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Ciao, America!

Regia di Brian De Palma vedi scheda film

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GIMON 82

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ciao, America!

di GIMON 82
8 stelle

Entusiasmante è il De Palma degli albori,nell'America sessantottina,scomposta dal dramma del Vietnam si narrano le vicende di tre giovani:Paul,Lloyd e Joe."Ciao America" è un film dallo stile bizzarro,fuori dagli schemi,il regista new-yorkese inaugura uno stile "new-hollywoodiano",lontano anni luce dai virtuosismi dei suoi futuri psico-thriller.Girato con scarni mezzi,con 30.000 dollari e incassandone 3 milioni,il ritratto di De Palma richiama alla mente un modo di fare cinema originale.Piani sequenza e panoramiche,in uno stile non elegante,ma naif quasi da teatro fatto in casa.Si cita,e si entra nella cinefilia piu' pura,omaggiando nella copertina di un libro Hitchcock  e Truffaut.Si scende nelle strade invase dalla contestazione antimperialista,seguendo con la cinepresa le "gesta" di giovani impauriti e incerti sul futuro.Un ritratto di nevrosi pre-belliche con un giovane De Niro con baffetto alla moda e novello guardone.Gli altri due attori Jonathan Warden e Gerrit Graham sono l'emblema delle paure americane del tempo,l'uno ossessionato dal delitto Kennedy,tanto da studiarne le dinamiche sull'epidermide di una donna e finire ammazzato come "scomodo testimone".L'altro cerca in tutti i modi di evitare l'arruolamento in Vietnam,con escamotage poco ortodossi,facendosi picchiare dalle pantere nere o fingendosi omosessuale.L'America di Brian è quella della voce di una generazione di cinefili e futuri cineasti,dallo stile rivoluzionario e sghembo,come questo film,inaugurante un filone alternativo nei modus-operandi del cinema.Il linguaggio è scomposto e non segue nessun filo logico,se non quello di accompagnarsi a didascalie e amplessi in stile slapstick,come il cinema dei Keaton o di Chaplin.La forza del film risiede proprio nella sua ironia scomposta e "forbita" di un linguaggio scurrile,ardito per quei tempi.La regia esalta anche la funzione del "voyeurismo",tema che in futuro sara' una colonna portante del cinema di De Palma.Indubbiamente è un film da capire e seguire con attenzione,nel suo anticonformismo molto antitetico rispetto ai canoni standard da celluloide.Il De Palma degli esordi segue uno stile naturale e spontaneo,quasi come un Cassavetes d'annata,a differenza di altri film della "new-hollywood" dallo sguardo cupo,nichilista e aggressivo,"Ciao America" segue un canone anticonvenzionale,dal tono ironico,da commedia "nera".Uno stile volutamente sgangherato,dalla successione surreale dove in alcuni punti si ride di gusto per le parole e le gesta di personaggi sprovveduti e provvisti di una "sana" imbecillita'.Il finale si scusa quasi con lo spettatore,per un ritratto americano ormai allo sbando,dove le parole del presidente Johnson suggellano l'inizio di un tracollo generazionale.Il Vietnam ha "raggiunto" uno dei tre ragazzi,ovvero Joe,che nell'inferno della giungla usa il mirino del fucile come "spioncino" da vero voyeur,l'America è anche questa: guerrafondaia ma anche  tremendamente carica di surreale assurdita'......

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