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Lo stato delle cose

Regia di Wim Wenders vedi scheda film

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La recensione su Lo stato delle cose

di mm40
4 stelle

Dopo la bella trilogia della strada (Alice nelle città, Falso movimento, Nel corso del tempo, tutti girati fra il 1973 e il 1976), essendosi nel frattempo guadagnato una fama internazionale, Wenders decide di sbarcare negli Usa. La sua carriera ha un inziale sbandamento (i non troppo riusciti L'amico americano e Hammett, il poco personale, ma decisamente migliore, Nick's movie), poi ecco l'illuminazione: Wenders ricomincia a parlare dei suoi classici temi e alla sua maniera, ma confezionando le sue pellicole con una patina romantica, artistoide, poetica nel senso più spregevole del termine (cioè quello calcolato e sforzato), cercando la soluzione a effetto sul pubblico prima ancora del contenuto, che comunque non manca. E così ecco che arrivano, da questo Lo stato delle cose in poi (girato fra Usa, Portogallo e Germania e premiato con il Leone d'oro a Venezia, segno che come falsario Wenders è davvero bravo), una serie di opere imbarazzanti, disposte in scena con la consueta cura, ma preoccupantemente stinte, scolorite come la pellicola di questo film (fotografia di Henri Alekan, Fred Murphy e Martin Scahefer, uno per ogni nazione in cui si è girato) e, come già in questo caso, sonnolente all'ennesima potenza. Paris, Texas, due anni più tardi, sarà già una prima conferma di tale teorema. Peccato insomma, perchè quando Wenders, che scrive la sceneggiatura insieme a Robert Kramer e Josh Wallace, comincia a teorizzare sul cinema come viaggio e sui paralleli che legano questa metafora all'esistenza umana, offre sempre spunti di riflessione buoni, quando non ottimi o sorprendenti; ma in poco più di due ore di lungometraggio tali idee sono talmente poche e servite in maniera tanto ostentata che riescono quasi più a innervosire che a stimolare lo spettatore. 5/10.

Sulla trama

Un regista tedesco di fama internazionale sta dirigendo un film in Portogallo, quando la pellicola finisce. Il produttore americano non risponde alle richieste: l'unica cosa da fare per il regista è recarsi di persona negli Usa.

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