Espandi menu
cerca
L'inquilino del terzo piano

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

Recensioni

L'autore

BirreciPaolo

BirreciPaolo

Iscritto dal 9 settembre 2018 Vai al suo profilo
  • Seguaci 2
  • Post -
  • Recensioni 24
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su L'inquilino del terzo piano

di BirreciPaolo
8 stelle

L’inquilino del terzo piano, di Roman Polanski ; (1976) – Durata 126 minuti

 

 

Sconvolgente, sconcertante, allucinato, surreale, incomprensibile, grottesco e pieno di mille sfaccettature, l’inquilino del terzo piano chiude l’iconica trilogia dell’appartamento e si tratta di un thriller psicologico a forte tinte kafkiane, davvero impossibile da interpretare essendo una pellicola estremamente irrazionale e illogica, come lo erano già i precedenti repulsion e rosemary’s baby,ma qua il tutto viene portato davvero all’apice della sua follia rappresentando e chiudendo la grande stagione autoriale del controverso ma amatissimo autore polacco. Seguiamo la storia di un piccolo impiegato a Parigi chiamato Trelkowski, interpretato dallo stesso Polanski e accompagnato da una splendita Isabelle Adjani, che funge da personaggio molto ambiguo ma che serve a costruire la vicenda allucinante in cui è immischiato il protagonista,infatti questo grottesco personaggio cerca per le strade di una Parigi molto lugubre un appartamento in cui vivere ma il tutto riserva un risvolto inaspettato, l’appartamento ha un’aurea maledetta visto il suicidio della scorsa inquilina. Non serve andare oltre con la trama per cercare almeno di comprendere la poetica della pellicola che è fondamentalmente una vera e propria discesa agli inferi dell’umile impiegato, perché di questo si parla, la paranoia creata da una grandissima messa in scena dona al film una forte tensione che impregna tutta la durata della pellicola e che è giustificata dalla paura del prossimo, dalla paura di entrare a far parte di un nucleo completamente sconosciuto e che porta secondo il regista alla totale e assoluta paranoia mista a inquietudine e alla follia mentale che è una diretta causa. Poiché è impossibile non parlare di una pellicola di Polanski senza citare dei risvolti autobiografici che anche in questo contesto si rivelano fondamentali per comprendere il tutto, qua troviamo tutte le paure più abissali e infernali del regista polacco, la paura dell’io interiore che viene completamente trasfigurato e modificato da chi ci sta intorno e che in realtà ci plasma dimostra da parte dell’autore una raffinata forza di analisi di una società mostruosa e incomprensibile che circonda tutti e tutto. Ma i risvolti del film soprattutto nel finale decostruiscono tutto il castello e la logica narrativa che lo spettatore si crea aprendo nuove e affascinanti interpretazioni. Questo film ha la logica di un sogno, di un incubo sul quotidiano.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati