Regia di Pasquale Festa Campanile vedi scheda film
L'impianto è quello della commedia sexy che in quegli anni rovinò irreparabilmente (sul) cinema italiano, ma di buono si possono cavare fondamentalmente due cose: Montesano che come attore sa salvarsi (anche in un ruolo becero e monodimensionale come questo) e l'intenzione - purtroppo sviluppata in maniera un po' grossolana - di raccontare la vita di Gesù dal punto di vista esterno di un suo contemporaneo (Brian di Nazareth è dell'anno precedente: siamo sicuri che non ci sia stata nessuna influenza?). Volendo c'è anche una terza attrattiva, francamente un po' triste in tale contesto: sono le gloriose tettone al vento della Fenech, spesso e volentieri in primo piano come uniche ed indiscutibili protagoniste.
Caleb è un ladrone ebreo che vive in Palestina ai tempi di Gesù. Durante le sue disavventure (diviene schiavo, fugge, ruba una collana, conosce una prostituta e una nobildonna romana...) incrocia più volte Gesù e i suoi miracoli, che all'inizio ritiene buffonate e trucchetti, salvo poi cambiare idea. Anche Caleb finisce crocifisso.
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