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I corpi presentano tracce di violenza carnale

Regia di Sergio Martino vedi scheda film

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John Nada

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I corpi presentano tracce di violenza carnale

di John Nada
5 stelle

Un giorno ha incontrato un uomo che amava le belle donne ... ma non tutte in un unico pezzo.

 

Torso! Satura lo schermo di terrore!

 

DOVRETE tenere gli occhi aperti durante ogni scena saturata dal terrore di "Torso".

 

Ti amerà a pezzi!

 

Torso. Dove le ragazze vengono fatti a pezzi!

 

Entra ... se osi entrare nel bizzarro mondo della psiche di un killer sessuale.

 

Per preservare il finale a sorpresa, a nessuno spettatore sarà ammesso di entrare negli ultimi dieci minuti.

 

Frasi di lancio originali del film

 

Un sadico assassino che indossa come maschera un passamontagna da sci uccide belle studentesse in quel dell’università di Perugia. Accoltellando affettuosamente i loro corpi, lascia una sciarpa nera e rossa sulla scena del crimine, che diventa un punto di svolta dell’indagine. Daniela e tre delle sue amiche fanno una vacanza a Villa Sant’Alba per sfuggire alla incombente cappa dei viziosi omicidi. Una volta lì, diventa subito evidente che l'assassino le ha seguiti lì e non ha intenzione di lasciarle uscire vive dalla villa sopra la rocca che sovrasta il paese.

Di seguito è riportato un elenco dei possibili sospetti. Chi credete possa essere l'assassino?
 

Stefano [Roberto Bisacco]: un uomo sessualmente represso e un po’ sconvolto da una malsana fissazione su Daniela.

 

 

Roberto[Luc Merenda]: Il dottore ...

 

Franz [John Richardson]: Il professore universitario ...

 

Zio Nino [Carlo Alighiero]:- Zio di Daniela- e proprietario di Villa S. Alba. ..

 

Gianni Tomaso [Ernesto Colli]:- venditore di sciarpe ...
 

Un motociclista con delle cicatrici sul collo [ Luciano Bartoli]...

A parte molte delle opere di Dario Argento, -abbiamo visto veramente tanti euro-thriller così denominati-, “I Corpi presentano tracce di violenza carnale”(1973) rimane sempre come uno dei migliori del genere. Sergio Martino affronta sapientemente ogni scena di questa produzione di Carlo Ponti, fluttuando tra scene altamente stilizzate di violenza estrema a sensuali sequenze di sesso,  punteggiate da una colonna sonora molto bella dei fratelli De Angelis. C'è invero anche una scena finale di lotta molto coreografata, e che mostra (un po’ troppo tardi) come gli scazzottamenti avessero fatto scuola dal western all’italiana fino al thriller, e a partire almeno da quello molto simile a questo, presente sempre nella scena finale, de “Il Gatto a nove code”

C'è come detto presente pure un tasso incredibilmente alto di situazioni sessuali. L’occhio della macchina da presa attira amorevolmente verso il proprio obiettivo i capezzoli delle donne, sia di quelle vive che di quelle morte. La cinepresa si insinua anche fra le cosce delle sue meravigliose protagoniste, a malapena nascoste dai cortissimi shorts di jeans. L'atto sessuale stesso è ripreso, seppure offuscato dalla fotografia voyeuristica di Giancarlo Ferrando. Anche il lesbismo e le orge sono in bella mostra; non mancherebbe niente, piuttosto esplicitamente per i tempi, a volte confinando addirittura con l’hard core, e altre volte catturandolo sullo schermo piuttosto artisticamente.

Il film di Martino mostra un ambiente molto eccitato che spesso mescola sesso e morti violente in modi spericolati. Ciò è particolarmente evidente nel metodo con cui l'assassino massacra le sue prede; non accontentandosi semplicemente di strangolare o annegare le sue vittime. Ma denudando i cadaveri prima di tagliarli brutalmente, o di cavarne gli occhi, o addirittura di smembrare i corpi con un seghetto.

Il gore, pur non compiutamente come sarebbe stato negli anni successivi, è già molto forte e spettacolarmente spietato. Oltre che alla crudele e irresistibile misoginia, assistiamo allo schiacciamento di Ernesto Colli, che viene ripetutamente investito da un'auto,  e ad un altro assassinato che ha la gola tagliata. Per finire, gli ultimi 30 minuti rappresentano sicuramente una delle sequenze migliori, e più contundenti, della storia del thriller italiano.

Dopo un aperto turbine di sesso e il duplice feroce omicidio di una coppia di innamorati che pare precorrere quelli del mostro di Firenze, la polizia trova la traccia di una sciarpa rossa e nera tra le mani di una delle vittime. Daniela (Tina Aumont, magnifica come sempre), l'amica delle ragazze morte, cerca quindi di ricordare dove e a chi abbia visto indossare un accessorio del genere. Daniela riceve presto una minacciosa telefonata da un uomo sconosciuto che le dice di non rivelare mai a chi abbia visto indossare la sciarpa. Il suo strano e particolare zio Nino [Carlo Alighiero, direttamente da “Il Gatto a nove code”] le suggerisce di farsi un vacanza nella sua villa in campagna, in cima ad una rupe che offre il magnifico panorama del paese abruzzese di Tagliacozzo. Ma prima, ella  si imbatte nel sessualmente aggressivo Stefano(Roberto Bisacco), che cerca di costringerla a sé. Ricordando poi che era proprio lui ad indossare una sciarpa rossa e nera. Per Daniela, Stefano diviene il sospettato principale.

Dopo che le sue amiche l'hanno lasciata a Perugia per andare nella villa in campagna, Jane (Suzy Kendall) va per parlare con Stefano ma scopre che sembra aver lasciato la città. Mentre è sul treno per raggiungere le amiche al paese, qualcuno sta osservando da fuori le finestre della villa, le ragazze. Improvvisamente, un bell'uomo, Roberto (Luc Merenda), compare a dare una mano a Jane che ha un problema con la macchina dalla stazione, per raggiungere Daniela e le sue due amiche. Una volta raggiunta la loro destinazione, Villa Sant’Alba, gli uomini locali fissano le belle ragazze in passaggio nel paese. Jane arriva poco dopo.

Quando due delle ragazze, Katia e Ursula (le supersexy Angela Covello e la ballerina nera austriaca Carla Brait), si concedono un amplesso lesbico l'una con l'altra, lo scemo del paese che le sta spiando dal giardino esterno viene inseguito dal killer, che lo sorprende e lo insegue fino giù al paese, per raggiungerlo nel suo domicilio e squarciargli la gola per il disturbo. Il giorno seguente, Jane scendendo in fretta e furia le scale per ricevere la spesa dal garzone dell’alimentari, il quale sbircia le ragazze distese nude in giardino a prendere il sole(Vincenzo Crocitti al suo primo film), cade e si sloga una caviglia. Roberto, l’uomo che viaggiava sul treno, si scopre essere il medico condotto di Tagliacozzo, e chiamato è lui che viene a dare un’occhiata alla caviglia illividita di Jane. Le da delle potenti pillole analgesiche, perché nel frattempo era svenuta per il forte dolore. Più tardi, Daniela, Ursula e Katia sono accanto a un fiume e Daniela crede di vedere Stefano che le spia attraverso gli alberi.

Quella notte, mentre Jane dorme, le tre ragazze ricevono un visitatore alla porta che si rivela essere il crudelissimo assassino. Il giorno dopo, Jane si sveglia dal torpore artificiale inconsapevole di ciò che è accaduto al piano di sotto la sera prima. Esce dalla stanza a fatica e chiama le sue amiche, ma nessuna risponde. Mentre zoppica giù per le scale, trova i cadaveri accoltellati e sgozzati, delle due donne. Sentendo i passi all’esterno di qualcuno che sta entrando nella casa, si nasconde rapidamente, mentre l'assassino non è consapevole di non essere da solo nella casa. Osservandolo in preda al terrore da dietro una porta, vede l'assassino smembrare con un seghetto i corpi delle ragazze morte.

Mentre l'assassino lascia temporaneamente la villa per seppellire uno dei cadaveri, Jane cerca di ottenere aiuto facendo i segnali morse con uno specchio dalla rupe verso il paese sottostante(il telefono è stato tagliato, e ovviamente, nel 1973 i cellulari erano ben di là da venire). Quando fallisce, vede l'assassino che ritorna su per la collina. Poi nasconde in intelligentemente tutte le tracce nella stanza della propria presenza, e si nasconde in un armadio. Notando feralmente che però mancano le sue scarpe rimaste sulle scale, nel momento in cui l'assassino rientra in casa, lei apre la porta e le vede rovesciate sui gradini. Rivelare di più sarebbe criminale mentre Martino maneggia abilmente la lunga sequenza strizzando ogni oncia di suspense e terrore virtuale che sia ottenibile. Questa scena estenuante si svolge nel corso di un giorno intero e della notte.

Dopo un'ora di vari omicidi sanguinari e perversioni sessuali, i restanti 30 minuti si allentano in un inquietante e nervoso assalto cinematografico ai sensi dello spettatore. Martino mostra uno sfoggio di brillantezza in questa lunga serie di momenti scioccanti, che sono una garanzia per ogni fan sfegatato o meno, del thriller italiano.

La cosa più interessante del film di Martino non è solamente nella sua spinta misoginia, ma in parte anche per il modo in cui vengono rappresentati la maggior parte dei personaggi maschili. O i maschi sono tutti sessualmente intimiditi, sfregiati da qualche passata traumatica esperienza, o sono delle macchine sessualmente aggressive, costantemente bramosi dell’universo femminile. Non una cattiva idea, quest'ultima, ma molto inflazionata già all’epoca. C'è persino un sentore di incesto quando lo zio di Daniela in un paio di scene mostra per lei un interesse probabilmente malsano. “I Corpi presentano tracce di violenza carnale”, conosciuto universalmente come “Torso” (1973) è un film thriller fantastico e ferocemente cattivo, altamente raccomandato a tutti i fan dell'horror e a coloro che non si sentono facilmente offesi.

NOTA: la “Special Edition” pubblicata nel nuovo master HD in Blu-ray + dvd della CineKult, è denominata completamente uncut, ovvero “versione integrale”, ma presenta le scene che da sempre, solamente all’estero, vennero tagliate.

E’ presente sia sul Blu-ray che sul dvd, anche “Uno, nessuno e centomila”, una nuova (2017), e inedita intervista lunga a Sergio Martino sul film, la sua genesi, la realizzazione, e il suo “lascito”, realizzata da quelli di Nocturno come sempre per CineKult.

Inoltre, vi è anche una molto meno interessante e utile intervista alla figlia Francesca, sceneggiatrice, sul progetto di un -di questi tempi prevedibile- “remake” del film, da realizzare forse con il suo ex compagno di studi in una scuola di cinema americana, Eli Roth.

Il segmento più interessante è forse il  riciclo della più volte utilizzata lunga intervista a Ernesto Gastaldi con Martino co-sceneggiatore del film, “Il Giallo alla Gastaldi”.

 

John Nada

 

 

Durante la produzione, a nessuno del cast venne detto chi fosse l'assassino. E a causa dell'elevata quantità di falsi indiziati, molte delle attrici erano convinte che fosse stato qualcun altro a fare tutti gli omicidi.

 

La versione integrale era stata distribuita dalla Anchor Bay Entertainment in formato widescreen e durava un paio di minuti in più rispetto alle versioni estere precedentemente pubblicate.

 

La versione cinematografica distribuita in Gran Bretagna nel 1975 era stata tagliata dal BBFC per una durata totale di 89 minuti e 30 secondi (equivalente alla durata in video PAL di 85 minuti e 55 secondi). Quando fu distribuita di nuovo nel 1993, venne tagliata di 50 secondi per una durata complessiva di 85 minuti e 21 secondi. Tutti i tagli vennero cancellati nel 2007, quando pubblicato sul DVD sopra menzionato.

 

Il film venne fortemente censurato nei paesi di lingua inglese. Per questo motivo, parti del doppiaggio inglese non sono esistenti. Sui DVD non tagliati contenenti le sequenze della versione italiana, queste scene vengono riprodotte con la loro traccia originale in lingua italiana e i sottotitoli in inglese.

 

Suzy Kendall, che era inglese, fu basata sull'artista americana Susan Spafford.

 

Lo strumento strumentale distorto presente nel trailer cinematografico americano è di una canzone chiamata "Hippy", di Alan Parker .

 

Spoiler

Gli elementi di trivia qui seguenti possono rivelare importanti aspetti della trama.

Un finale alternativo venne girato ma non è stato mai mostrato, con l'assassino che alla fine sopravvive.

 

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