Regia di Mary Lambert vedi scheda film
Trasposizione dell'eccellente romanzo “Pet Sematary” di Stephen King. La pellicola risulta però riuscita solo in parte nonostante la sceneggiatura fu curata dallo stesso King. Da brividi, in ogni caso, alcune scene.
Partendo da un romanzo di qualità eccezionale, “Pet Sematary”, uno dei migliori in assoluto di Stephen King, la regista Mary Lambert ne tira fuori una versione cinematografica solo parzialmente riuscita. Il lato positivo dell'operazione sta certamente nella buona resa del concetto di fondo intorno a cui girava il romanzo, e cioè la morte e la frustrante impotenza dell'uomo di fronte ad essa, oltre che ad un paio di scene genuinamente da brividi (mi vengono alla mente quella del bimbo investito dal tir e i flashbacks sulla giovane sorella malata di Rachel. Il segno meno lo applicherei invece ai dialoghi, spesso palesemente artificiosi, al povero controllo del mezzo da parte della giovane regista, e musiche che non aiutano certo a creare le giuste atmosfere (con la canzone da due soldi sui titoli di coda talmente facilotta da vincere a mani basse il premio al peggior pezzo). Cameo per il sopracitato Stephen King, autore di libro, soggetto e sceneggiatura, nel ruolo del pastore al funerale di Missie. Resta invece un mistero insondabile la scelta dei distributori nostrani di cambiare il titolo “Pet Sematary” in “Cimitero vivente”, visto che l'omonimo romanzo di Stephen King era stato distribuito anche da noi con il titolo inglese originale (lo ricordo bene perché lo comprai nella traduzione all'italiano) e quindi, stando così le cose, cambiare quello della sua trasposizione cinematografica era un vero e proprio autogol annunciato. Al botteghino USA fu un buon successo, cosa che spiega forse la realizzazione di un sequel, di livello però sciattissimo, da parte dalla stessa Lambert appena un paio di anni più tardi.
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