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Sud

Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film

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La recensione su Sud

di mm40
4 stelle

Currè currè guagliò è una delle canzuncielle più sopravvalutate della storia (tastierina Bontempi impostata sul ritmo 'reggae' e rime da terza elementare). E il rischio è di fare lo stesso con Sud, il film che riporta Salvatores 'a casa', dopo quattro pellicole incentrate sul tema del viaggio. Anzi, il regista (ed autore, insieme a Franco Bernini ed Angelo Pasquini) fa persino di più: forse proprio per contrasto mette in scena una vicenda claustrofobica di reclusione forzata e voluta, un film in cui la dimensione spaziale è ridottissima, mentre il focus della storia è tutto sugli stati emotivi dei protagonisti. Si parte infatti da una situazione di crisi e qualcosa cambierà alla fine del racconto; ma essenzialmente solo in meglio (la figlia del camorrista denuncia il padre, i disoccupati vengono accolti all'uscita da una pallottola - in tre - e tanto rispetto e comprensione, perfino il giornalista spocchioso viene punito da un nervoso pastore tedesco). E questo non aiuta a prendere sul serio un film che si presuppone 'impegnato'. Ma di buono, va riconosciuto, Salvatores ci mette tanto; a partire da questa generica definizione di 'sud', che è un luogo comune per indicare chi sta sempre sotto (lo spiega efficacemente in una battuta il ragazzo nordafricano) ed in fondo tutto il film è un apologo in difesa delle minoranze, degli oppressi, degli sfruttati (anche l'irruzione dei poliziotti-risolutori della situazione dalle fogne, cioè dal sud dell'edificio, va considerato un riferimento?). Rimane da sapere però il motivo percui si sia pensato di girare un film nei dintorni di Napoli (città mai esplicitata, ma tutto porta a pensare che ci si trovi lì) utilizzando un cast composto per lo più da attori nordici o dalla parlata neutra come Catania: Bisio, Alberti, la Neri che ha qualche lieve influsso romano. Sono d'altronde gli interpreti favoriti di Salvatores e, visti gli apprezzabilissimi risultati, come dargli torto? Ma è inevitabile pensare che qualcosa sia andato sprecato e che si potesse fare ben di più. 5/10.

Sulla trama

Quattro disoccupati si barricano dentro ad un seggio elettorale in un borgo vicino Napoli; in ostaggio, senza saperlo, hanno preso la figlia del boss camorrista locale, destinato a vincere quelle elezioni grazie ai brogli. Uno dei quattro, impaurito dal boss, fugge; gli altri tre resistono fino all'irrompere della polizia. Anche se nulla pare essere cambiato, la figlia del boss ha capito che è ora di denunciare i vizi del padre...

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