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Rapa Nui

Regia di Kevin Reynolds vedi scheda film

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La recensione su Rapa Nui

di maso
8 stelle

Non ho mai capito tutto il disprezzo che è stato profuso nei confronti di questo film: ho sempre trovato affascinante l'enigma che avvolge l'Isola di Pasqua, così nominata dal navigatore olandese Roggeveen che vi approdò proprio la domenica di Pasqua nel 1722 scoprendo la presenza dei misteriosi Moai, prova tangibile di una antica civiltà.

L'intento di questo film è di dare una spiegazione plausibile a ciò che probabilmente accadde in quel luogo così remoto del nostro pianeta, a che cosa servissero quelle enormi statue di pietra, come venivano costruite e da chi, raccontando un’avventura appassionante ricca anche di contenuti antropologici.

La descrizione di quella antica civiltà evidenzia molto bene la distinzione fra ricchi benestanti caratterizzati da lunghi orecchi forati, tatuaggi tribali e ornamenti ossei ed i poveri operai dai corti orecchi che sono obbligati a costruire le statue simbolo della devozione agli dei in cambio di un po’ di cibo appena sufficiente a tenerli in vita.

L'Ariki-mau capo di tutte le tribù è sempre più pressante con le sue richieste riguardanti i Moai, poiché “La grande canoa bianca” che egli attende inviata dagli dei non si è ancora vista nonostante Rapa Nui sia piena di statue e a causa di esse sempre più povera di alberi utilizzati per la lavorazione: l’sola sta perdendo progressivamente il suo equilibrio ecologico ma anche quello politico perché nei più giovani comincia a svilupparsi l’idea che il culto e la venerazione ma anche l’ingiusta distinzione fra le classi sociali siano una pazzia che sta uccidendo la comunità.

In questo quadro si sviluppa la storia di Noro interpretato da Jason Scott Lee in grandissima forma, che è un lungo orecchi figlio di un ribelle che voleva conoscere il mondo oltre il grande oceano ed una mattina ha preso il largo senza salutare coloro che lo consideravano un pazzo; Noro vuole sposare Ramana, una corta orecchi che è però amata anche da Make che è dello stesso ceto sociale e non considera più Noro un amico come quando erano piccoli ma riesce comunque a far sorgere in lui il dubbio che il culto dei Moai sia effettivamente solo una leggenda e che le cose debbano cambiare a Rapa Nui.

Il destino degli abitanti dell’isola di Pasqua verrà deciso attraverso il rito dell’uomo uccello, forse praticato per l’ultima volta come la costruzione dell’ultimo grande Moai adornato di un cappello per richiesta dell’Ariki-mau.

Il film gode di immagini molto suggestive e di un racconto ben articolato che Kevin Reynolds ha egregiamente impaginato nonostante gli attriti in fase di realizzazione con il suo produttore Kevin Costner; ridicolo l’accostamento a “Romeo e Giulietta” poiché non c’è nessunissimo aggancio con quella storia.

Ho apprezzato molto il bel cast composto da attori polinesiani e neozelandesi tra cui sottolineo la prova di un carismatico Zac Wallace nel ruolo di Haoa il padre di Ramana che ha le sembianze di Sandrine Holt, una bellissima attrice di origine cinese che ha caratterizzato il suo personaggio con molta passione.

Molti critici hanno gratuitamente sbeffeggiato la sequenza del rito dell'uomo uccello ignari che quella gara per quanto pericolosa veniva ripetuta ogni anno proprio come descritto nel film.

Dopo averlo visto si ha un po’ voglia di visitare quest’isola misteriosa nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, il cui nome non significa come molti credono “L’ombelico del mondo” bensì “Grande scoglio”.

 

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