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BUIO..... A MEZZOGIORNO
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BUIO..... A MEZZOGIORNO

Dispiace sempre sparare sulla Crocerossa... (quanto meno è un gioco molto facile e scontato: non si sbaglia mai il bersaglio) e forse sarebbe in fondo più giusto e onesto rimandare il giudizio dopo l'effettiva visione in sala o in dvd dei film e delle interpretazioni, ma l'irritazione per le marzulliane idiozie dispensate ieri sera nelle notturne diatribe veneziane a latere della premiazione con l'adeguato contorno della parte preponderante del nutrito parterre che lo contornava (salvo ovviamente le pocchissime eccezioni) Magrelli in primis, mi costringe a cimentarmi avanti tempo nell'ingrata impresa di cimentarmi avanti tempo nell'analisi impietosa della situazione, sulla base delle impressioni e delle letture... ovviamente non del tutto esaustive, ne sono cosciente, ma abbastanza significative, considerando il clima generale. Allora, mi sembra che sia indiscutibilmente acclarato che siamo rientrati all'interno di un autarchismo consolatorio e francamente di discutibile sostenibilità, che tende ad identificare la "bellezza" il "talento" e il "valore" nell'essere "prodotto Italiano" e come tale, meritevole di particolari attenzioni e riguardi. Devo dire che, visti i risultati, l'accelerazione in questa direzione mi è sembrata fortissima, probabilmente dovuta anche al profilo non eccezionale, nè sufficientemente carsimatico di gran parte dei giurati, Presidente incluso, e probabilmente per questo più facilmente "manipolabile" anche con pressioni indirette, che hanno a mio avviso avuto un peso determinante nei giudizi e nei verdetti finali. Premetto che credo sinceramente che il film di Lee sia davvero meritevole di interesse e assolutamente degno di menzione (quindi non intendo zsminuirne il valore, o metttere in discussione l'appropriatezza del riconoscimento. Mi sembra anzi molto importante e degno di essere sottolineato con forza e interesse il fatto che si abbia avuto il "coraggio" una volta tanto di premiare un'opera tutto sommato anticonformista che tratta un tema così scottante, ancora tabù nonostante i tempi: basta leggere i commenti espressi da molti sull'ultimo film di Almodovar, e le trppe frettolose liquidazioni dell'opera con significative stoccate del tipo: "UN FILM CHE PARLA DI FROCI E DI TRAVESTITI... CHE SCHIFO... CHE SQUALLORE..."... e questo sarebbe il progresso, la tolleranza.. l'aprtura mentale tanto strombazzata...) Mi sembra quindi importante semmai segnalare una singolarità che mi lascia alquanto perplesso (ubbie da parte mia... ma spesso a pensar male.... non si va molto lontano dalla realtà). Ritengo quindi leggendo fra le righe che risulti singolare la scelta... che pur di non premiare con il massimo riconoscimento un film di aperta denuncia politica (dai più considerato il favaorito, meritorio Leone) che mette a nudo impietosamente - ed è un americano, un divo come Clooney a farlo, un persona al disopra di ogni sospetto- certi "vizi" fondanti che stravolgono regole e certezze, temi che potrebbero risultare significativamente attuali anche nel contesto italiano per quanto riguarda la situazione della stampa nostrana (argomenti scottanti, sicuramente non amati e conseguentemente "avversati" dall'eentourage delle nostre istituzioni ufficiali). Per non prestare il fianco a clamorosi attacchi, a "risibili" ma concretizzabili accuse di oscurantismo "culturale" (insomma affinchè i giochi non uscissero fuori troppo scoperti e sporchi, e come tali deprecabilmente denunciabili) si è preferito quindi, con cognizione di causa, di ripiegare, accettando il rischio di avallare nella sostanza la promozione e il riconoscimento ufficile di un'opera analogamente scomoda nella trattazione di argomenti ugualmente "sgarditi" al conservatorismo bacchettone della maggioranza governativa, ma sicuramente meno insidiosi.... Ecco.. tutto ciò non riesce in alcun modo ad annullare il disagio per il papocchio del compromesso perpetrato utilizzato allo scopo di permettere di portare sulla pedana dei premiati almeno un nome italiano... e chi ci va di mezzo a questo punto è propro la povera Mezzogiorno.. che per altro mi sta simpatica e contro la quale non ho davvero niente di personale... ma che mi fa l'impressione di essere come un fragilissimo vaso di cristallo che finirà per risultare stritolato "dall'urto". Siamo davvero così sicuri che un premio di siffatto tenore dato in un contesto così particolare torni davvero a vantaggio della cinematografia Italiana e della stessa Mezzogiorno? Non risulterà più facilmente un pericoloso boomerang, dannoso anche per l'attrice - sicuramente incolpevole- ma non del tutto adeguata... almeno stando alle immagini propinateci dai trailers in programmazione (ma è tutta la "carriera" dell'attrice a dimostrare i limiti non esaltanti delle sue capacità interpretative) per competere e rivaleggiare con le presenze molto più corpose che altre attrici in gara sanno infondere con ben altro spessore alle loro interpretazioni (sono i trailers ugualmente in programmazione a dimostrare le loro indubbie, superiori capacità espressive e di coinvolgimento): l'impassibile e pur magnetica Huppert di GAbrielle, sacrificata all'inciucio (e si è dovuti ricorrere, per non essere tacciati di insipienza assoluta e di totale "infermità mentale" alla riesumazione di un premio da tempo caduto in disuso per darle comunque un riconoscimento ufficiale) ma anche La Rampligng o la Sarandon, Kate Winslet o la stessa Juliette Binoche (slo per citare i nomi più conosciuti e famosi). E se proprio Italia doveva essere... perchè allora non Margherita Buy (sempre dai trailer comunque appropriata e partecipativa alle sofferenze e alla resa psicologica del personaggio, come al solito). Ma qui il discorso investe una serie di interessi molto più vasti e articolati: non ho molta fiducia in Faenza e penso quindi che il suo fuilm presenti limiti evidenti come spesso le sue opere... ma siamo davvero certi che la Bestia nel cuore si differenzi così tanto da meritare invece plausi e consensi abbastanza generalizzat fra "lacrime" e applausi? Per il momento il giudizio che esprimosi riferisce al romanzo da cui è tratto, che mi sembra già in partenza un'opera discutibilissima, piena di "vizi" e di "dusgrazue" che fanno molto "in: la troppa carne al fuoco concentrata nelle poche pagine del libro risulta già indigesta come sempre accade quando si vuol troppo dire, si vuol parlare di troppe cose e si finisce per questo per restare in superficie, senza i necessari approfondimenti che argomenti così importanti e scottanti richiederebbero (Misteryous skin o Happiness sono lì a dimostrare come si può trattare con appropriatezza tempi così particolari e profondi). Insomma.. è possibile che poi, nonostante tutto qui tutti is almi finiscano in gloria? Non è troppo accomodante e consolatorio? Il mio timore che si ripeta ancora una volta quella specie di guazzabuglio impossibile di storiacce e sentimentalismo già alla bas e del precedente "il più bel giorno della mia vita", magari con una certa maturazione nello stile... ma probabilmente ugualmente inconsistente nei risultati. Impressioni a caldo, le mie come ripeto e come tale sconfessabili dai fatti (me lo auguro, ma mi permetto di confermare forti dubbi in proposito) Ma sull'argomento ci sarà tempo di rtirnoare con maggiore profondità e completezza dopo la visiomne effettiva delle opere ... e ci ritorneremo... ci ritorneremo.... ,

Playlist film

Gli occhi, la bocca

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 101'

Regia di Marco Bellocchio

Con Lou Castel, Angela Molina, Emmanuelle Riva, Michel Piccoli

Gli occhi, la bocca

In streaming su Amazon Prime Video

Questa è la Mezzogiorno: e nel film che l'ha voluta consacrare "attrice" a tutti gli effetti, sembra che "spalanchi spesso sia gli occhi che la bocca oer esprimere.. terrore o dolore" (N.Aspesi-Repubblica)

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Dimenticare Venezia

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 103'

Regia di Franco Brusati

Con Mariangela Melato, Eleonora Giorgi, Erland Josephson, David Pontremoli, Fred Personne

Dimenticare Venezia

In streaming su CineAutore Amazon Channel

Ma gli occhi, la bocca, soprattutto l'essere italiana a Venezia possono persino riuscire a battere il "viso immobile e segreto " della Huppert "su cui ogni emozione, ogni pesniero, si raggela e si infiamma" (N.Aspesi-Repubblica)

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