Mi piace il suo modo non solo di fare, ma anche “di parlare” di cinema. Mi piace il suo impegno civile, la poesia che riesce a infondere alle immagini, elemento essenziale visto che il cinema è anche e soprattutto “arte visiva”. Mi infiammano i ritmi mai convulsi ed esagitati delle storie che ci narra con sapienza antica e la consistenza anche “politica” di un percorso senza sbandate o concessioni, particolarmente attento ad evidenziare, senza per questo smarrirsi in inutili “ comizi”, le anomalie di una società – la nostra – sempre più alla deriva. Amo la sua umiltà, dote davvero rara in un mondo dove la presunzione prevaricante la fa sempre più da padrona anche da parte di chi non avrebbe oggettivamente “gran che di cui vantarsi” o andare fiero. Adoro il suo modo di rivangare i tracciati della sua sterminata “memoria storica” raccontandosi senza pudori o compiacimenti attraverso una inesauribile serie di aneddoti arguti e affascinanti che rappresentano il tessuto di una evoluzione formativa che si è nutrita di quelle piccole e grandi favole che ci invita a condividere con lui su Film tv (la meravigliosa “esposizione” settimanale del suo personale patrimonio di locandine che testimonia più di ogni altra cosa il suo inestinguibile “amore” per la settima arte, il suo “radicamento” profondo nel “mito”, senza personalismi spocchiosi tanto di moda ai giorni nostri). Ho insomma (e lo avrete ben compreso) una personale, particolare “ammirazione” per Gianni Amelio che potrei davvero definire “cotta”.
Da “Rocco” ai giorni nostri, le evoluzioni e gli “strappi” di una classe e di un rapporto anche privato che sono anche dolorose riflessioni su “cosa siamo diventati”
Con Enrico Lo Verso, Michele Placido, Carmelo Di Mazzarelli
La tragicità dell’immigrazione, i “falsi miti” e lo sfruttamento, un inferno senza speranza o redenzione che è anche l’inevitabile rappresentazione di una “vergogna” che ci costringe a riflettere sulle nostre personali inadempienze quotidiane
La perdita dell’identità, la necessità di trovare “risposte”, la scoperta di un mondo alieno persino terrorizzante e l’incontro delle affinità nascoste di due anime sperdute che riaccende la speranza nell’arido deserto dei sentimenti
Interroghiamoci davvero su cosa significa essere “diversi” e sulla necessità di strutturarci per comprendere le differenti sfaccettature non prive di anima di coloro che consideriamo – a torto – “anomali”
Con Jean-Louis Trintignant, Fausto Rossi, Laura Morante, Sonia Gessner, Vanni Corbellini
In streaming su Rai Play
Analisi priva di retorica sul terrorismo e i suoi coinvolgimenti consequenziali. Una lucida incursione “emozionale” mai ovvia o scontata, sulla perdita dei valori che è anche caduta di ogni certezza rassicurante
Con Gian Maria Volonté, Ennio Fantastichini, Renato Carpentieri, Renzo Giovampietro
Asciutta e pessimistica riflessione sul tema del “delitto” e del “castigo”. Emozionante e privo di retorica. Libero e “personale” adattamento di un racconto di Sciascia realizzato con un rigore stilistico che potremmo definire “rosselliniano”
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