Regia di John Boorman vedi scheda film
A quasi quarant'anni di distanza, Deliverence stupisce ancora per la sua totale diffidenza nei valori del vivere civile americano, secondo una visione pessimista estrema, che nasce dal dibattito ambientalista di quegli anni. La storia non presenta in se colpi di scena eclatanti: a Boorman non interessa molto l'epicità della sfida uomo-natura (che resta soltanto di sfondo). Come dice Lewis (Raynolds), il più esaltato della combriccola, la discesa del fiume è una prova di sopravvivenza, in vista di un futuro sempre più condannato al caos. Ecco giustificata la sua avversione verso i campagnoli bifolchi. Non è un caso che sia solo Drew (Cox) a soccombere, fedele ai suoi ideali di democrazia, l'unico aperto con la gente del luogo: il suo duetto chitarra-banjo (sulle note, emblematiche, di una celebre canzone patriottica americana) con il bambino deforme, non lascia presagire a nulla di rassicurante. I campagnoli sono rappresentati invece ostili con i forestieri, alcuni al limite della depravazione, tutti comunque pronti a protteggersi l'uno con l'altro, come accadeva in Cane di Paglia di Peckinpah (sempre del '71), con il quale il film di Boorman condivide scene di violenza carnale molto esplicite. La rappresentazione poco rassicurante della campagna americana "apre le porte" al new horror di Hooper e Craven.
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bravo.
Ottimo.
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Notevole, impreziosita dalla fotografia di Slocombe.
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