Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
Il padre di Elena è in bancarotta e rischia la galera; lei, pur amando Guido, sposa Luigi dietro promessa di ripianamento dei debiti paterni. Ma il matrimonio fra Elena e Luigi, nonostante arrivi anche una figlia, non può funzionare; oltrettutto lui rimane presto in carrozzina, dopo un incidente, e in seguito viene derubato e ucciso. Sebbene la ragazza sia la prima indiziata, lei sa bene di non aver fatto nulla contro Luigi.
L'essenza del melodramma permea le pellicole dirette da Raffaello Matarazzo, giustamente ritenuto il maestro della via italiana al genere; Vortice è senza dubbio uno dei suoi lavori maggiormente riusciti, un'opera struggente e traboccante emozione dal primo fotogramma fino all'ultimo, girata con cura e recitata con trasporto. Il tasso di patetico esonda ripetutamente la soglia del sopportabile, i lacrimoni in sala all'epoca devono essere stati prodotti indubbiamente senza posa; eppure va riconosciuto che il filone, dopo il secondo dopoguerra, perse rapidamente di appeal e, altrettanto rapidamente, andò a simboleggiare un certo tipo di cinema passato, ormai antiquato, legato a un'epoca - quella fascista - non particolarmente gradevole nella memoria del Paese. Con esso calò di pari passo la popolarità del regista, sempre più isolato fra neorealismo e commedia di costume; Matarazzo proseguì un'altra decina d'anni una carriera in costante declino, fino alla prematura scomparsa nel 1966, appena 56enne. Vortice è il titolo perfetto per quest'opera, che trasmette l'idea dell'ansiogeno turbinare di emozioni che percorre la trama, nella sceneggiatura che il regista firma insieme a tre ottimi nomi: Ennio De Concini, Aldo De Benedetti e Sandro Continenza. Protagonisti ben scelti e ben affiatati: Massimo Girotti, Silvana Pampanini, Franco Fabrizi, Gianni Santuccio, Irene Papas. 4/10.
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