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La circostanza

Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film

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La recensione su La circostanza

di ethan
7 stelle

Una famiglia della media borghesia milanese dell'Italia post boom economico degli anni '70 vive alcuni problemi: la madre (Ada Savelli), notaio in carriera e madre severa, è turbata per le sorti di un ragazzo che ha avuto un incidente in cui lei è stata direttamente coinvolta; il padre (Gaetano Porro), un ingegnere non più giovanissimo, visti un fine settimana di coinvolgimento in un imprecisato 'gioco aziendale' e il suo non essere più al passo con i tempi, teme la perdita del posto di lavoro; dei loro tre figli, uno (Mario Sireci) è totalmente disinteressato agli studi e si occupa di invenzioni che probabilmente non serviranno a nulla, la più giovane (Raffaella Bianchi) è alle prese con i primi turbamenti sessuali, con un ragazzo che è più che altro interessato ad un'avventura, mentre il primogenito (Massimo Tabak) sta per diventare padre.

'La circostanza', nella corposa filmografia di Ermanno Olmi, è un oggetto più unico che raro: non tanto per i temi affrontati - lavoro ed affetti familiari all'interno di una famiglia del ceto medio-alto, vista sempre con un occhio tra il critico e l'ironico  - ma, più che altro, per la ricerca stilistica effettuata.

Il film è strutturato con un montaggio volontoriamente disarmonico, che sposta l'attenzione senza soluzione di continuità da un personaggio all'altro, creando inizialmente anche qualche difficoltà nel seguire lo svolgersi degli eventi, ma poi tutti i pezzi del puzzle si intersecano alla perfezione e tale iniziale problema diventa un pregio della pellicola.

Un Ermanno Olmi più sperimentale e quindi anche più interessante di altri suoi lavori visionati precedenti a questo ('Il posto, appunto o 'I fidanzati'), che soffrono il fatto di essere un po' datati: 'La circostanza' invece è una pellicola moderna, che ricorda nella sua struttura ricercata e spezzettata più la Nouvelle Vague che altre correnti del nostro cinema contemporaneo ad esso e offre un'analisi severa e spietata tanto di una classe sociale giunta ad un punto di non ritorno per i prodromi di una crisi economica di cui (il film è del 1974) si iniziava a paventarne gli effetti quanto della difficoltà e della mancanza di dialogo e di rapporti tra una generazione e quella successiva.

Un unico neo va ricercato nella poca incisività delle interpretazioni, affidate a non attori, certamente funzionali all'idea di cinema del cineasta ma che faticano ad acquistare la valenza di personaggi a tutto tondo.

Fortemente simbolica la scena della mattanza degli animali al macello, non certo per tutti gusti, data la crudezza mostrata.

In ogni caso, pur con qualche difetto e un finale, si pensa volutamente irrisolto, 'La circostanza' è un lavoro pregevole ma tra i meno conosciuti del regista, viste anche le rare apparizioni nei canali televisivi.

Voto: 7,5.

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