Espandi menu
cerca
Senza sapere niente di lei

Regia di Luigi Comencini vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Baliverna

Baliverna

Iscritto dal 10 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 105
  • Post 4
  • Recensioni 2108
  • Playlist 26
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Senza sapere niente di lei

di Baliverna
7 stelle

Quando i rapporti umani sono segnati dall'egoismo e dalla falsità non danno buoni frutti. Interessante prova di un Comencini drammatico e dolente.

Comencini fu, secondo me, un regista dai risultati altalenanti, e diversificati per generi: spaziò, infatti, da capolavori o quasi, a pellicole (certe commedie) che non sono riuscito a guardare fino in fondo.

In questo caso, ci troviamo davanti ad una pellicola interessante e abbastanza complessa, dove si creano ambigui rapporti tra i personaggi, e la stessa verità che sta alla base della vicenda è complessa e ambigua pure essa. Sia lui che lei, dunque, giocano una specie di partita, che si prefiggono di vincere usando tattiche, bugie, e dissimulazione. La differenza tra i due è che lui è un po' più cinico di lei, e si innamora solo fino ad un certo punto. All'inizio, per di più, ha due precisi scopi: evitare all'assicurazione di scucire la grana (per avere vantaggi in una carriera stagnante), e portare a letto la ragazza. Il sentimento che gli nasce dopo è piuttosto ondivago e inquinato dagli stessi secondi fini.

Quanto a lei, invece, si porta dentro molta tristezza e il desiderio di essere amata veramente, ma, per orgoglio o timidezza, si sforza in tutti i modi di nascondere sia l'una che l'altro. Oltre a ciò, è tormentata dal rimorso per una colpa che non voglio anticipare qui. Il rapporto tra i protagonisti, quindi, più che come relazione d'amore, si configura come un partita a carte, coperte e truccate.

L'egoismo e l'avidità, invece, sembrano affliggere i rimanenti componenti della famiglia, che vogliono a tutti i costi incassare l'assicurazione.

Comencini dirige un film venato di malinconia, conferendogli un'atmosfera sospesa e apatica. La sceneggiatura non risente delle diverse mani che l'hanno scritta, poiché non ho ravvisato, come spesso in questi casi, un film fatto da più intenzioni e tematiche cucite assieme.

Ho trovato bravi sia Philippe Le Roy che Paola Pitagora, ma devo menzionare anche l'attore il quale interpreta il dottore, che ho visto in diversi film comici o commedia degli anni '70. Qui si vede che aveva potenzialità non disprezzabili di attore drammatico, ma, a quanto pare, non fu valorizzato in questo campo.

In generale, c'è qualche momento d'incertezza qua e là, ma la pellicola può dirsi riuscita. L'unica cantonata che si è preso il film, secondo me, la colonna sonora di Ennio Morricone. Solo la notorietà del nome può aver chiuso gli orecchi alla presa d'atto che i suoi svogliati stacchi di jazz si adattano alle scene come una scarpa ad uno zoccolo.

PS

Rete4 ha trasmesso un videotape “d'annata”, rimaneggiato almeno due volte quanto al formato immagine, con risultati imbarazzanti. E' venuto il momento di procedere ad un riversamento digitale come si deve.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati