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IL CINEMA E’ MORTO? EVVIVA IL CINEMA!
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IL CINEMA E’ MORTO? EVVIVA IL CINEMA!

Colpiscono duro alcune frasi di Sergio Citti pronunciate in occasione del suo intervento alla rassegna “Enzimi” di Roma, di cui il Messaggero di oggi ha pubblicato una serie di stralci in anteprima. “IL CINEMA È MORTO. LO SANNO TUTTI.” Afferma amaramente il regista nell’articolo, “POCO FA STAVO RIVEDENDO “LA TERRA TREMA” DI VISCONTI, MAMMA MIA….DOVE STANNO LE PERSONE COSÌ? DE SICA…”MIRACOLO A MILANO”, “LADRI DI BICICLETTE”,”UMBERTO D.”, E POI ROSSELLINI, ZAVATTINI….ORMAI IL CINEMA NON LO FANNO PIÙ FARE A NESSUNO. C’È BERLUSCONI, C’È “UN MEDICO IN FAMIGLIA”,CI SONO I GIOCHI DOVE DOMANDANO: “DI CHE COLORE ERA IL CAVALLO BIANCO DI GARIBALDI?” “BIANCO:” “BRAVA!” Proprio vero, non c'è che dire. Parole che sotto taluni punti di vista non fanno una grinza. Ma a mio modesto parere personale appare alquanto controproducente cullarsi sugli allori di un passato ormai lontano, anche perché i tempi sono ormai cambiati ed è estremamente improbabile che si verifichino le condizioni idonee per tornare a sfornare capolavori come quelli sopra citati dal bravo regista. In realtà siffatte tematiche che hanno come argomento la lotta per la sopravvivenza quotidiana, ovvero per un pezzo di fame raffermo, non attecchiscono più neppure nei paesi più sottosviluppati del mondo e poi, detto inter nos, ma ve lo immaginate cosa accadrebbe se qualche malcapitato regista nostrano che so, un Muccino, un Salvatores oppure uno tra i più promettenti delle nuove leve, diciamo un Mazzieri, provasse a cimentarsi con il remake di “Ladri di biciclette”? Apriti cielo! Come minimo andrebbe intitolato ”Ladri di motociclette” perché, si sa, i tempi cambiano e la gente non si scomoda mica più per andare a vedere l’epopea di un veicolo a due ruote che oggigiorno i ladri non si degnano di rubare neanche sotto tortura. Per meglio dire, come soggetto l’ideale sarebbe una bella Punto Fiat che non a caso si fregia con (dis)onore della fama di automobile più rubata in Italia. E poi il mestiere di attacchino, no, no, non va! Magari al malcapitato possessore dell’autovettura si potrebbe affibbiare una professione più in sintonia coi tempi, quella di speculatore di borsa ad esempio. Ed il titolo andrebbe possibilmente cambiato in “Ladri di Punto in bianco.” Eh si, perché al giorno d’oggi con l’aria che tira e con l’inflazione che galoppa la borghesia s’impoverisce, i nuovi poveri aumentano e la criminalità minaccia di proliferare in maniera davvero dilagante, di Punto in bianco (ap)Punto (mi si perdoni l’idiotico gioco di parole). Per quanto riguarda invece “La terra trema”, beh qui non mancano certo le condizioni per un eventuale remake, con tutte le catastrofi che continuano ad assillarci. E magari la vicenda potrebbe essere ambientata al largo di Lampedusa, con attori di fama come protagonisti, Fabrizio Frizzi e Silvio Muccino ad esempio (quest’ultimo per la serie: la lingua batte dove il dente duole) affiancati per stridente contrasto dalle conturbanti e sinuose presenze femminili di Winona Ryder e di Helena Bonham Carter (com’è noto, le belle presenze attraggono pur sempre nugoli di spettatori) ed adeguatamente trasformati in nerboruti pescatori extracomunitari con relative fascinose consorti, indotti a recitare in rigoroso vernacolo maghrebino con tanto di sottotitoli (e niente doppiaggio per carità, i divoratori domenicali di patatine e popcorn siano condannati a soffrire fino in fondo!). Per inscenare poi un adeguato effetto terremoto si potrebbe anche ricorrere alla consulenza di un Lars Von Trier sempre più pimpante, di cui tra l’altro stiamo aspettando con malcelata ansia “Manderlay”, e per le scene più violente la collaborazione di un Kim Ki-duk prima maniera non sarebbe mica male, magari in compagnia della sua Samaritana e con una bella mazza da golf a portata di mano! Passando ad altro, neppure la realizzazione del remake di “Miracolo a Milano” dovrebbe creare problemi perché si sa, qui si sta parlando della patria del miracolo economico, mica di Roma (erroneamente definita) ladrona, che a detta di qualcuno pensa solamente a svuotare le tasche degli italiani….. Beh, ma questa è un’altra storia, e comunque io che sono romano la mia città me la tengo ben stretta al cuore e guai a chi me la tocca! Ma per tornare a noi, resta infine Umberto D., titolo che non suona bene ai nostri orecchi, e qui cominciano le dolenti note perché mica lo si può modificare impunemente in Umberto B., ci mancherebbe! Chiaramente la storia andrebbe soggetta a tutta una serie di variazioni e poi la politica lasciamola fare ai politici, dai! E qui chiudo il sipario sui remake. Per quanto riguarda i giochi televisivi invece, è fuori di dubbio che dall'inizio del “Malloppo” ad oggi il quoziente cultuale degli italiani si sia innalzato di parecchio al punto che già si attende con commossa trepidazione l’inizio di “Affari tuoi”, avvenimento a mio parere di rilevanza davvero mondiale (peccato però che non sia stato affidato a Bruno Vespa!). Conclusione: si scherza, si scherza e si scherza, ma Sergio Citti non ha tutti i torti, la situazione attuale del cinema se non catastrofica è da considerare comunque catalettica. Tanto per fare degli esempi, ogni volta che mi reco in perlustrazione al “Warner Villane” di Parco dei Medici oppure al “Cineland” di Ostia o all’”UGC Cine Cité” di Fiumicino mi sembra di punto in bianco di essere arrivato in America, almeno a giudicare dai titoli dei film in programmazione. Qualche esempio?: “The island”, “Amityville horror”,”The skeleton key”, “Wedding crashers”, “Mindhunters”, “Hazzard” “A lot like love” “Riding giants”, tutti titoli recentissimi peraltro. La cosa buffa è che in questo periodo a Roma circola un solo film decente: “nove vite da donna” e provate un po’ ad indovinare in quante sale viene programmato? Beh, solamente nel benemerito Nuovo Sacher di Nanni Moretti, che dal quartiere in cui dimora il sottoscritto dista non meno di un’ora e mezza di autobus. Morale della favola: ad ognuno la multisala che si merita! Ma perché Rupert Murdoch, visto che i soldini non gli fanno difetto, non prova un giorno o l’altro ad acquistare sti’ multiplex e riciclarli come “fabbriche di cioccolato?” O, per meglio dire, di “patatine fritte” di modo che i gestori impietosamente sfrattati saranno costretti a restituirci le nostre sale tradizionali di una volta con grande soddisfazione mia e come minimo del buon Spopola ……

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