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L'ultimo Imperatore

Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'ultimo Imperatore

di Thrombeldimbar
9 stelle

"L'ultimo Imperatore" di Bertolucci è uno splendido affresco che mostra le circostanze imprevedibili che una vita può riservare. Una vita apparentemente immutabile e dal credo religioso immmortale, appartenuta ad una persona diversa, un semidio, cioè nientedimeno che all'ultimo Imperatore della Cina Pu Yi, salito al trono nel 1906 alla tenera età di tre anni. Quali sconvolgenti traumi può farsi carico la coscienza di una personalità come questa se un giorno gli venissero revocati tutti i titoli compreso quello supremo di podestà?

 

La Cina diventò Repubblica nel 1912 e il carattere debole è plasmabile di un uomo come Pu Yi era già, in parte maggiore, stato omologato dai suoi stessi avidi cortigiani. Come da tradizione millenaria, di fatto, i rigidi dogmi religiosi imponevano tutto ciò, e se gli imperatori venivano investiti di tale carica assoluta a quell'età imberbe. Eludendoli dall'essere effettivamente Dei incarnati e costretti ad una vita sedentaria all'interno della città proibita, senza avere mai la possibilità di varcare i sacri cancelli. Non c'è da stupirsi se gli stessi, non avessero da parte loro, una cognizione del tutto parziale di quello che poteva rappresentare il mondo esterno e la Cina stessa. Queste già di per sé sono delle magnifiche basi per costruirci su uno splendido storyboard, e Bertolucci ha saputo vederci chiaro andando a rispolverare il libro omonimo "Autobiografia da Imperatore a Cittadino di Pu Yi". Donando al pubblico una splendida  biografia dalla realizzazione impeccabile vincitrice di ben 9 premi Oscar meritatissimi.

 

Il destino di Pu Yi (Richard Vuu/Tsou Tijger/Tao Wu/John Lone), è stato il più infausto fra tutti quelli degli altri imperatori, la sfortuna predominante è stata quella di aver vissuto nell'era moderna. La Cina dei primi anni del Novecento era in fermento, stregata dalla magica rivoluzione tecnologica del vecchio mondo europeo. Ma in seguito fu scossa anche da avvenimenti politici e sociali disastrosi, primo fra tutti il tramonto dell'impero cinese. Scoppiò la guerra civile e la Cina assunse la carica di Repubblica. Il potere di Pu Yi ormai rimasto solamente all'interno di una città proibita infetta da una corte corrotta e ipocrita, non aveva più peso nella Cina moderna. Il giovane fu stravolto anche dalla morte della madre e dal fatto di non potere uscire dalla città per vedere la salma. Solo il conforto del Gran Tutore Reginald (Peter O'Toole), gli fu d'aiuto. Il film del regista italiano si presenta già nei primi istanti di vita fastoso nella forma e nella sostanza. La scenografia e la ricostruzione storica degli ambienti imperiali è sontuosa e perfettamente minuziosa. La Colonna sonora affidata al quel genio di Ryuichi Sakamoto è, nel modo gusto, solenne. Siamo di fronte ad un vero Kolossal, per certi aspetti ‘riconvertito’ alla maniera americana, che però sa distingursi da una caratteristica importante e fuori dagli schemi standardizzati d'oltreoceano..

 

Pu Yi, entusiasta dalle favorevoli circostanze, cioè quelle di lasciare finalmente la città proibita e magari di sposare una moglie moderna che sappia parlare il francese.. Al contrario di accontentarsi delle due donne sposate in precedenza per ragioni d'interesse imperiale si trasferì per ragioni politiche in Manciuria. Negli anni Trenta, ormai semplice burattino manovrato facilmente dagli invasori giapponesi, conduceva una vita apparentemente soddisfacente e benestante. Prima di essere incarcerato, negli anni Cinquanta, come prigioniero di guerra della Cina comunista in quanto ritenuto traditore della patria per presunto favoreggiamento del nemico giapponese..

 

Il finale, di una biografica bellezza struggente, chiude il cerchio di una vita sfortunata, ingunua e dagli eventi quasi sovrannaturali.. Quella vita fatta di illusioni vissuta dall'ultimo Imperatore della Cina. Che ormai anziano, dopo la scarcerazione, si accontentò di vivere in povertà il poco tempo rimanente. Ma finalmente consapevole di essere libero. Libero da qualsiasi obbligo, come indubbiamente non lo era stato mai.. libero da ogni divina investitura.. 

 

Questa è stata la straordinaria storia dell'ultimo Imperatore della Cina. 

 

9/10

 

scena

L'ultimo Imperatore (1987): scena

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