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Quelli della San Pablo

Regia di Robert Wise vedi scheda film

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La recensione su Quelli della San Pablo

di maso
9 stelle

 

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 La prova maiuscola di Steve McQueen candidato all'Oscar per la prima e unica volta nella sua vorticosa carriera per la caratterizzazione del marinaio Jake Holman è il fiore all'occhiello di questo dramma storico che racconta le vicende di una cannoniera americana di pattuglia sul fiume Yang-Tze nella Cina del 1926; in un periodo di tumultuosi scontri politici la presenza degli americani in una terra straniera culturalmente lontana anni luce dalle proprie dinamiche di sviluppo sociale non può che causare rivolte e ritorsioni da parte della gente del luogo e il film rivolge le sue argomentazioni proprio a questo tema, di fatto a parte l'ultima mezz'ora dove c'è più azione e molti scontri a fuoco il film è una lunga sequenza di situazioni di aspra tensione fra i membri dell'equipaggio della San Pablo e l'ambiente circostante ma oltre a ciò quello che più rimane negli occhi dello spettatore sono le due travagliate storie d'amore che si sviluppano nell'articolata sceneggiatura firmata con ritmo puntuale da Robert Anderson sulla base del romanzo omonimo di Richard McKenna.

Jake Holman è un macchinista esperto e capace che giunge a bordo della San Pablo dopo numerosi trasferimenti, la cannoniera ormeggiata nel porto fluviale di Changsha è osteggiata giornalmente dal popolo locale ma ciò nonostante tiene a bordo numerosi cinesi che si occupano del lavoro sporco anche in sala macchine ed Holman rimane spiazzato dalla strana condotta adottata dal Capitano Collins ed è costretto ad adeguarsi suo malgrado, su questo substrato McQueen può sfumare il suo personaggio con nobiltà d’animo e altruismo, connotati che creano grossi attriti con la maggior parte dei suoi colleghi a cominciare dal capitano Collins che ha i lineamenti di un bravissimo Richard Crenna, costantemente corrucciato e in tensione ma allo stesso tempo confuso e spesso superficiale nella gestione del personale tanto da rispecchiare con la sua ottusa ostinazione il garrire forzato della bandiera che sventola in una terra che non la rispetta, non a caso l’arrivo di un onesto marinaio come Holman crea subito grattacapi per i quali il nuovo macchinista è ingiustamente incolpato.

Il malinconico Holman trova appoggio solo in due persone in questo luogo lontanissimo dallo Utah sua terra d’origine: il marinaio Frenchy Burgoyne che vive in una prova oserei dire commovente di Richard Attenborough e la missionaria Shirley Eckert interpretata da Candice Bergen con la quale sviluppa un difficilissimo rapporto sentimentale, fra loro il vecchio motto delle promesse da marinaio viene meno visto che Holman è consapevole della estemporaneità della loro relazione e degli ostacoli grossi come la Cina che emergono per consolidarla; la chimica fra McQueen e la Bergen è notevolissima e ascoltando la traccia commento dell’attrice nel DVD si può comprendere perché le scene che li vedono interagire sono molto efficaci a livello emotivo, la Bergen riuscì a capire l’indole solitaria del divo e i suoi tormenti interiori facendosi trasportare dal suo talento senza mai porsi al di sopra, la scena del bacio nella sacrestia è lo specchio di questa sinergia attoriale d’altri tempi sottolineata dalle note dolci della azzeccatissima partitura del grande Jerry Goldsmith che si adagia su uno dei dialoghi fondamentali all’interno del film impreziosito dal primo piano di McQueen abbracciato alla Bergman in controcampo in cui esprime con la sua classe tantissimi stati d’animo solo con i lineamenti, lo stupore, la speranza, la disillusione e il bisogno d’affetto di un soldato lontano da casa abituato ad avere rapporti occasionali con le donne senza mai provare qualcosa di più che una esigenza fisica.

Il risvolto sentimentale è fortissimo anche nell’altra storia d’amore altrettanto travagliata e ancor più drammatica vissuta da Frenchy che si innamora di Maily, una prostituta locale dal passato oscuro per la quale contravviene alle sue consegne di marinaio fino ad ammalarsi, anche in questo angolo narrativo emerge fortemente la dura realtà di chi ha scelto la marina come professione ma oltre a ciò anche la difficoltà di far accettare la genuinità di un sentimento nato in un’ambiente culturalmente ostile in tempi di lotta e rivoluzione.

La prima parte è quindi incentrata sullo sviluppo dei tanti personaggi e le loro relazioni ma tutto ruota intorno a Holman/McQueen in continua lotta con ogni mezzo a disposizione e ancora una volta è bello vederlo impegnato in qualcosa di diverso dalle caratterizzazioni da duro che lo hanno reso famoso, il rapporto che sviluppa con Po Han è pieno di simpatia e ironia e il giovane Mako è favoloso nell'assecondarlo: l’attore giapponese meglio noto per il ruolo dello stregone in “Conan il barbaro” fu a sua volta in lizza per un Oscar e la sua prova è efficace tanto nella resa di un personaggio che incarna la sottomissione quanto la voglia di apprendere da un americano che lo tratta come un suo pari e non certo come uno schiavo, il suo sacrificio chiude la prima parte e allo stesso tempo introduce la seconda in cui il tono non è più scanzonato ma sempre più drammatico.

La San Pablo è ormai accerchiata così come lo è Holman pressato dai suoi commilitoni, e sempre più propenso ad abbandonare la nave accettando l’invito di Shirley e raggiungerla alla missione cosa che poi regolarmente avviene attraverso un frenetico finale in cui finalmente vediamo la cannoniera in assetto di guerra all’assalto di una barricata formata dalle giunche sullo Yang-Tze e qui devo dire che Wise ha movimentato la sequenza con un montaggio puntuale e ritmato che rende lo scontro fra americani e cinesi godibile all’occhio nonostante qualche attore non finga al meglio il corpo a corpo e i colpi subiti, impeccabile come sempre McQueen fino alla sua ultima battuta nel finale che lascia un po’ l’amaro in bocca.

Wise fu molto soddisfatto del risultato finale tanto da organizzare periodicamente raduni con i membri del cast, personalmente lo rivedo sempre volentieri pur essendo molto lungo, al contrario ritengo che le molte scene tagliate dalla versione roadshow dovrebbero essere reintegrate e pubblicate in una versione director’s cut che sembrava dovesse uscire nel 2007.

C’è un sito che dedica al film una ampia raccolta di memorabilia comprese le clip delle sequenze omesse, ce ne sono alcune che mancano maledettamente: l’assalto dei banditi lungo lo Yang-Tze subito dopo il dialogo fra Holman e Collins in cui il marinaio lo informa del guasto ad una biella, un importante dialogo fra Shirley e Jake in una locanda mentre fuori sta nevicando in cui si avverte dal tono una certa tensione, tutta la parte introduttiva in cui Holman abbandona la nave ammiraglia della marina americana nel porto di Shangai, e queste sono solo alcune delle tante sequenze tagliate oltre ad altre di cui rimangono delle fotografie di repertorio.

 

Una istantanea sulla USS Texas dove vennero girate le sequenze introduttive poi eliminate dalla produzione dopo le prime proiezioni a Houston senza aver neppure informato Robert Wise e purtroppo queste sequenze risultano perdute anche se non è da escludere che alcune bobine nascoste chi sa dove le hanno come parte integrante del film, un vero peccato.

 

Questa foto estende la sequenza in cui Holman entra per la prima volta al Crow's nest bar e rimorchia una prostituta

 

 

Risultati immagini per The Sand Pebbles cut scenes Questa scena descrive ulteriormente il distacco di Holman dai suoi compagni che discutono sulla dipartita dei cinesi dalla nave mentre lui completamente in disparte studia gli opuscoli di manutenzione ricevuti da Shirley

 

Ultime righe doverose come sempre per la musica evocativa e violenta di Gerry Goldsmith fatta di trame dolci ai violini ed impennate improvvise degli ottoni che si posano a meraviglia sui vari umori del film completando la sua indelebile valenza ancora oggi.

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