Espandi menu
cerca
Zeder

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

Recensioni

L'autore

bradipo68

bradipo68

Iscritto dal 1 settembre 2005 Vai al suo profilo
  • Seguaci 265
  • Post 30
  • Recensioni 4749
  • Playlist 174
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Zeder

di bradipo68
8 stelle

C'era una volta un regista che aveva coraggio,coraggio da vendere non rinunciando a buttarsi a capofitto in pellicole di genere(dal grottesco all'horror).Questa è la sua seconda felice incursione nell'horror(definito padano,praticamente un suo copyright) caratterizzata come nel suo brillante esordio da atmosfere rarefatte,oscure che  contrastano con la solarità di alcune delle ambientazioni proposte geograficamente situate vicino alla via Emilia e ai suoi dintorni..Sceneggiato dallo stesso regista,dal fratello Antonio e da Maurizio Costanzo Zeder è un film dalla costruzione abbastanza complicata in cui ad un prologo negli anni 50 in quel di Chartres succede poi la vicenda vera e propria ambientata in Emilia negi anni 80 ma con continui rimandi a una fantomatica organizzazione responsabile di misteriosi avvenimenti.Molti sono i personaggi presenti nel racconto,forse troppi visto che c'è il rischio di perdersi in mezzo a questa miriade di deviazioni.La regia di Avati,stilisticamente molto diversa da quella a cui ci ha abituato in questi anni ha il grosso merito di riuscire a costruire un'atmosfera pesante,opprimente,con la sensazione che ci sia sempre qualche iattura incombente sui vari personaggi.Ed è abile anche a dosare i piccoli dettagli che fanno aumentare l'inquietudine fino al climax finale(che non è la scena finale,ma la scena in cui il protagonista scopre quello che sta succedendo).Di grande impatto visivo la colonia dismessa teatro della parte finale del film.Zeder è un horror che ha una concezione antica:la sua abilità nel far paura non deriva dall'invadenza degli effetti speciali(del tutto assenti) ma dalla grande capacità di suggestionare,di suggerire l'orrore senza(quasi) mai mostrarlo.Da notare una curiosa vena anticlericale(vedi il personaggio del prete spretato e una diffusa torbidità dei personaggi dei prelati) piuttosto ardita in una nazione come la nostra.Cercando di leggere attraverso il film possiamo dire che narra l'ambizione di vari uomini(dal prete spretato fino al protagonista) di eludere il confine tra la vita e la morte,i terreni K sono il simbolo di un limbo in cui l'uomo cerca di arrivarre oltre i propri limiti biologici.E l'ultima sequenza a mò di epitaffio sancisce che questa ambizione è vana,che nell'abbraccio vince sempre la morte. Curioso anche che nel 1983,anno di uscita di questo film(comunque realizzato l'anno prima),veniva dato alle stampe da un giovane scrittore americano di nome Stephen King il romanzo Pet Semetary,in cui in un cimitero degli animali accadevano strane cose.Una sorta di terreno K.... 

Su Pupi Avati

stilisticamente ardito

Su Gabriele Lavia

distaccato

Su Anne Canovas

solare

Su Bob Tonelli

ok

Su Paola Tanziani

piccola parte

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati