Ho dimenticato troppo a lungo di celebrare questo grandissimo attore americano, vergognosamente sottovalutato da critica e pubblico, nominato almeno tre volte all'Oscar (se nn erro...) e sempre disilluso. Nella sua carriera ha interpretato una varietà incredibile di ruoli, spesso secondari ma sempre di notevole spessore e intensità, mai legato a uno stereotipo o a un genere preciso. Dalle commediole più insulse, al poliziesco, dalla fantascienza al dramma strappalacrime, Ed ha sempre lasciato il segno, anche se nn si sa bene come faccia: un fisico basso e tuttalpiù tarchiato, pochi capelli di colore indefinibile, volto anonimo e scavato e sbiaditi occhi chiari. Eppure rimane impressa indelebilmente quella sua espressione cinica e profonda...
Rappresentazione di un genio che s'identifica con la rappresentazione stessa... La regia, piuttosto accademica, nn è forse all'altezza della grande interpretazione di Ed.
Il ritratto che riesce a dare del poeta malato di AIDS Richard Brown è intenso, toccante, struggente e altamente lirico... Nemmeno questa volta è oscar...
Forse sono 'di parte', ma ciò che più mi è rimasto impresso di questo straordinario film di Weir, è soprattutto il primo piano di Christoff, che dichiara teneramente il suo amore paterno (e ossessivo) alla sua 'creatura' Truman Burbank...
Ecco il rude esploratore degli Abissi, capo carismatico e 'di polso', con ovviamente un'incasinatissima vita privata, al centro di una fiaba fantastica sulla diversità e la tolleranza.
In gara di bravura con altri 'mostri sacri' come Pacino, Lemmon, Spacey, in una commedia caustica e corrosiva sulla rapacità, l'arrivismo e l'ipocrisia americani...
Scrupoloso, solitario, quasi ingenuo ispettore di polizia alle prese con una magnifica canaglia (Eastwood) per cui prova un irritato rispetto, e con l'imbarazzante affetto per la sua bella figliola (Linney)...
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