Aspettando Venezia 64, il cui programma sarà ufficiale dal 26 luglio. Da segnalare, fra i preferiti della scorsa edizione, anche I figli degli uomini, Bobby, Paprika, Exiled, Jakpae, When the leeves broke.
Titolo originale INLAND EMPIRE
Regia di David Lynch
Con Laura Dern, Jeremy Irons, Harry Dean Stanton, Justin Theroux, Scott Coffey, Julia Ormond
Non ho potuto vederlo al Lido. Avrei dato di tutto pur di essere in sala a vederlo. L'ho ripescato al cinema dopo. Lynch purissimo, quindi capolavoro.
Titolo originale The Queen
Regia di Stephen Frears
Con Helen Mirren, Michael Sheen, James Cromwell, Sylvia Syms
Regale, acido eppure umano. Commedia non sul potere, non su Diana, non sull'Inghilterra. Per capirlo basta leggere il titolo... Mirren da urlo.
Regia di Emanuele Crialese
Con Charlotte Gainsbourg, Vincenzo Amato, Francesco Casisa, Ernesto Mahieux
Al di là del neorealismo, con immagini d'autore divertenti e intelligenti. In tre parti, un'odissea commovente e strepitosa. Un esempio di film italiano moderno da salvare con forza.
Titolo originale Petites peurs partagées
Regia di Alain Resnais
Con Sabine Azéma, Lambert Wilson, André Dussollier, Isabelle Carré, Laura Morante
Resnais e le paure pubbliche in posti privati. Le persone si raccontano. O almeno ci provano. Tic e nevrosi di oggi, sotto la neve.
Titolo originale Sanxia haoren
Regia di Jia Zhang-ke
Con Han Sanming, Zhao Tao
Anche questo ripescato dopo. E anche qui, oltre il neorealismo. Tra documentario e fiction, con gentilissimi e magici tocchi d'autore. Il doloroso costo del progresso. "Invisibile" Leone d'Oro, meritato.
Titolo originale Hey Yanquan
Regia di Tsai Ming-liang
Con Lee Kang-sheng, Chen Shiang-chyi, Norman Atun
Fa sempre lo stesso film? Macchè: a Tsai Ming-Liang basta una sola piccola idea per continuare un discorso intrapreso anni fa. In questo caso, gli basta un materasso. Il finale è poesia pura.
Titolo originale The Black Dahlia
Regia di Brian De Palma
Con Josh Hartnett, Scarlett Johansson, Hilary Swank, Aaron Eckhart
Il mio grande e criticato De Palma. Tecnica sopraffina ed omaggio al noir, tra femme fatale improvvisate, sigarette e pose classiche, ricercate improbabilità e una storia assai diversa rispetto al magico libro di Ellroy.
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