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Ritratto in nero

Regia di Michael Gordon vedi scheda film

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La recensione su Ritratto in nero

di Baliverna
8 stelle

Marito vecchio, malato, sadico e ricco. Moglie giovane e bella, che non lo ha mai amato, e che ha un'amante.... Come sbloccare la situazione? E' ovvio che ai due si presenta la tentazione del delitto.

E' una pellicola niente di eccezionale, ma pure senza difetti, scorrevole e girata con mestiere.

Michael Gordon era uno di quegli artigiani di Hollywood che non erano dei veri autori, ma pure sapevano girare i film senza incorrere in errori, dando semplicemente prova di “saperci fare”.

Un ruolo importante lo giocano gli attori, a cominciare da una bellissima Lana Turner (esaltata dai vivi colori della fotografia) e da una convincente Sandra Dee, in un personaggio che non era ancora la ragazza ingenua e intelligente assieme, che avrebbe fatto la sua fortuna nelle commedie a venire. L'attrice (del resto scoperta dal re del melodramma Douglas Sirk) era certamente adatta sia ai film drammatici che alle commedie e, con il suo volto espressivo, era ben più di una bambola bionda. Anche Anthony Quinn, con la sua cavallina faccia di bronzo, è efficace nel rappresentare un uomo tenebroso e ambiguo, tanto rispettabile all'esterno quanto corrotto all'interno.

E' una pellicola a colori che però avrebbe fatto più figura in bianco e nero, perché è molto vicina al genere noir; se se ne discosta. tuttavia, per un maggiore pessimismo e per gli elementi di critica sociale. Nonostante il colore, il ritratto è in effetti nero: la corruzione, il delitto, l'ipocrisia, la meschinità, la doppiezza colpiscono in varia misura quasi tutti i personaggi (compresi i domestici). Ne resta immune solo il personaggio della Dee, che rimane una ragazza semplice e buona, con un istinto elementare ma giusto, che la porta a fuggire il male e ad aspirare ad una vita onesta e modesta. E il personaggio della Turner, che per il denaro si è auto-sepolta in un matrimonio senza senso, è lontana dall'assoluzione.

Alle simpatie di sinistra di Gordon credo siano da ricondurre gli elementi di critica sociale, cioè gli intrallazzi dei magnati a spese dei poveracci, e gli accenni ai sindacati (che comunque non si mangiano il film). Tuttavia, ciò si ripercuote, forse contro le intenzioni del regista, sul personaggio del fidanzato marittimo, che finisce per essere anche lui un po' ambiguo: mente a cuor leggero alla sua ragazza e va ad aspettare al buio il padrone per suonargliele...

Spettacolo godibile, suspense, consigliato a tutti, o quasi.

 

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