Non sorprende che al Festival di Locarno, ancora una volta, come gia' capitato nel recente passato ad esempio sia a Venezia che a Berlino, sia stato giudicato come migliore ( in questo caso "Ai no yokan - The rebirth" del giapponese Masahiro Kobayashi ) un film Asiatico. Il cinema d'Oriente dunque..."esiste"...ed e' tutt'altro che ..."morto"...(Ogni riferimento al vibrante/provocatorio dibattito avutosi mesi fa sulle pagine di Fim Tv e' ...puramente voluto...). Son sicuramente ormai lontani i tempi in cui era un cinema di nicchia. Anzi e' vero il contrario, e' di moda...E' quasi un "obbligo" andarlo a vedere...(e premiarlo) e se non lo fai...NON capisci NULLA di Cinema... Della serie... la moderazione questa sconosciuta, ma la serieta' non appartiene evidentemente a tutti... Forse e' vero che alcuni dei registi piu' "navigati" (penso ad esempio, e con sincero rammarico, a John Woo ma anche a Tsui Hark) non sembrano esser piu' in grado di aggiungere qualcosa di veramente importante alle loro carriere. Di raccontare, con lo stesso vigore di un tempo, storie, personaggi e sentimenti. Ma questo se vogliamo e' un fatto un po' comune a tutte le cinematografie. E francamente non solo, accade in ogni campo. Anche perche' generalmente, salvo rare eccezioni (penso al mio "amico" Eastwood) il meglio di se' i registi lo danno (da sempre) piu' o meno all'eta di 30/40 anni. Coppola e Scorsese, solo per fare un esempio, avevano circa 32/33 anni quando diressero "Il Padrino" e "Taxi Driver". E' difficile (ma non impossibile) dunque che un personaggio, come ad esempio Yimou, riesca a soprenderci come un tempo. Questo e' un compito delle nuove generazioni di cineasti. In questo senso il cinema d'Oriente non fa dunque eccezione. Comunque continua di fatto a riscuotere grande interesse ed entusiasmo. E questo a dispetto dei suoi ritmi differenti, delle sue particolari atmosfere. E del fatto che sia difficilmente traducibile. Con il doppiaggio si perde SEMPRE parecchio, ma con il cinema asiatico le cose vanno molto, ma molto peggio. Provate a vedere lo stesso "Lettere da Iwo Jima" in italiano... E' certo un Cinema molto diversificato, capace di fare film di genere (l'action e l'horror in primo luogo, generi dai quali Hollywood ha attinto a piene mani negli ultimi anni), di esser tanto popolare quanto sperimentale nella sua cifra stilistica. Certo "non e' tutto oro quel che luccica" ....diciamolo...perche' di film noiosi ed insopportabili ce ne sono eccome anche al suo interno.Anche tra quelli premiati ai Festival.E sono bufale veramente difficili da digerire! Penso personalmente a "Cyclo"...ricordo ancora i paragoni risibili allo Scorsese di "Taxi Driver". Ma pensiamo positivo, perche' di film belli, intensi e toccanti ce ne saranno sempre, sotto ogni latitudine. E' vero, quelli pessimi, lo sappiamo, saranno sempre molto, ma molto piu' numerosi...Ma ognuno di noi trovera' ogni anno quelli piu' "giusti", vicini cioe' alla propria sensibilita' e al proprio modo d'intendere il Cinema . E di stare alla larga (questo e' fondamentale...) da cio' che ci e' distante, ci infastidisce o comunque poco ci interessa. Qui sotto ecco vent'anni circa di Grande Cinema con "gli occhi a mandorla".
Con Chow Yun-fat, Sally Yeh, Danny Lee, Kenneth Tsang
Ovvero John Woo ai suoi massimi livelli. Quello che ...pero' ...fece anche "innamorare" i produttori hollywoodiani, colpevoli poi, eccezion fatta per l'adrenalico "Face Off", di disperdere lentamente ma inesorabilmente il suo enorme talento.
Con Chow Yun-fat, Anita Mui, Tony Leung Ka Fai, Kien Shih, Saburô Tokitô
Tsui Hark, produttore dei primi due funanbolici episodi, decise di dover "dire la sua" anche come regista. Spettacolare, raro esempio in cui un sequel...addirittura un numero 3... e' all'altezza dei predecessori.
Con Gong Li, Ma Jingwu, He Saifei, Cao Cuifen, Zhao Qi, Kong Lin, Jin Shuyuan, Ding Weimin
E' con questo splendido, sontuoso e straziante film di Zhang Yimou, vero capolavoro, che il cinema asiatico incomincio' la sua inesorabile ascesa e a conquistare il pubblico (e i premi dei Festival) di tutto il mondo.
Con Takeshi Kitano, Aya Kokumai, Tetsu Watanabe, Masanobu Katsumura
Per consacrare il talento di Takeshi Kitano ci volle pero' un po' piu' di tempo, tanto che questo suo film, che racchiude gia' gran parte della sua poetica, fatico' a trovare una distribuzione. Oggi e' diverso...i suoi "quadri" si vendono subito.
Con Winston Chao, May Chin, Mitchell Lichtenstein, Sihung Lung, Ah-Leh Gua
Splendido elogio alla tolleranza, commovente ma anche divertente, ha aperto le porte di Holliwood al suo regista Ang Lee. Lui non si e' smarrito, anzi, ha dimostrato persino di saper spiegare l'America meglio di molti altri Yankees.
Il successo di pubblico (oltre che di critica) del cinema d'oriente piu' clamoroso degli ultimi anni. Vetta del cinema di Wong Kar-way , capace come pochi altri di emozionare e colpire con il suo folgorante e struggente sentimentalismo.
Vertiginoso action/cop movie, con ottime interpretazioni e un'intensita' del tutto inusuale per il genere. Si respira aria di tragedia greca. Dopo "The Departed" ... lo conoscono in molti...ma e' inutile o almeno sterile fare dei confronti.
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