dreamworks: comunque dignitoso prodotto, con un suo messaggio e un suo fascino annesso.
Inebriato e ipnotizzato dal successo, scoprirà quel che conta davvero nella vita grazie ad uno sgangherato villaggio di provincia. Il protagonista? Una macchina da corsa. Spensierato.
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