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Bersagli

Regia di Peter Bogdanovich vedi scheda film

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La recensione su Bersagli

di Antisistema
8 stelle

Anche se misconosciuto, Bersagli di Peter Bogdanovich (1968) risulta essere uno dei più grandi debutti della storia del cinema, provate voi a realizzare un film di un'ora e mezza avendo carta bianca a patto che rispettiate questi paletti produttivi:

 

- Un budget di 100.000 dollari

- Obbligo di usare Boris Karloff, che aveva ancora 3-4 giorni di contratto con Roger Corman.

- Inserire nel film 15 minuti del film La Vergine di Cera.

 

Io non avrei saputo neanche da dove iniziare e probabilmente anche un regista navigato avrebbe reputato tali condizioni impossibili; Peter Bogdanovich invece che sino ad allora era un semplice critico e aiuto regista in varie produzioni, decise di accettare l'incarico e debuttò così alla regia del film, scrivendone la sceneggiatura insieme a Samuel Fuller.

Bogdanovich sin da subito ha le idee ben chiare sul film e su cosa voglia portare al cinema, decidendo di unire  insieme grazie ad un montaggio parallelo la storia di un vecchio attore horror che alla fine degli anno 60' vuole ritirarsi Byron Orlok (Boris Karloff), con quella di un agente assicurativo ex-veterano del Vietnam di nome Bobby Thompson (Terry O'Kelly), che un giorno improvvisamente per un diverbio qualsiasi stermina la famiglia e comincia ad uccidere gente a caso.

 

Boris Karloff

Bersagli (1968): Boris Karloff

 

Interpretato dalla critica come un film anti- armi all'epoca, tale lettura è molto parziale quanto limitante. Per Bogdanovich questo film è un mero pretesto all'alba della nuova Hollywood e al tramonto definitivo della vecchia Hollywood, di mettere a confronto l'orrore vecchio basato su un castello, mostri e su un'atmosfera letteraria, con il nuovo orrore; cioè un tizio che improvvisamente con un'arma arriva in un luogo e compie una strage per motivazioni inafferrabili. Bogdanovich nel film si ritaglia anche un ruolo di critico cinematografico nel film che afferma che tutti i buoni film sono già stati fatti e il nuovo non può quindi che consistere nella capacità del regista di revisionare i generi, ma tale pensiero sarà in futuro smentito seccamente, poiché la realtà diventerà stimolo e nuova linfa vitale a cui i film si ispireranno.

 

Tim O'Kelly

Bersagli (1968): Tim O'Kelly

 

Bogdanovich ama alla follia i film della vecchia Hollywood e né è il massimo conoscitore, eppure è consapevole che oggi sono inattuali, poiché l'orrore della realtà ha di gran lunga surclassato quello cinematografico.

Il regista al suo primo film padroneggia già ottimamente i meccanismi cinematografici, avvalendosi del montaggio parallelo per narrare due storie che finiranno per collimare nel finale e donare la giusta tensione nelle sequenze del cecchino, che poco per volta ammazza la gente in autostrada (sequenza girata senza alcun permesso e buona la prima come si dice).

Bersagli quindi è una pellicola di debutto veramente notevole, i cui unici difetti non derivano da Bogdanovich, ma solo e soltanto dal contesto produttivo che comunque gli impose tre condizioni abbastanza stringenti. Il film venne venduto alla Paramount per 125.000 dollari (un profitto quindi di 25.000) che lo distribui', anche se purtroppo non fece tanti incassi anche se la critica lo incenso' elogiando Bogdanovich come nuovo Hitchcock. Il regista si toglierà tale etichetta 3 anni dopo quando dopo un periodo d'incertezza tra essere un critico o un regista, decise di realizzare quel capolavoro immenso dell'ultimo Spettacolo (1971) dove mise bene in chiaro le fondamenta su cui poggia il suo cinema.

 

Boris Karloff

Bersagli (1968): Boris Karloff

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