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Dracula di Bram Stoker

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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La recensione su Dracula di Bram Stoker

di Kurtisonic
8 stelle

Dal romanzo di Bram Stoker del 1897, FF Coppola rielabora non troppo fedelmente la storia di Dracula, ancora una volta dimostra la sua versatilità e la capacità di muoversi a proprio agio in generi lontani dal suo cinema, quasi in opposizione alle tematiche a lui più care. Il regista mette in scena un horror melodrammatico senza rinunciare a sperimentare e a sorprendere, con Dracula  realizza un tributo al cinema delle origini, rinuncia a qualsiasi effetto speciale e alla computer grafica per manipolare giochi di luce, ombre sovrapposte o allungate, invenzioni visive e artigianali, con accurati accostamenti cromatici e  con ricostruzioni dettagliate di ambientazioni sceniche dell’ottocento senza disdegnare la contaminazione di altre forme di arte visiva. Ne viene fuori un lavoro appassionato, e pur restando un prodotto di finzione destinato (si vedrà con grande successo ) a  vaste platee di pubblico, il film sorprende e disorienta, impregnato di una bellezza oscura non priva di fascino che si rigenera nello scorrere delle sequenze. E’ un classico film di genere ma è diverso da ogni altro dello stesso tipo. Siamo nella Londra del 1800 e il giovane impiegato Jonathan (Keanu Reeves) viene mandato in Transilvania  per perfezionare alcuni atti di vendita che riguardano il conte Dracula. Questi non è altro che la reincarnazione del principe Vlad  difensore del cristianesimo all’epoca di Costantinopoli e poi dannato per l’eternità dopo il suicidio dell’amata. Il conte vedendo la foto della fidanzata di Jonathan (Mina, interpretata da Winona Rider) si invaghisce di lei credendo di vederne le sembianze della moglie e parte per Londra. Fra vari colpi di scena entra nella vicenda Anthony Hopkins nel ruolo di un dottore esperto di materie occulte, Van Helsing, che interverrà nella risoluzione della storia.  Pur impersonificando il male, Dracula incorpora in sé una componente romantica e un antico senso di fedeltà morale. Nelle sue continue trasformazioni il  conte vampiro appare più controverso che determinato al male. Finirà per muoversi da soggetto principale a oggetto del desiderio di Mina. Quest’ultima è l’assoluta comprimaria della vicenda e risulta essere il personaggio più interessante, passa da una raffigurazione di donna dall’ingenuo candore e dal rigido controllo dell’era vittoriana, grazie alla più disinibita amica Lucy alla liberazione completa delle proprie pulsioni, attratta dall’aspetto gradevole assunto da Dracula e dalla sua esplicazione di pensieri , di sentimenti, volti a conquistarla. Mina prenderà tutta la scena nella seconda parte del film che verterà sulla sua metamorfosi  alla quale non rinuncerà se non perché costretta dall’incedere degli avvenimenti (non a caso chiederà più volte: “..farete anche a me quello che avete fatto a Lucy?”). Esagerato, barocco, imperfetto, con qualche contraddizione di sceneggiatura (Jonathan personaggio minore, che nel gran finale prende le redini dell’azione e comanda gli altri, è insostenibile) ma è un grandioso luna park dell’intrattenimento, si rifà alla visione della nascita del cinema che si fa rito collettivo, citandolo esplicitamente in un’inquadratura, attraverso la convenzione narrativa riconosciuta della storia del conte Dracula, Coppola prende per mano lo spettatore e come agli albori della storia del cinema lo prepara gradatamente a godersi lo spettacolo.  

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