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Bianca

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Bianca

di chinaski
8 stelle




Bianca è uno dei più bei film di Nanni Moretti. Oltre ad essere una riflessione sulla solitudine, la felicità e il rapporto di coppia è anche la descrizione della psicosi di una persona. Nanni costruisce il film intorno al proprio personaggio, Michele Apicella, che è diventato un professore di matematica. L' idea interessante è quella di strutturare il film come una sorta di giallo, dove ci sono degli omicidi e dove c'è un ispettore che ricerca un assassino. Moretti gioca molto sul fatto che lo spettatore mai andrebbe ad identificare l' assassino con il personaggio che lui interpreta. Mentre la verità che viene svelata alla fine è proprio il contrario. E' lui l' assassino.
Michele è una persona fondamentalmente malata e prigioniera di una psicosi dalla quale non riesce a liberarsi. L' impossibilità di rapportarsi con gli altri e anche l' incapacità di sentirsi felici sono gli elementi che lo spingono verso una ossessiva riflessione sul suo ruolo nel mondo. Gli amici che deludono sono quelli che non rispettano le promesse che sembrano essersi fatte. Michele non riesce a sopportare gli abbandoni, i litigi, le separazioni. E questo perchè lui è solamente uno spettatore e non sa cosa significa viverle queste cose. Michele non vuole mettersi in gioco. Preferisce prevedere, immaginare, giudicare. La sua è una moralità che scaturisce dalla solitudine e quindi è egli stesso il metro di giudizio per la realtà circostante. Chi non si comporta come lui è dunque una persona immorale e falsa. Ed è per questo che Michele decide di uccidere. Per non soffrire ancora di più. Per non assistere allo sfacelo che ha intorno. Dove i sentimenti e l' amore sono qualcosa di passeggero e senza importanza. "Quando scelgo di voler bene ad una persona è per sempre" dice Michele a Bianca. Nanni Moretti crede molto nella moralità dei propri personaggi. Anche se in questo caso fa del suo alter ego un pazzo-omicida. E il fascino del film si esplicita proprio da questa dialettica. Dalla verità delle sue parole che scaturiscono da un malessere esistenziale e da una malattia mentale che non gli permette di vivere.
Accanto a queste tematiche che infondono un senso di infinita tristezza al film ci sono i molti momenti ironici propri di Nanni Moretti. La sua comicità è molto legata al corpo, al volto. Sono i suoi sguardi, il senso di fastidio, l' incredulità per quanto gli sta accadendo che creano quel senso di ironia. Le scene memorabili sono quelle di Nanni davanti al barattolone di nutella, di quando si accorge che il padre di una sua alunna non sa cosa sia la sacher torte e gli dice "Continuiamo a farci del male" e di quando va a Ostia e si butta su una ragazza sola mentre tutti gli altri stanno pomiciando.
Nanni Moretti in questo film ci svela ancora la sua sfiducia verso il mondo, verso le persone, la sua è una denuncia del deterioramento dei rapporti umani e dell' enorme senso di malinconia che tutto questo gli trasmette. La battutta finale "E' triste morire senza figli", rivista oggi ci fa pensare che forse adesso Nanni si può sentire meno strano e meno fuori luogo, forse perchè anche lui ha trovato una sorta di pace o tranquillità. Ma ti prego Nanni non diventare la caricatura di te stesso perchè qui nel mondo la tristezza la fa ancora da padrona e se qualcuno non ce la mostra alla fine magari ci mettiamo veramente a credere che le cose vadano bene.

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