Risorse umane
- Drammatico
- Francia
- durata 100'
Titolo originale Resources humaines
Regia di Laurent Cantet
Con Jalil Lespert, Jean-Claude Vallod, Chantal Barré
Un paio di giorni fa, al telegiornale, un cronista intervistava il presidente di Confindustria, il Montezemolo Cordero Luca. Questi, tuttavia, dimostra di pensare più al cavallino della sua scuderia Ferrari, piuttosto che ai problemi economici e sociali che il mondo industriale produce e, al contempo, subisce. E così dichiara: “in Italia lavoriamo troppo poco, dovremmo lavorare di più”. A questo punto ho il telefono in mano e sto per chiamare i servizi segreti per farlo uccidere (ho agganci importanti, sapete…) quando lui si corregge, maldestramente: “dovremmo lavorare in più persone, aumentare il numero degli occupati”. Il buon Luca Cordero, però, non si rende conto che finché le parole d’ordine saranno flessibilità e precariato (Epifani dice che sono due cose diverse: è corretto, ma si assomigliano comunque troppo e se la prima non è supportata da un forte stato sociale diventa uguale alla seconda…) sarà normale che gli imprenditori non aumenteranno il numero degli impiegati, cercando di razionalizzare al meglio le risorse che già posseggono. In Italia la crescita è bassa perché lavoriamo male, non perché lavoriamo poco (in America lavorano di più, ma rispetto ai consumi, c’è comunque una sovrapproduzione, in America il fenomeno è di minore entità, perché gli americani consumano molto; in Italia il problema è evidente perché tirando la cinghia cosa vuoi consumare?). In Italia dunque si lavora poco e male. Perché? Gli straordinari sono non-pagati o mal pagati, molti lavori sono mal pagati (non dimentichiamo quanto è aumentato il costo della vita negli ultimi anni) o non-pagati e sono instabili. E allora cosa succede? Che il prestatore di lavoro fa il minimo indispensabile (e perché dovrebbe fare il contrario?: bassa paga, difficoltà di fare carriera, incertezza sul futuro), il datore cerca di ottenere sempre il massimo profitto col minimo sforzo, i consumi diminuiscono, i licenziamenti e la disoccupazione aumentano, la crescita diminuisce e Montezemolo si rammarica. Menomale che ci sono le Ferrari… P.S.: Aggiungo una doverosa postilla con un po’ di consigli cinematografici sul tema. Il cinema (ma c'è anche una recente letteratura romanziera sul tema), come sempre capita ci fornisce le chiavi di lettura per comprendere meglio questi fenomeni. In realtà i film sul genere sono molti. Ne ho scelti sette, che, in maniera diversa, affrontano, toccano o sfiorano, soltanto, il problema del lavoro ed il rapporo eteronomamente dialettico (per me è un ossimoro) tra datore e prestatore di lavoro. http://darjus.blog.tiscali.it/
Titolo originale Resources humaines
Regia di Laurent Cantet
Con Jalil Lespert, Jean-Claude Vallod, Chantal Barré
Titolo originale Rosetta
Regia di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne
Con Émilie Dequenne, Fabrizio Rongione, Anne Yernaux, Olivier Gourmet
Regia di Francesca Comencini
Con Nicoletta Braschi, Camille Dugay Comencini, Stefano Colace, Marian Serban
Regia di Guido Chiesa
Con Tommaso Ramenghi, Marco Luisi, Claudia Pandolfi, Valerio Mastandrea, Valerio Binasco
Regia di Dino Risi
Con Alberto Sordi, Franca Valeri, Livio Lorenzon, Nando Bruno
Regia di Elio Petri
Con Gian Maria Volonté, Mariangela Melato, Mietta Albertini, Salvo Randone, Gino Pernice
Titolo originale The Navigators
Regia di Ken Loach
Con Joe Duttine, Tom Craig, Dean Andrews, Steve Huison, Venn Tracey
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