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Dellamorte Dellamore

Regia di Michele Soavi vedi scheda film

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La recensione su Dellamorte Dellamore

di Lina
9 stelle

Film tratto dal romanzetto omonimo di Tiziano Sclavi, in cui il protagonista principale si ispira liberamente alla figura fumettistica di Dylan Dog.

 

Il breve romanzo è sicuramente migliore e più approfondito, in quanto il film ha tralasciato una serie di battute e scene interessanti, ma il risultato finale è comunque buono.

 

Si tratta di un horror originale, grottesco e accattivante. La sua atmosfera dark, i trucchi, gli effetti speciali, lo splatter, gli intrighi, le ambientazioni suggestive e la sensualità dei protagonisti sono tutti elementi che si fondono alla perfezione in un affascinante scenario erotico-tenebroso.

 

La trama, sfumata da un'efficace e bislacca vena di romanticismo e ironia, illustra le vicissitudini e le ossessioni sentimentali di Dellamorte, un uomo un tantino cinico e poco loquace, che lavorando come guardiano del cimitero di Buffalora, è alle prese con una dura lotta contro degli zoombies che contagiano facilmente, con un semplice morso, gli esseri umani viventi.

Scoppia una vera e propria epidemia a un certo punto, da cui neppure il sindaco della città riesce al salvarsi.

 

La messa in scena è buona, il ritmo costante, i dialoghi perfetti, i personaggi carismatici e ben caratterizzati, il cast ben scelto e la narrazione simpatica e adeguata all'atmosfera macabra della pellicola, che naturalmente deve un tributo al ben più noto film "La notte dei morti viventi".

 

C'è una buona dose d'intrattenimento, con scene davvero ben fatte che gli amanti del genere troveranno irresistibili.

Memorabile in modo particolare la sequenza in cui i personaggi interpretati da Anna Falchi e Rupert Everett fanno sesso sulla tomba del marito defunto di lei.

 

Alcuni dettagli della trama appaiono enigmatici.

 

Buona la regia di Michele Soavi. Ha diretto con stile e originalità questo abile intreccio di orrore, passione, sangue, erotismo e black humor.

 

Ben scelto il cast. Rupert Everett si è ricucito alla perfezione sulla pelle il singolare personaggio di Francesco Dellamorte. Davvero bravo. Si lascia apprezzare anche la sua co-protagonista, Anna Falchi, che riesce a calarsi con bravura nei panni di tre donne diverse, le quali danno vita a delle scene molto particolari e grottesche. Ma è notevole soprattutto la prova di François Hadij-Lazaro, nel ruolo dell'amico muto, tonto e monoespressivo di Dellamorte.

 

Inquietante e suggestiva la colonna sonora e singolare l'epilogo che lascia il film irrisolto - quello del libro è diverso e molto più bislacco e privo di senso.

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