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Le mani sulla città

Regia di Francesco Rosi vedi scheda film

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La recensione su Le mani sulla città

di bradipo68
8 stelle

Visto al giorno d'oggi questo film che tra poco tempo festeggerà i suoi primi 50 anni assume contorni ancora più inquietanti:da film di denuncia assume le fattezze di un quasi horror in cui mostri proteiformi cambiano continuamente le loro fattezze per riuscire a essere sempre lì al loro posto.E diventa ancora più inquietante perchè è di stringente attualità.Se noi al posto di Nottola mettessimo un altro nome qualunque della nostra politica di oggi o di ieri la situazione non muterebbe di una virgola.Le mani sporche sono su ogni città:Il compromesso della vergogna è raggiunto in ogni stanza del potere.C'è sempre e ovunque un deus ex machina,una manovratore che tesse la sua tela per ingabbiare le sue vittime.Rosi ha uno stile vigoroso,sanguigno ma al contempo riesce a trovare la giusta distanza dall'infuocata materia narrativa.All'inizio adotta quasi uno stile neorealista per fare notare a chiare lettere(le immagini sono più eloquenti di qualsiasi parola) lo sfacelo sociale in cui sono costretti a vegetare gli abitanti dei quartieri più poveri.Il fatto di cronaca(il crollo di un palazzo con morti e feriti) è il campanello d'allarme inascoltato,metafora di una politica attenta sempre più ai propri bisgoni che a quelli della popolazione. Subito dopo in maniera lineare descrive l'ordinaria (cattiva)amministrazione del comune di Napoli costretto a cedere ai ricatti del palazzinaro di turno,il succitato Nottola che non esita a sacrificare il figlio per preservare la propria "verginità" politica.In questo modo arriva al suo scopo:uscire praticamente indenne dallo scandalo della palazzina crollata da lui costruita e,cambiato partito,ridiventare assessore per dare libero sfogo alle sue speculazioni edilizie.E l'arcivescovo con tutta la nomenklatura politica è in prima fila per inaugurare le nuove opere.Una storia di questo tipo succede ancora oggi praticamente in tutte le amministrazioni politiche a ogni livello:da quella comunale,a quella provinciale e ancora oltre.E si rabbrividisce vedendo la lucidità di analisi del film di Rosi,film apertamente a tesi in cui si attacca una certa parte politica(l'asse che dalla Democrazia Cristiana si dirige verso la destra) senza nascondere l'inadeguatezza di una Sinistra brava nelle parole e nelle denunce ma incapace di catturare i voti necessari.Cinematograficamente parlando il film è avvincente,serrato,recitato benissimo,la sua intelaiatura appare persino grezza se confrontata con la complessità del capolavoro Salvatore Giuliano di appena un anno prima all'apparenza molto più rifinito stilisticamente e se vogliamo raffinato.Rosi riesce quasi miracolosamente ad asciugare la recitazione sempre tendente all'istrionismo di Rod Steiger,ha dalla sua un mefistofelico Salvo Randone che nonostante un aspetto più che rassicurante è l'anima nera di tutto il film.Poco prima della parola fine compare una scritta che pone la pietra tombale sulla società del tempo in cui ai personaggi e fatti costruiti con la fantasia viene contrapposta la realtà ambientale che li ha creati.Grande cinema di impegno civile.Leone d'oro con polemiche in quel di Venezia.

Su Francesco Rosi

regia vigorosa

Su Rod Steiger

splendida prova asciugata di tutto il suo istrionismo

Su Salvo Randone

ottimo

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