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La battaglia di Alamo

Regia di John Wayne vedi scheda film

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La recensione su La battaglia di Alamo

di SamP21
6 stelle

 

 

 La trama in breve:

1836. Nell'antica missione fortificata di Alamo, in Texas, sono asserragliati i volontari al comando di Jim Bowie e del colonnello Travis. Con loro combatte David Crockett e un gruppo di fedelissimi, venuti dal Tennessee per difendere il Texas dalle mire espansionistiche del Messico. Di fronte  ci sono settemila soldati messicani in armi, agli ordini del generale Santa Ana. I combattimenti proseguono per tre giorni, prima che il destino si compia. Ma l'eroica resistenza permetterà ai soldati del generale Houston di sconfiggere Santa Ana e di ridare la libertà al Texas.

 

A tratti risulta incredibilmente retorica questa ri-proposizione di un fatto storico che portò poi all'indipendenza dello stato del Texas. Nel film non è in questione la storia di ciò che è avvenuto prima e dopo. Anche lo schieramento politico assunto è evidente; ma i messicani in realtà non sono dipinti come un tempo, nel genere, furono descritti i diabolici indiani, in quanto hanno una certa “umanità”.

 

Wayne, con l’aiuto del suo maestro (John Ford), dopo varie peripezie riesce a portare la storia su pellicola, e dirige la sua prima regia; la seconda sarà, a detta di molti, ancora più retorica e fuori tempo massimo: Berretti verdi (The Green Berets).

Il film dimostra ancora una volta come all’epoca, ma ancora oggi, non ci fossero narratori capaci quanto gli americani di portarti dalla loro parte, di costruire ad hoc un mondo in cui buoni e cattivi siano ben distinti; e ovviamente i buoni sono gli americani, in questo caso gli indipendentisti del Texas.

 

Senza scendere in un’arena troppo complessa, il film visto oggi nell’Aprile del 2022 assume dei connotati molto particolari; un popolo che lotta contro la tirannia (del Messico) e tutta la retorica sul bene e il male, sul giusto e lo sbagliato, sulla libertà di autodeterminazione…

 

Tornando al film, la retorica è di base un fulcro di questo film. Wayne, come attore, uomo e qui anche regista, è sempre parso per quello che, forse, era: ovvero un uomo con delle idee chiare nel suo modo di interpretare anche il cinema. Eppure, nei suoi film con Ford non è tutto così chiaro, ma anzi il grigio compare a volte in maniera prevalente. In The Alamo riesce a stemperare la retorica con il suo proverbiale fascino e attraverso momenti tipici della commedia.

 

L’incontro - scontro con gli altri due protagonisti del film (il cast è di ottimo livello) è il fulcro di gran parte del film, prima che finalmente si arrivi alla battaglia finale. In fondo è proprio la battaglia finale che da sola vale la visione del film; lì sì che la retorica esce di scena, ed è per giunta girata con tutti i crismi e la grandiosità del “grande” cinema americano. A conclusione della stessa, poi, si avvicenda la scena forse più forte del film, ovvero l’uscita dal forte degli unici tre superstiti.

 

Dal punto di vista della storia del cinema, siamo nel 1960 e il Western aveva già affrontato tante piccole rivoluzioni, tematiche, concettuali, revisionistiche. Lo stile manicheo della parte della storia del genere è quasi alle spalle, gli eroi non sono solo buoni e i cattivi, appaiono pian piano meno distinguibili dei sopra citati demoniaci indiani. Wayne però crede agli eroi, “buoni e giusti” e quindi, al di fuori del revisionismo, realizza un western vecchio stile.

 

 A dare grande forza al film, oltre alle prove dei tre bravi protagonisti, è la consueta grandiosa colonna sonora di Dimitri Tiomkin.

Insomma, vedere The Alamo significa voler assistere ad un western vecchio stile, con “buoni” sentimenti, personaggi in parte monolitici (anche se, va detto, che proprio il Crockett di Wayne è il personaggio più complesso e dalle varie facce), con una regia classica e una grande battaglia finale.

 

Seguendo il flusso del film, senza porsi in maniera “critica”, sarete trascinati da questa retorica che in parte, fuori dalla complessità della Storia, vi catturerà e finirete per schierarvi, con Tiomkin che farà il resto con questa malinconica e suggestiva composizione. Se invece volete il revisionismo, il chiaro/scuro del mondo, suonate da altre parti, dalle parti di Mann (con i suoi cercatori d’oro non proprio idealisti), di Aldrich (con il suo epocale Vera Cruz), o ancora dello stesso Ford (Sentieri selvaggi e poi il magnifico L’uomo che uccise Liberty Valance).

 

Ma rimane il fatto che il film nelle sue oltre due ore e mezza (questa la versione distribuita in sala) riesce a portare sullo schermo, a suo modo, un passaggio influente di quella storia e in parte del genere western.

 

voto 6,5

 

 

*La battaglia di Alamo, come riporta Wikipedia, è stata mostrata più volte dal cinema americano:

 

nel 1911, The Immortal Alamo di William F. Haddock, un film prodotto in Texas da Georges Méliès.
Nel 1915 Christy Cabanne, con la supervisione di David W. Griffith, girò Sotto l'unghia dei tiranni.
Nel 1953 Glenn Ford interpretò Il traditore di Forte Alamo (The Man from the Alamo).
Nel 1955 Sterling Hayden interpretò la parte di Jim Bowie nel film Alamo diretto da Frank Lloyd.
Riprendiamoci Forte Alamo! è un film del 1969.
Alamo - Gli ultimi eroi, girato nel 2004.

 

Inoltre nel 1956 La storia del generale Houston descrisse la figura dell'avvocato Houston, poi divenuto generale e infine primo presidente del Texas resosi indipendente.

 

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